Il weekend del 15 e 16 giugno a Reggio Emilia si sono svolti l’ultimo allenamento della Nazionale, in concomitanza con lo stage arbitrale e il Taikai di Iaido.

Nonostante il caldo e la vicinanza con le vacanze estive, la partecipazione è stata numerosa, soprattutto per il Taikai, sulla scia dell’anno scorso.

Non voglio soffermarmi sui risultati o su delle componenti specifiche, ogni anno arriva qualche sorpresa e qualche conferma, e ciò rende sicuramente più interessante e stimolante l’opera di selezione della Nazionale che parteciperà agli Europei: avere una maggiore possibilità di scelta all’interno di un determinato grado è sempre un buon segno, in quanto la crescita e il livello dei praticanti si stabilizza tendenzialmente, per un determinato periodo, verso l’alto.

Sicuramente, condivido quanto detto da Claudio Sensei durante la riunione arbitrale, ossia la necessità di prestare maggiore attenzione ai dettagli tecnici dei kata, al reiho, al saho, prima ancora che ad aspetti più complessi e profondi. 

Si è notato, infatti, come in maniera più o meno trasversale nei vari gradi, ci siano ancora alcune lacune sui punti fondamentali dei kata (i famosi chakuganten) che inevitabilmente possono portare a rischiare di perdere un incontro o non superare un esame.

Come si dice sempre, non dimentichiamoci le basi.

Vorrei spendere una parola di ringraziamento a tutti i partecipanti alle selezioni, il numero degli atleti è stato sempre alto e abbiamo notato una crescita costante in tutto il gruppo, che ci lascia soddisfatti e fiduciosi per il futuro. Continuare a partecipare agli allenamenti, condividere la pratica e mettersi a confronto anche quando si è consapevoli dei propri limiti e/o della maggiore bravura di altri competitori resta comunque un successo.

A tal proposito un encomio speciale a Gege Marsilli, che dimostra appieno questa mentalità e questo giusto approccio al Budo. Come ha spiegato nel discorso finale, pur non avendo quasi mai vinto un incontro in tanti anni di competizioni, è sempre presente, pronto a confrontarsi e a mettersi sotto il giudizio degli arbitri e degli altri praticanti, senza nulla temere.

Credo si debba imparare molto da questo atteggiamento, perchè rispecchia esattamente il significato di una gara. E’ facile e motivante continuare a gareggiare quando si vincono medaglie, la parte difficile (con se stessi, perlopiù) è proseguire a farlo nel momento in cui le sconfitte si accumulano e i risultati non arrivano. Poiché, come abbiamo ripetuto anche in altre occasioni, l’importante non è vincere o arrivare sul podio, che non implica affatto essere i migliori in Italia o in Europa, ma forse che in quel determinato momento di 6 minuti l’avversario ha espresso meno di noi. L’importante è rispettare lo Iaido, rispettare la pratica e il Budo, che nella sua essenza è costante crescita, condivisione, confronto e determinazione, soprattutto nei momenti più bui, come una sconfitta o una bocciatura all’esame.

In particolare, salendo di grado, negli anni si è un po’ notata questa carenza di partecipanti. 

In alcune sessioni, la gara dei 6 dan non veniva neppure disputata per mancanza di atleti. 

Le gare non devono piacere per forza, ma forse bisognerebbe comprenderne il significato profondo e ultimo, per avere una visione più completa dello Iaido stesso. 

taikai iaido 2024
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