Amo profondamente il Seitei.
Sintesi perfetta, ha la bellezza, la linearità e la serena armonia di un tempio greco. Lo sento vicino perchè è stato creato per quelli come me,destinati a rimanere principianti per sempre.
Nel 1966, sotto l’egida della Zen Nippon Kendo Renmei, un primo comitato di esponenti delle principali scuole di iaido, presieduto dal Maestro Kazuo Otani, si riunì per dare vita ad un esperimento mai tentato prima: creare una sintesi tecnica a partite dalle varie tradizioni classiche in uso fino ad allora.
Il comitato, tra i suoi obiettivi, pose l’accento, sulle seguenti cinque tecniche fondamentali:

  • Il taglio che segue immediatamente l’estrazione
  • Il taglio risolutivo
  • Il taglio diagonale
  • La sequenza di tagli effettuati verso l’avanti e verso l’indietro
  • La stoccata

L’anno seguente, un sottocomitato composto da sei dei sette membri della commissione precedente, si riunì nuovamente per dare concreta applicazione ai principi identificati tramite sette kata ispirati alle tradizioni del Musō Jikiden Ryū, del Musō Shinden Ryū e del Hoki Ryū.
Era nato il Seitei Iaido, lo Iado codificato, stabilito.
Nella prefazione alla prima edizione del Manuale dello Iaido, del maggio 1969, il Maestro Otani scriveva:

“Ci sono molte scuole di Iaido e molte forme o Kata, così è molto difficile
padroneggiarle tutte. Per questo motivo abbiamo scelto le tecniche di base da
ciascuna scuola e le abbiamo messe assieme in modo da rendere lo Iaido più
facile da apprendere e farlo diventare pop
olare.”

Più avanti nella prefazione, tuttavia, lo stesso Maestro aggiungeva:

“I maestri che hanno determinato i Kata della Federazione Giapponese Iaido
pensano che sia sufficiente per i principianti. Lo Iaido ha fasi profonde e nascoste.
Vi raccomando di perseguire un suo più profondo apprezzamento in futuro.”

‘E vero, tutti noi ci confrontiamo ogni volta che prendiamo una spada in mano con i principi sopra elencati.
Quando “il taglio che segue immediatamente l’estrazione” non è proprio un taglio. Quando nemmeno “il taglio risolutivo” è proprio un taglio.
Quando… Forse, nonostante gli sforzi del comitato, lo Iaido non è così accessibile a tutti come si pensava.
Ma, in ogni caso, il Seitei resta infinitamente più rassicurante del Koryū.
Qui, quantomeno, c’è un manuale a segnare la demarcazione tra il corretto e lo scorretto, là niente di tutto questo.
Certo, un kata fatto bene è molto di più di una sequenza di movimenti corretti da manuale ma, dopo anni di pratica rigorosa, grazie a questo ausilio del tutto insperato fino a tempi recenti, almeno il minimo sindacale dovrebbe essere garantito.
Nulla di tutto questo nel Koryū.
Perchè se il Seitei è profondamente umano, il Koryū ha qualcosa di divino. Qui possono coesistere innumerevoli varianti di una stessa forma, spesso con scenari differenti, e non esiste un vero motivo per prediligere l’una all’altra, solo il pensiero di chi le insegna e le trasmette.
Ma a volte questi stessi pensieri si contraddicono e capita così che alcune di esse esauriscano il loro ciclo vitale, cadano nell’oblio e scompaiano per sempre. In questa anarchia apparente, dove nulla è stato codificato, non esistono regole, inutile cercarle, perchè forme e varianti non sono che gusci esterni, puri espedienti per esprimere principi. Uno, nessuno e centomila.
Anche nel mondo del Koryū esistono scritti, ma si tratta di poemi, opere ispirate
che lasciano intuire contorni come un paesaggio dietro una coltre di nebbia.
Sarebbe come provare a studiare la via della spada leggendo il Libro dei Cinque Anelli di Musashi, supremo trattato di strategia, pessimo manuale per principianti.
Il Seitei è piccolo cabotaggio, il Koryū navigazione d’altura.
Non che andare sottocosta sia esente da insidie: tra ostacoli e bassi fondali sempre in agguato e l’illusione di avere sempre un riparo sicuro a portata di mano, i naufragi anche qui non si contano. Ma avventurarsi al largo è tutta un’altra storia, perchè qui servono conoscenze approfondite, arte marinaresca. Soprattutto, serve un Maestro cosa forse non chiara a tutti.
Perchè, nel suo sforzo lodevole di alfabetizzazione, il Seitei ha forse comportato, come effetto collaterale, un indebolimento del senso autentico di questa pratica ingenerando in molti l’illusione che si possa essere allievi di tutti e, quindi, di nessuno.
Per questo capita a molti di entrare nel mondo oscuro del Koryū, di vagare per anni senza meta e ritrovarsi tra la “perduta gente”.
Perchè il Koryū, come tutti i saperi iniziatici, attrae, seduce, ma non perdona e condanna.
Una esecuzione approssimativa di Seitei potrà essere guardata con benevolenza, in fondo il Seitei è nato per questo, per essere in qualche modo lo Iaido di tutti.
Ma un Koryū confuso risulterà, agli occhi di chi sa, intollerabile. Perchè assistendo alla esecuzione di un kata di Koryū, dovrebbe essere sempre possibile identificare il Maestro che sta dietro l’allievo. Noi non siamo generalmente capaci di queste scelte senza ritorno, è un approccio alla vita che abbiamo dimenticato da tanto tempo ormai.


Dante, poeta sommo e padre fondatore della lingua italiana, lo sapeva bene e anche qui sta la sua grandezza.
Mentre si accinge a scrivere un capolavoro assoluto della letteratura mondiale, non esita a dichiarare apertamente a tutti che certi viaggi non si possono affrontare da soli, occorre una guida.

Qualcuno che, semplicemente ma non banalmente, sia nato prima nella tua arte. Un magister, un Sensei.

Kamiza-Ishido

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