E’ da quando Carlo Sappino ha passato il sesto dan che vorrei scrivere qualche cosa a riguardo. Per ogni insegnante riuscire a portare degli allievi al sesto o al settimo dan è raggiungere un traguardo importante, anche se difficile, ed è sicuramente fonte di grande emozione.
Ci sono molti ostacoli lungo il percorso per raggiungere questo momento che riguardano in parte l’insegnante ed in parte chi si prepara per questi esami. Nella nostra palestra e nel gruppo che lavora con noi riusciamo abbastanza agevolmente a far conseguire il 5° dan ed abbiamo molti allievi che hanno raggiunto questo livello.
Per me è abbastanza facile capire cosa devo insegnare ad una persona per farlo arrivare fino ad un livello tecnico sufficiente per il 5° dan. Ovviamente ci vuole anche molto impegno da parte di chi pratica nel continuare a studiare con regolarità, ma diciamo che se l’impegno c’è il modo per portare le persone a prendere il 5° dan lo conosciamo abbastanza bene.
Diverso è il discorso per i gradi dopo.
Intanto credo di non avere così tante certezze su cosa veramente serve per la preparazione di un esame di quel livello. Ci vuole molta pratica è vero, inoltre la pratica deve essere costante, attiva e molto controllata. Per il mio esame di 6° e di 7° mi sono allenata tutti i giorni con molti esercizi di base e naturalmente ho fatto molti stage, molte lezioni con Renè Sensei e sono andata in Giappone dal Maestro Ishido con regolarità. Anche Claudio si è allenato nello stesso modo con regolarità, facendosi filmare e mettendo a punto costantemente i particolari della sua pratica.
Il nostro iaido per affrontare questi esami deve essere privo di errori evidenti di grossa portata, deve essere naturale e possedere un buon ritmo, una naturalezza, dignità e bellezza che solo la profondità di pratica possono dare. Deve inoltre contenere i significati intrinseci nel budo e quindi permettere di trasmettere emozioni e Riai.
La pratica costante e continua è il presupposto di base ma non basta. E’ necessario inoltre che la persona abbia il giusto atteggiamento mentale, deve volere veramente arrivare a quel grado e praticare con sincerità.
Questo può essere difficile da capire ma per superare quegli esami dobbiamo avere una forte motivazione a progredire e non lasciarci scoraggiare dalle molte difficoltà che ci saranno sicuramente sul percorso. Le difficoltà possono avere molte facce e il nostro ego può subire vari contraccolpi: veniamo bocciati e altri passano; veniamo giudicati anche dagli altri praticanti; ci confrontiamo con le altre persone sentendoci meno bravi; ci demoralizziamo; non riusciamo a vedere dei reali cambiamenti …. Ognuno di noi ha problemi e difficoltà diversi ma tutti dobbiamo affrontare le nostre “zone d’ombra”.
Per me un esempio di giusto atteggiamento mentale è sempre stato Nicola Casamassima. A lui non l’ho mai detto prima di questo articolo ma l’ho detto molte volte a Claudio e ad alcuni dei miei allievi. Nicola è un praticante con normali difficoltà nella progressione tecnica. Questo per dire che non è una persona a cui tutto viene facile e naturale come potrebbe essere Cauda per capirci e per amore di precisione aggiungo che ho detto molte volte che per me la troppa facilità non è da considerarsi necessariamente un vantaggio. Nicola è un praticante che, come la maggior parte di noi, ha difficoltà, rigidità e difetti tecnici con cui confrontarsi costantemente. Per contro ha un atteggiamento che bisognerebbe copiare e usare come tecnica di modeling, un atteggiamento che è raro trovare.
Nicola ha obiettivi chiari (che sono ovviamente più profondi del solo raggiungere il grado ma qui di grado stiamo parlando) e li persegue con determinazione e costanza senza mai farsi scoraggiare dalle eventuali difficoltà che incontra lungo il percorso. Ha propositi chiari, è determinato, guarda alla “meta” senza incertezze (o gestendo le incertezze con notevole sincerità verso sé stesso) sapendo di dover fare del lavoro per arrivarci ma volendo fortemente arrivarci. Ecco questa forte determinazione focalizzata mi piacerebbe che alcuni dei nostri allievi riuscissero a vedere, apprezzare e ad imitare.
L’atteggiamento di costante riflessione e di desiderio di realizzare l’obiettivo superando le incertezze e le difficoltà è assolutamente necessario per arrivare a 6° e 7° e non è una cosa che possano trasmettere gli insegnanti. Senza il “giusto atteggiamento” non è possibile fare molto per far progredire oltre il 5° dan le persone che praticano con noi.
Imparare la sincerità ed il coraggio può essere inoltre un importante allenamento per la propria vita.