Le altre discipline
di Saverio Santarello
Io pratico kendo e iaido, due discipline di spada giapponese, entrambe con grande passione anche se a due livelli sensibilmente diversi. Queste si richiamino agli stessi principi ed utilizzano formalmente la stessa arma: la katana; per ovvie ragioni di sicurezza in alcuni casi è sostituita fisicamente ma non concettualmente da surrogati: iaito / bokuto per lo iaido e kendo no kata, shinai per il kendo in armatura.
Ogni tanto mi capita di sentire persone che praticano kendo criticare lo iaido:
è lento e noioso
è senza senso perché affetti l’aria immaginando un avversario che perde sempre, troppo facile così
non c’è nessun collegamento ad una situazione reale, uno iaidoka verrebbe ucciso dopo un secondo
perdi un sacco di tempo a litigare con il sageo
Poi sento chi pratica iaido criticare il kendo:
non sanno estrarre e maneggiare una spada vera
non taglierebbero nemmeno un salame
urlano troppo
l’ultima che mi è capitata è:
si possono colpire troppi pochi punti, molto meglio chambara o spada medioevale

A volte la tentazione di lanciarmi in una spiegazione approfondita è forte, ma mi rendo conto che sono conversazioni buttate lì per riempire dei silenzi, e in quei casi un sopracciglio alzato è il massimo del contraddittorio accettabile. Raramente le persone sono disposte ad ascoltare qualcuno che ti spiega perché sei fuori strada, molto più facile compiacersi della cultura e dell’intelligenza di coloro che ti danno ragione.
Prima di tutto bisognerebbe imparare l’arte di “non avere un’opinione a riguardo”, che in epoca social è una cosa che sembra dimenticata; banalmente: non conosco quindi non mi esprimo. Se invece un’opinione me la voglio fare, prima di tutto bisogna aprire la mente, chiedere e ascoltare: “perché pratichi kendo/iaido?”, “cosa ti piace del kendo/iaido?”.
Ogni disciplina ha una parte divertente e affascinante che motiva i principianti e successivamente dei traguardi umani e spirituali ai quali si ambisce con la profondità di pratica. Esistono tantissime discipline che nascono e muoiono nel giro di qualche decennio, legate alla moda del momento; altre discipline, come il kendo e lo iaido ma non solo, affondano le loro radici nei secoli, hanno fatto propri principi filosofici e vengono tramandate da generazioni di maestri che hanno dedicato la vita a proteggerle e farle evolvere.
Sono discipline per la vita!
Difronte a tale profondità bisogna evitare di essere superficiali, bisogna evitare la rivalità e magari approfittare dell’opportunità di contaminarsi, non giudicare ma cercare di capire, con la propria tazza sempre vuota. Shoshin: la mente del principiante.
“Non importa quale sentiero sceglierai di seguire, se tutto andrà per il meglio ci ritroveremo in cima alla collina ad ammirare la stessa luna”.

Condivido pienamente e aggiungo che con un’accettabile livello di pratica per entrambe le discipline, non può sfuggire la complementarietà delle due … in fondo la spada è una.