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Continuano le nostre interviste oggi abbiamo il piacere  di intervistare  Stefano Ferro Sensei

Dalla Svizzera un pioniere dello iaido, e dove svolge un enorme lavoro per la crescita del movimento dello iaido buona lettura

Quando e dove sei nato?

sono nato il 21 dicembre del 1967

Come ti sei avvicinato alle arti marziali e quali gradi hai raggiunto?

Ho iniziato il kendo a Berna il 24 Aprile 1987 allo Shin Ho Kan Berna. All’epoca nel nostro dojo non esisteva lo iaido, si praticava solo il kendo.

L’insegnante di kendo dell’epoca, Shinji Tanaka, praticava sempre qualcosa di iaido mezz’ora prima dell’inizio del kendo (era shodan).

Un giorno sono andato all’allenamento un po’ prima e ho visto questa pratica che mi ha affascinato. Così ho iniziato con lo iaido in parallelo al kendo.

Il sig. Tanaka lasciò il nostro dojo qualche tempo più tardi e così io ed alcuni dei miei compagni di kendo eravamo soli con lo iaido.

A quel tempo c’erano ancora pochissimi iaidoka in Svizzera. Ma finalmente ho trovato un insegnante a Basilea (1 ora all’andata e 1 ora al ritorno per 2 volte a settimana) che mi ha aiutato ad arrivare fino al terzo dan.

Ma anche questo insegnante ha preso una strada diversa e quindi mi sono nuovamente trovato senza supporto (a questo punto ero già 2° dan di kendo ed avevo lentamente costruito lo iaido nel nostro dojo).

Ho capito che lo iaido suscitaa interesse e aveva potenziale in Svizzera. Mi sono impegnato quindi a promuovere me stesso e lo iaido nel dojo e successivamente anche per la Svizzera. Oggi sono settimo Dan di Iaido

Com’era la scena dello iaido quando hai iniziato?

Alla fine degli anni 80 esistevano solo pochi dojo che praticavano iaido. La mentalità all’epoca era che tutti si allenano solo per se stessi. Non c’erano ancora formazioni comunitarie, né una squadra nazionale. e nessuno scambio congiunto

Cosa significa per te lo iaido? 

Un’ottima domanda. Penso che ognuno abbia le proprie ragioni individuali per praticare lo iaido. Per me nel corso degli anni è diventata sempre più parte della mia vita. Non solo sport o esercizio fisico (che certamente fa sempre bene) ma anche molte altre cose più profonde che puoi vivere ed utilizzare anche nella vita di tutti i giorni. Per non parlare di tutti i grandi incontri e amicizie che si sono formati negli anni

Chi è il tuo sensei e come lo hai conosciuto? 

Il mio maestro è René van Armersfoort dall’Olanda. Pratico Muso Shinden Ryu, che avevo già allenato un po ‘con il mio primo maestro. A quel tempo a Berna esisteva solo il Muso Shinden Ryu.

Come si è evoluto il tuo rapporto con il tuo sensei nel corso degli anni?

Nel 2004 Rene van Armersfoort è stato invitato in Svizzera per la prima volta per tenere un seminario. All‘ epoca gli fui presentato dal mio amico Beat Bähler e successivamente gli chiesi di aiutarmi nella mia preparazione per il 4° dan.In seguito ho chiesto a Rene di accettarmi come suo studente. Lui accettò e così ebbe inizio un rapporto insegnante/studente a lungo termine e un’amicizia che perdura fino ad oggi.

Quando sei stato per la prima volta in Giappone, e ci torni ancora per allenarti? Hai qualche esperienza memorabile da condividere?

La prima volta sono stato in Giappone nel dicembre 1987, ma solo per il kendo.

Solitamente vado in giappone una volta all’anno per allenarmi con Ishido sensei

Certo sono e sarò sempre straniero in Giappone. Tuttavia mi sono sempre sentito molto a mio agio e penso che ci sia una buona accettazione nel dojo. Molte persone mi conoscono da anni e anche allenarsi insieme è connessione.

