Dal 9 al 18 settembre 2023 un gruppo di persone capitanate da Claudio Zanoni e Danielle Borra hanno avuto la possibilità di allenarsi in Giappone in dojo da Ishido sensei. Con Claudio e Danielle c’erano: Carlo Sappino, Gabriele Gerbino, Alessio Rastrelli, Bálint Farkas e Norbert Bota.

Ecco a voi le riflessioni di Claudio Zanoni e Gabriele Gerbino.

giappone-2023

Giappone 2023

di Claudio Zanoni

Febbraio 2020. E’ ancora vivido il ricordo dell’ultimo viaggio in Giappone prima del covid, ma i ricordi pian piano sbiadiscono e così anche le certezze, l’antipasto del seminario di Eindhoven è stato il preludio alla gioia immensa di tornare in Giappone, Kawasaki, Ishido Sensei dojo.

Finalmente arriva la partenza, sono emozionato come un bambino e anche un po’ teso, il gruppo è grande e la responsabilità è mia e di Danielle, ho parlato con tutti e non mi aspetto incidenti ma anche involontariamente può succedere di sbagliare, non si può mai sapere.

Per la prima volta voliamo con compagnia Araba, voli perfetti, cibo buono, spazio per le gambe ottimo, unica delusione l’aeroporto di Abu Dabi, ma forse sono io che avevo delle aspettative diverse.

Finalmente Lunedì mattina, finalmente si va verso il dojo, finalmente dopo lungo tempo posso usare di nuovo il mio Shinken che ho nel dojo del Maestro. Arriviamo al Seven Eleven vicino al dojo, come sempre un po’ troppo in anticipo (ma sono fatto così – in orario è in ritardo) ed incontriamo Losson ed un suo allievo che praticheranno con noi per tutta la settimana. Scoprirò man mano di avere passioni comuni oltre lo iaido.

Ci incamminiamo e finalmente apriamo le porte del dojo. Non so descrivere molto bene la sensazione che provo ogni volta che entro nel dojo del Maestro Ishido, è un misto di rispetto, ringraziamento, paura, emozione, volontà di fare ed amore, si amore per il Maestro, per quello che ci dona, per quanto cuore ci mette in quello che ci insegna.

Il Maestro ci accoglie e facciamo subito il calendario, ci alleneremo tutti i giorni fino alle tre, Lunedì e Martedì anche la sera, per noi che facciamo Jodo mercoledì sera è previsto un allenamento. Per me e Danielle pratica anche Venerdì sera per iniziare una nuova avventura.

Abbiamo davanti più di 30 ore di allenamento, ho un po’ paura, ce la faranno le mie gambe? Sarò in grado di sopportare una tale fatica?

Lunedì ripassiamo i 12 kata della Zen Nippon Kendo Renmei, pochissime correzioni, abbiamo visto in profondità le novità ed i punti salienti allo stage di Eindhoven e qui il Sensei si limita a dare dei piccoli consigli. Il Sensei ha voglia di insegnarci Koryu e già lunedì sera iniziamo con qualche Kata della prima serie, funziona abbastanza ed il Sensei è soddisfatto continua a dire Ok a me e Danielle, molto bene, sono rinfrancato.

Martedì iniziamo ad approfondire la prima serie e spendiamo molto tempo su Ryuto, ovviamente c’è molto da lavorare per tutti ma Gerbino sembra avere una marcia in più ed il Maestro è molto soddisfatto del suo iaido, con sua grande gioia ovviamente.

Alcuni piccoli punti su Junto, che il Maestro mi spiega molto bene e mi chiede di farlo esattamente come vuole lui, per il resto i Kata funzionano.

Passiamo alla seconda serie ed iniziamo a sentire la fatica sulle gambe.  Ho un po’ paura, ultimamente sedere in tate hiza non è comodissimo per me ma pratico senza sosta i kata che amo di più uki gumo, yama oroshi, iwanami e taki otoshi, di quest’ultimo finalmente il Maestro mi insegna il Kai Waza  in maniera precisa, un altro piccolo tassello si aggiunge.

Sono stanco, ho male dappertutto ma sono felice. Proseguiamo con la terza serie in tate hiza, e poi la terza serie in piedi con tutti i kai waza che il Maestro ha deciso di farci vedere.  Ci chiede di praticare solo quelli ed in modo corretto come ce li ha insegnati, senza apportare modifiche “personali” cosa che purtroppo in Europa, secondo il Sensei, succede spesso. E’ una raccomandazione che ci ripeterà spesso in questa settimana.

