“Grazie alla pratica, in particolare alla meditazione Zen, affronto la vita con serenità. Il mio cuore (il mio spirito) e le mie mani sono uniti. So che l’arte della spada che ci insegna a resistere di fronte a un nemico sviluppa al contempo dei valori preziosi per la vita di tutti i giorni. Quando si raggiunge un grado sufficiente di allenamento e di evoluzione, non si vedono più i nemici, ma si è dentro il cuore del nemico. Si raggiunge allora uno stato di altruismo senza eguali.”

Sono le parole di un grande Maestro con cui il suo dōjō di Lille, in Francia, ha voluto ricordare Jean-Pierre RAICK, primo praticante europeo ad ottenere i gradi di settimo dan Kyōshi di Kendō e di Iaidō, e che ci danno l’opportunità di rendere omaggio ad un grande uomo e Maestro, non solo di spada, sei  anni dopo la sua scomparsa.

Jean-Pierre RAICK Sensei è stato per molti anni il Direttore Tecnico dell’EKF e ha svolto un ruolo determinante per lo sviluppo del Kendo e Iaido in Europa.

Lo ricordiamo in questa intervista attraverso le parole del suo allievo Emilio Gomez Kyoshi 7° dan di Kendō e Iaidō.

RAICK Sensei era molto più di una figura eminente nel contesto europeo, non solo per i gradi che ha ottenuto, ma anche per l’enorme ruolo che ha avuto nello sviluppo e nella diffusione del Kendō, dello Iaidō e del Jodō. Che ricordo ha di RAICK Sensei?

Ho conosciuto  Jean-Pierre RAICK Sensei durante i Campionati Europei di Kendō a Bruxelles nel 1977, quando ero principiante di Kendō e Iaidō.

Il ricordo che conservo di lui in occasione di quei campionati è quello di un kendoka “diverso” rispetto agli altri competitori. La sua pratica era “esatta”, mostrava un Kendō bello ed esprimeva una grande nobiltà d’animo nell’atteggiamento in relazione agli avversari. Alla vittoria o alla sconfitta faceva la tara, in altre parole mostrava già quel concetto di Tadachi Kendō che sentiamo spesso nominare dai grandi Sensei.

Questo primo incontro sarà determinante per me, poiché da quel momento ho iniziato a frequentare il suo dōjō a Lille.

Già a quell’epoca possedeva un senso innato per l’insegnamento ed una pedagogia senza pari. Sapeva catturare l’attenzione dei suoi allievi e farli elevare nel loro approccio al budō. Ciò spiega, tra le altre cose, come i suoi allievi diretti – a Lille così come a Lione, Bruxelles, Torino, Tel Aviv… – abbiano avuto una progressione lineare nel loro sviluppo tecnico ed abbiano raggiunto i gradi di sesto e settimo dan sia nel Kendō che nello Iaidō.

Raick
Jean-Pierre RAICK Sensei

In quale misura il suo lavoro, il suo esempio ed il suo insegnamento hanno influenzato la Sua formazione?

Senza dubbio RAICK Sensei è stato per me l’esempio classico di buon professore che resterà per sempre impresso nella mia memoria.

Il mio modo di insegnare è profondamente impregnato di tutto ciò che ho potuto imparare da lui. Quello che è degno di nota, inoltre, è il fatto che ha sempre condiviso senza riserve la sua esperienza e gli insegnamenti ricevuti in Giappone dai suoi maestri, come OKADA Morihiro Sensei, SATO Hiroshiro Sensei, KOBAYASHI Tadao Sensei e molti altri che sarebbe troppo lungo elencare…

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, RAICK Sensei era molto esigente con sé stesso e quindi richiedeva il medesimo livello di attenzione ai dettagli ai propri allievi. L’impegno era totale in entrambe le direzioni, per alcuni si può parlare di una relazione di anime,  “da cuore a cuore” o se preferite “I Shin Den Shin”!

[N.d.T. 以心伝心 è una formula Zen che indica l’essenza dell’insegnamento trasmesso da maestro ad allievo]

Oggi si ricorda RAICK Sensei con grande rispetto sia in quanto insegnante sia in quanto praticante di Budō, anche grazie al fatto che è stato uno dei rari insegnanti nel mondo delle arti marziali ad aver condotto più di dodici allievi a raggiungere il grado di settimo dan. Che cosa si provava partecipando ai suoi corsi ed ai suoi seminari?