Mi ricordo quando stavo praticando Tozume una volta, Ishido sensei chiede al suo allievo Morishima sensei (ora anche 8° dan) di mostrarmi quale sarebbe stato il kata nella realtà.è stato molto impressionante, conoscere quanto siamo lontano da un livello come quello…può essere motivante, anche se un po’ frustrante

In che modo kendo, iaido e jodo hanno influenzato il tuo percorso nel budo?

Penso che in realtà non sia così importante quale disciplina pratichi, ma più l’atteggiamento verso essa. Per me tutto ha qualcosa in comune, vale a dire lo spirito del budo.

In che modo gli stili di insegnamento giapponesi differiscono dal modo in cui insegni in Occidente? 

Prima di tutto, l’incredibile conoscenza ed esperienza di Ishido sensei fa la grande differenza. Unico!!!

Ho visto in giappone che le persone devono affrontare le stesse difficoltà che abbiamo in occidente. e ci sono diversi livelli.Nel corso degli anni ho adottato i migliori metodi da ovunque. Penso che in generale non ci sia veramente molta differenza.

Quando hai iniziato a insegnare e ti piace lavorare con gruppi specifici di studenti, come bambini, competitori o adulti?

Ho iniziato per primo a praticare iaido nel nostro dojo e sono uno dei pionieri dello iaido in Svizzera, ho da sempre imparato e contemporaneamente insegnato.

Non faccio differenze nell’insegnamento. Ogni individuo è una sfida con se stesso.Certo insegnare e allenare la nazionale è tutta un’altra sfida, ma comunque è sempre divertente.

Pensi che lo iaido sia cambiato nel corso degli anni? 

Non penso che lo iaido sia cambiato. è più una questione di nuova generazione, stile di vita e atteggiamento verso iai e budo


Com’è una tipica lezione di iaido per te? 

Di solito inizio con alcuni kihon perché trovo che la base sia il fondamento di tutto.Poi proseguo con seitei o koryu a seconda del gruppo. Quando ci sono degli esami da fare o delle gare, allora punterò su questo.

Pensi che i praticanti non giapponesi possano veramente capire la filosofia dietro lo iaido?

Non so se capiremo mai realmente l’intera cultura e filosofia.Il problema inizia già dal fatto che la lingua non sia molte volte correttamente tradotta, oppure non si possa proprio tradurre bene. Allora tante cose si perdono.Ma possiamo ancora provare ad avvicinarci nel miglior modo possibile.

Qual è la tua visione sul futuro dello iaido in Europa?

Vedo un buon sviluppo. La generazione più giovane sta facendo veloci progressi. Ci sono sempre più partecipanti di grado superiore.

Tuttavia, in generale, non c’è più un forte interesse per il budo come una volta.Secondo me l’aumento dei nuovi partecipanti è in calo. Spero che questo cambierà.

Quali consigli daresti ai principianti? 

Prima di tutto dico sempre di divertirsi con quello che si fa, che è la cosa più importante. Tutto il resto si troverà con il tempo


C’è qualche insegnamento particolare che ti piace trasmettere ai tuoi studenti? 

Gioia dello iai e fiducia in se stessi.

Hai una storia divertente sullo iaido da condividere?

Il seminario a Brighton, credo fosse il 2009.

Avevo appena passato il mio godan e la sera mi siedo a tavola con i miei colleghi e Morita sensei. La maggior parte erano studenti di Jikiden.

Improvvisamente mi ha detto: “oggi hai superato l’esame, vero?” Risposi di sì.

Dopo questo, Morita sensei ha detto “bene, domani mattina alle 6:00 vieni all’allenamento di khion con i miei allievi fuori dal campus”.

Quindi ho dovuto/mi è stato permesso di andare con circa altri 6 studenti a praticare kihon all’aperto la mattina presto sotto la guida di Morita sensei 

Poco prima delle 7:00 gli altri sensei arrivavano e stavano andando a fare colazione, ridevano tutti.

Ci è stato permesso di fermarci alle 7:00, con l’inizio ufficiale dell’allenamento alle 9:00.

L’ultima frase del sensei è stata prima che ci abbia permesso di uscire: “comunque il dojo è aperto dalle 7:00”

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