Mercoledì jodo, ho l’onore di praticare con Inari, sinceramente tutti loro sono un altro pianeta in confronto a me.

Venerdì iniziamo la nuova avventura…. Ma questa è un’altra storia.

Siamo arrivati a Sabato e stranamente abbiamo incontrato pochi allievi del Maestro, Morishima Sensei è passato a salutare Venerdì sera ma non abbiamo praticato con lui questa volta.  Sabato pomeriggio, abbiamo trovato in dojo alcuni allievi giovani del Sensei, sono a conoscenza che sono molto bravi ma sabato mi sono reso conto per l’ennesima volta che non potrò mai raggiungere il loro livello.  Quando un ragazzo di 22 anni, terzo dan, mi ha fatto vedere Oroshi, su richiesta del Maestro, in quel momento ho realizzato, come sempre quando andiamo in Giappone, quanta differenza ci sia tra il nostro Iaido ed il loro.

Ho passato l’ultima mezzora con le ginocchia a pezzi a provare a fare oroshi come mi aveva mostrato, ovviamente senza riuscirci, ma l’unica cosa da fare è continuare a praticare e provare a migliorare, anche se non raggiungerò mai la naturalezza e la velocità di quel ragazzo, però ci posso provare.

In mezzo a tutto questo iaido, c’è stato il Giappone, i ristoranti, la solita birreria, ecc. ecc.

Viaggio bellissimo, sempre difficile la convivenza con le persone che ci accompagnano, ma questo succede sempre, ognuno di noi ha i propri ritmi e le proprie esigenze personali e spesso non coincidono.

Claudio Zanoni

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E’ successo!

di Gabriele Gerbino

Catania – Sicilia – 14 Novembre 2022

L’anteprima del messaggio sul cellulare diceva:

Sei stato aggiunto al gruppo “Giappone”

Le sensazioni erano quelle di chi ha appena appreso di aver vinto alla lotteria: gioia, stupore, incredulità. Ho riletto i primi messaggi nel gruppo diverse volte per essere sicuro al 100% di aver capito bene.

Stava succedendo!

Nel mondo del Budo, i praticanti si possono dividere in due grandi categorie: chi ha cominciato a praticare una disciplina perché affascinato dalla cultura Giapponese, e chi si è appassionato davvero al Giappone solo dopo aver iniziato a praticare. In entrambi i casi non c’è da sorprendersi visto quanto queste discipline (Iaido, Kendo, Jodo) siano impregnate di storia e cultura Giapponese.

Ed io ero stato invitato ad andare a visitare Ishido Sensei direttamente in Giappone, nel suo dojo, per una settimana intera di allenamenti. 

Nomadicostiamoscherzando?

Kawasaki – Giappone – 11 Settembre 2023

Aspettare 10 mesi non è stato semplice, ma sapevo che l’attesa sarebbe stata pienamente ricompensata.

Finalmente mi trovavo sulla soglia dello Shinbukan Ishido Dojo ed ero letteralmente ad un passo dal realizzare un sogno. 

Riuscirò a seguire le indicazioni dateci da Claudio e Danielle su come comportarci all’interno del dojo?

Sarò fisicamente e mentalmente in grado di affrontare questi allenamenti sotto l’occhio attento di Ishido Sensei? 

Tante domande si susseguivano nella mia mente, alimentate dalla consapevolezza di essere il “grado basso” del gruppo. 

Una volta completato quel passo però, tutti i dubbi e i timori svanirono grazie anche alla cordialità del Sensei.

L’atmosfera è rilassata e piacevole, con il Sensei che corregge i punti più ostici dei kata che eseguiamo durante la pratica libera. Per la maggior parte del tempo lui resta seduto in un angolo, ma resta sempre attento a quello che facciamo (o non facciamo) durante la pratica. Le proverbiali “grattate di capo” diventano smorfie di disperazione quando proprio non riusciamo a fare qualcosa come lui vorrebbe, il che contribuisce a rendere ancora più distesa l’atmosfera concedendoci una risata generale.

