Abbiamo già visto il suggerimento num. 1: Il Taglio.

Un altro grande punto su cui spesso ci troviamo tutti quanti in difficoltà è il movimento dei piedi, anche perché nei kata ci sono situazioni diverse e quindi dovremo imparare a muoverci in base a ciò che ci viene richiesto.

La riflessione parte dal fatto che solitamente nella nostra cultura non prestiamo alcuna attenzione a come posizioniamo i piedi e quindi riuscire ad unire l’attenzione a questa parte del corpo insieme a tutto il resto, risulta decisamente complicato.

I piedi, in linea generale, bisognerebbe immaginarli come su due binari paralleli: quindi il più possibili dritti, in direzione dell’avversario. Solitamente si nota il piede sinistro, in posizione posteriore, leggermente inclinato verso l’interno. Ciò porta, conseguentemente, ad una rotazione anche delle anche che, come ben sappiamo, devono essere dritte sempre (ove il kata lo richiede) in modo da garantire forza e stabilità.

Un altro punto molto utile e interessante è il concetto di Jikuhashi: quando ruotiamo per tagliare l’avversario che è posto dietro di noi (ad esempio in Morotetsuki) il movimento corretto è ruotare sulla punta del piede sinistro e del piede destro, senza mai appoggiare i talloni a terra. Questo garantisce un corretto fumikae del piede sinistro una volta che sarà in posizione anteriore, una rotazione del corpo fluida e senza stop, e probabilmente anche una maggiore facilità nel fare ukenagashi con la spada, nel momento del caricamento.

Senza andare ad approfondire ogni movimento dei piedi di ogni singolo kata (il manuale del Zen Ken Ren fornisce tutte le direttive), possiamo considerare quanto segue: se rimaniamo ben bilanciati al centro, non si va a mettere il “peso” del proprio corpo su una gamba piuttosto che l’altra e l’idea di base è considerare le punte dei nostri piedi come perni per ruotare in ogni movimento, appoggiando i talloni a terra solo nel momento in cui i piedi sono in posizione e il corpo è in direzione dell’avversario (in questo caso, kata come Soetetsuki e Shihogiri, ad esempio, sono un’eccezione nel momento dello tsuki).

Errori comuni: 

  • tallone posteriore appoggiato a terra anziché leggermente sollevato, in ogni parte del kata;
  • piede posteriore non parallelo a quello anteriore;
  • rotazione effettuata sui talloni anziché sulle punte dei piedi;
  • piede anteriore direzionato verso l’interno, invece che frontale verso l’avversario;
  • peso non bilanciato al centro

Nel prossimo articolo parleremo di Nukitsuke. Alla prossima.

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