Articolo di Paolo Grassi

Sono da poco rientrato dal Giappone dove ho avuto la fortuna di tornare a praticare, dopo quasi 10 anni dall’ultima volta, a Kawasaki nel Dojo del Maestro Ishido.

Dopo un primo giorno di osservazione, poco dopo l’inizio del nuovo giorno di pratica, il Maestro ci ferma e ci dice che abbiamo una apertura delle gambe troppo chiusa, la distanza minima tra il tallone del piede avanti e l’alluce di quello dietro deve essere Issoku cho han.
La spiegazione dettagliata dell’origine di Issoku cho han richiede una competenza nella lingua Giapponese che non ho, di fatto la distanza tra il tallone del piede avanti e l’alluce del piede dietro deve essere di un piede e mezzo almeno.

Non sembra molto ma se facciamo attenzione spesso la nostra postura risulta molto più chiusa, traslando inevitabilmente il nostro baricentro verso l’alto.

Issoku cho han “almeno”, almeno è virgolettato perché, il Maestro ci ha fatto notare che per le persone alte, come me (io sono 1.90), la postura corretta sarebbe anche un poco di più, di issoku cho han.

Il Maestro ci ha fatto toccare con mano la differenza, tra le posture.
Utilizzando un suburi bokken (molti ne avranno familiarità conoscendolo come il “remo”), ci è stato richiesto di eseguire un kirioroshi colpendo un rotolo di cartone ondulato e abbiamo notato che eseguendo il kirioroshi con la postura chiusa il bokken entrava nel rotolo poco più di un dito, mentre utilizzando la stessa energia ma una postura più ampia il bokken entrava nel rotolo un tre dita circa…

Personalmente posso dire che quando riesco a praticare con la postura che il Maestro mi ha indicato in generale il mio taglio risulta più efficace e potente richiedendo minore energia.
Inutile dire che nei successivi giorni di pratica il focus è stato issoku cho han… “almeno”.

Paolo Grassi

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