I ritmi degli allenamenti sono intensi:

  • Lunedì: alle 9:30 alle 12:00, dalle 13:00 alle 15:00 e dalle 19:00 alle 22:00
  • Martedì: alle 9:30 alle 12:00, dalle 13:00 alle 15:00 e dalle 19:00 alle 22:00
  • Mercoledì: alle 9:30 alle 12:00, dalle 13:00 alle 15:00
  • Giovedì: alle 9:30 alle 12:00, dalle 13:00 alle 15:00 
  • Venerdì: alle 9:30 alle 12:00, dalle 13:00 alle 15:00
  • Sabato: alle 9:30 alle 12:00, dalle 13:00 alle 15:00

In totale pratichiamo per circa 37 ore in 6 giorni, più di quanto preventivato. Se siete intelligenti e aveste seguito i suggerimenti di Claudio, avreste cercato di non strafare durante i primi giorni. Se siete me, invece, sareste finiti per distruggervi totalmente già al secondo giorno.

L’idea di “contenermi” non era messa in conto, nonostante col senno di poi sarebbe stata la giusta strategia per non arrivare al Sabato completamente sfatti. Una volta tornato in Sicilia, il mio corpo ha impiegato 10 giorni per riprendersi del tutto. Lezione imparata.

Esclusa la mattina del Lunedì, in cui abbiamo spazzolato tutti i 12 kata di Seitei, il Sensei ci ha fatto praticare prevalentemente koryu. Abbiamo affrontato nel dettaglio tutte e 3 le serie di Muso Shinden Ryu, compresi diversi kae-waza che comunemente non si vedono in giro, il che è stato super interessante.

La pratica di Shoden e Chuden è stata per lo più libera, durante la quale tutti abbiamo eseguito e studiato tutti i kata. La pratica di Okuden, invece, e’ stata guidata direttamente dal Sensei che prima spiegava e mostrava i kata e i vari kae-waza. 

Personalmente mi sono focalizzato soprattutto su Shohatto, Ryuto, Ukigumo, Oroshi e Takiotoshi. Durante la pratica di questi kata ho avuto la fortuna di  ricevere diverse correzioni da parte del Sensei che hanno modificato radicalmente la mia comprensione di questi kata. In queste e più occasioni ho potuto fare esperienza dell’immensa conoscenza di Ishido Sensei e del suo desiderio di trasmettere quello che sa nel modo più semplice e chiaro possibile. Avevo sentito parlare di questa sua capacità di andare oltre la barriera linguistica, ma è qualcosa che si può capire solo se se ne fa esperienza in prima persona.

Esegui un kata e il Sensei si accorge che c’è qualcosa che non va? Ti corregge e ti fa vedere cosa dovresti fare e perchè.

Se questo non dovesse essere sufficiente, il Sensei continua a scomporre i movimenti fin quando non diventa chiaro cosa va fatto e come.

Se anche questo non dovesse essere sufficiente, il Sensei è pronto a ricorrere a metodi alternativi quali: 

  • Riprese video, per far rendere conto cosa c’è di sbagliato nell’esecuzione dei movimenti
  • Rotolone di cartone da usare come avversario, per far comprendere distanza e posizionamento dell’avversario
  • Esecuzione di kata “contro” il Sensei con un fukuro-shinai, per far capire come bisogna parare nel caso di un attacco di un avversario “reale”

Bisogna imparare ed eseguire uno Iaido corretto. E poi, ‘proteggerlo’

(Ishido Sensei)

Durante questa settimana abbiamo anche avuto modo di vedere alcuni allievi del Sensei e mi ha impressionato il fatto che tutti, a prescindere dal grado, avessero uno iaido splendido ma soprattutto avessero tutti lo stesso taglio: potente, fluido, “sharp”. Questo è l’effetto di stare sotto la guida costante di Ishido Sensei per anni.

In aereo – Da qualche parte – 18 Settembre 2023

Le 14 ore di aereo da Haneda a Fiumicino sono un’ottima occasione per fare un po’ di retrospettiva sulla settimana appena passata. Tra tutti i sentimenti e le emozioni provate durante questi giorni intensi c’è sicuramente la “gratitudine”. Gratitudine verso il Maestro Ishido, che nonostante i suoi 78 anni continua incessantemente a donarci la sua infinita conoscenza con la gentilezza tipica Giapponese. Ma anche e soprattutto gratitudine verso Claudio e Danielle che, in maniera del tutto non scontata, hanno reso possibile tutto ciò. 

Mentre atterro prendo consapevolezza che se prima “il Giappone” era un sogno, adesso invece si è tramutato in una tappa del mio personale cammino sulla via del Budo. 

Un percorso che continua, sempre più in pendenza, interminabile, e per questo bellissimo.

Gabriele Gerbino

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