I corsi nel dōjō di Lille erano basati sul rigore dei Kihon e della loro applicazione nel JIGEIKO o, ad essere più precisi, nello HIKITATE GEIKO. Inoltre metteva a dura prova i gradi più alti perché fossero attenti verso i gradi bassi al fine di “tirarli” verso l’alto, pur facendo in modo che il grado alto mantenesse una sua libertà di espressione così da permettergli di progredire da solo.

I seminari estivi di Kendō e Iaidō a Fontenay le Comte erano una grande occasione di raduno di tanti Kenshi provenienti da tutta Europa ed anche dal Canada o dalla Réunion… Per molti anni questo stage si svolgeva su un periodo di tre settimane di pratica intensiva, una settimana di Iaidō seguita da due di Kendō.

Personalmente, era durante questi periodi di pratica intensa che imparavo di più, non soltanto attraverso l’allenamento, ma anche grazie alle discussioni sempre molto interessanti che avevamo bevendo in amicizia. Le giornate erano lunghe e le notti molto corte. Ogni volta tornavo a casa con un sacco di preziosi spunti  da cui trarre ispirazione per le lezioni nel mio dōjō di Bruxelles.

Raick sensei
Jean-Pierre RAICK Sensei

I ricordi personali di ciò che abbiamo vissuto e condiviso con le grandi figure dell’arte della spada sono sicuramente un mezzo per avvicinare queste persone straordinarie a tutti quei praticanti che non hanno avuto la possibilità né il tempo di incontrarli di persona, e in tal modo ci permettono di contribuire con un episodio personale a far conoscere a tutti noi i grandi budoka europei , indipendentemente dalla loro età esperienza, disciplina o grado. Che cosa Le piacerebbe ricordare per darci un’idea del fatto di aver conosciuto personalmente un grande maestro come Jean-Pierre RAICK?

Ci sarebbero molte cose da dire in proposito…
Posso dire senza dubbio di essere stato molto fortunato ad aver incontrato RAICK Sensei, ho avuto il privilegio di essere stato suo allievo e di averlo seguito fino alla fine della sua vita; ho avuto l’onore di essere stato suo amico e posso infine affermare di avere l’immensa fortuna di far parte di un gruppo ricco e forte soprattutto insieme agli “anziani” del Club di Lille. Senza Jean-Pierre RAICK non avrei mai potuto conoscere tutto questo!

Ancora oggi, sebbene ci abbia lasciati da più di cinque anni, l’atmosfera che regna al dōjō di Lille è stabilmente serena grazie ad insegnanti fuori dal comune come Bernard DEBACKER, Jean-Paul CARPENTIER, Fred DELAY, Yves MARESSE, Jérôme KOZAK e Patrick VIGNEAU, per citare solo coloro che hanno progredito al suo stesso ritmo.

Le difficoltà che abbiamo incontrato lungo tutto il nostro percorso ci hanno rinsaldati in un gruppo di amici che diffondono sempre il più fedelmente possibile l’insegnamento di RAICK Sensei.

Jean-Pierre RAICK
Jean-Pierre RAICK Sensei

In conclusione, ci potrebbe riassumere in poche parole perché è importante ricordare una figura come quella di RAICK Sensei, sia come uomo che come insegnante ed alto rappresentante della trasmissione di una cultura così diversa dalla nostra?

RAICK Sensei rispettava moltissimo le tradizioni e si serviva spesso di esempi vissuti in Giappone per illustrarcele. Apprezzava ogni segno percettibile di rispetto della tradizione. Il dōjō, i seminari, l’impegno per i suoi allievi, il coinvolgimento in relazione alle istanze dell’EKF ed il lavoro che ha svolto in tutti gli anni in cui l’ho seguito, erano dei terreni propizi per migliorarsi ed affermarsi…

Le indicazioni sono l’evidenza stessa dei principii che ci sforziamo di applicare non soltanto nella nostra pratica di budō, ma anche nella nostra vita quotidiana.

Apparentemente tradizione ed indicazioni vanno di pari passo!

Ricordarsi di lui come insegnante, come uomo capace di trasmettere un ideale di budō mi aiuta a crescere ancora oggi. Mi piace dunque citarlo regolarmente per spiegare alcuni argomenti che tratto nei miei corsi e continuerò a farlo sempre come tributo di riconoscenza e di gratitudine verso di lui per tutto ciò che ha compiuto.

Emilio GOMEZ
Kyoshi 7°dan kendo e Iaido

(*) Traduzione dal Francese di Cristina Gioanetti.

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