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Venerdì 12 marzo ho avuto il piacere di assistere al (primo) webinar di Louis Vitalis Sensei: Budo Q&A 2021.
Purtroppo solo i primi 100 utenti sono riusciti a collegarsi, lasciando al di fuori tante altre persone ed è questo il motivo per cui abbiamo pensato di riportare in questo articolo alcuni dei concetti trattati durante la riunione. L’organizzatore (dojo Yushinkan di Amsterdam, Elaine sensei & David sensei) ha già dichiarato che il limite dei 100 utenti verrà incrementato già dal prossimo incontro.
Il motivo di questo (e dei prossimi) webinar viene subito chiarito da Vitalis Sensei: il Budo non è solo allenamento fisico ma anche mentale. Nella parte mentale è compresa anche la storia e la teoria. Se la pandemia ci costringe a fermarci sul piano fisico possiamo sempre “allenare” la parte teorica in modo da essere pronti e reattivi quando si potrà riprendere la pratica regolare, delle nostre arti marziali.
L’obiettivo è pertanto rispondere ad alcune domande sul budo, non inerenti a dettagli delle singole tecniche, quanto piuttosto a concetti più generali, al fine di accrescere la nostra conoscenza teorica e pratica, sviluppare e formare il nostro carattere, migliorare il nostro rapporto con gli altri.
Ricordo che Louis Vitalis Sensei è Kyoshi 7° dan di kendo, Kyoshi 7° dan di Jodo e Kyoshi 7° dan di Iaido.
Questi i macro argomenti trattati durante il webinar:
- KATEI ENMAN
- GEI NI ASOBU
- SEITO & DESHI
- Approccio scientifico alla pratica nel Budo
- Il contesto sociale dei praticanti giapponesi e degli europei
- La postura da adottare quando si segue un seminario
- Influenza di Reiho sulle tecniche
- Hasso no Kamae
KATEI ENMAN
La prima volta che Vitalis Sensei andò in Giappone fu nel 1977 quando aveva 17 anni.
Il suo primo maestro di kendo fu Edo Kokichi Sensei e, il primo insegnamento che ricevette – durante la sua seconda visita in Giappone nel 1979 – non fu la spiegazione di una tecnica ma un concetto che era la base per poter intraprendere seriamente la “via”. Edo Sensei definì questo concetto chiamandolo Katei Enman.
Non era un concetto strettamente legato al budo.
Katei significa casa, famiglia; Enman significa calma, tranquillità.
Edo Sensei disse:
se vuoi intraprendere seriamente la via del Budo per tutta la vita, hai bisogno di vivere un rapporto calmo e tranquillo in famiglia.
Vitalis Sensei è stato fortunato perché Jolanda, moglie e compagna di vita, è stata anche lei una favolosa Kendoka, per cui non ha mai avuto problemi per tutti gli impegni, week-end compresi, in dojo, insegnando o arbitrando. Ha però incontrato molti validi Budoka che non avevano abbastanza comprensione e consenso in famiglia, il che li ha fatti abbandonare completamente o ridimensionare drasticamente le loro ambizioni nel Budo.
Non si tratta di diventare professionisti del Budo ma se la nostra ambizione è partecipare ad un campionato europeo o raggiungere la soglia del sesto, settimo o ottavo dan, per fare solo due esempi, allora è fondamentale tenere costantemente l’attenzione al Budo senza essere distratti da stress derivanti da situazioni familiari contrastanti.
GEI NI ASOBU
Questo concetto Louis Vitalis Sensei lo aveva già introdotto durante uno dei suoi ultimi seminari di Jodo a Bari, donandoci anche una stampa con la riproduzione della cornice contenente la calligrafia Gei Ni Asobu, presente tutt’oggi al Kodokan, nella cittadina di Mito, prefettura di Ibaraki.
Il Kodokan era una famosa scuola di samurai, dove ai samurai venivano insegnate tutte le arti e le scienze ritenute una buona educazione nel tardo periodo Edo.
Gei significa: Arte (con lo stesso significato che ha in Arte Marziale); Ni Asobu significa: da godere, da vivere.
Gei sta per tutte le arti in cui sono stati istruiti i Samurai, potremmo tradurlo oggi con la parola Budo.
Quindi il senso di Gei ni Asobu potrebbe essere: per continuare a studiare il Budo per molto tempo, devi continuare a divertirti e godere di quello che fai.
Lo studio di questa Arte non è più finalizzato al combattimento ma ha lo scopo di arricchire la salute mentale e fisica, per questo motivo se non si prova piacere nel farlo, si smetterà ben presto.
Già alla fine del periodo Edo (1603-1868), i Samurai di Mito scoprirono questo principio fondamentale, e questo meraviglioso concetto è diventato, da diversi anni, il motto di Vitalis Sensei.
se vuoi continuare lo studio di qualsiasi arte per molto tempo, dovrai AVERE PIACERE a farlo
SEITO & DESHI
La traduzione di Seito è Studente; Deshi significa discepolo (nel campo dell’arte e non in quello religioso).
E’ importante capire questa differenza che nel mondo delle Arti Marziali è tutt’altro che sottile.
Entrambe le parole indicano un certo legame tra allievo e maestro che va ben al di là del poter affermare che si è allievi di un Sensei solo perché si è partecipato ad un seminario o perché si è frequentato il dojo del Maestro.
Seito indica gli studenti che seguono in modo continuativo un Sensei e che si abbia quanto meno un rapporto di conoscenza tra allievo e Maestro. Se si pratica per un certo periodo di tempo in Giappone, in un dojo, non necessariamente si diventa “allievo” del sensei.
Deshi identifica un legame ancora più profondo tra allievo e Maestro, una relazione basata sulla fiducia. Ci si può dichiarare Deshi solo quando è il Maestro a conferire questa carica. Per fare un esempio, Ishido Sensei ha solo 6 Deshi in Europa.
Approccio scientifico alla pratica nel Budo
Questo argomento è scaturito da una domanda di Andy Watson Sensei che chiedeva proprio in che modo gli insegnanti di Kendo di Vitalis Sensei abbiano introdotto un approccio scientifico negli allenamenti di Arti Marziali.
Uno dei fondatori del Kendo, Takano (Sasaburo) Sensei, scrisse un libro sul Kendo in Giapponese antico, lingua ad oggi difficilmente traducibile anche per gli stessi giapponesi. Solo nel 1972, un suo allievo, Mistuhashi Sensei (che fu, a sua volta, maestro del già citato Edo Sensei), scrisse una nuova versione di quel libro, dando una sorta di approccio scientifico che era completamente nuovo per il Budo.
Da allora il Kendo si è diffuso tantissimo e ci sono molti tipi di approcci scientifici, tra cui:
- ricerche statistiche (es. tecniche che hanno più successo o quali punti vengono messi a segno più di frequente);
- Ricerche sul metodo di allenamento (confronto tra i metodi di allenamento di diversi team);
- Ricerche mediche (gli impulsi che arrivano al cervello durante la pratica);
- Ricerche storiche;
- Ricerche di bio-meccanica.
Il contesto sociale dei praticanti giapponesi e degli europei
E’ la volta di Jock Hopson Sensei che chiede un’opinione sulle diverse tendenze sociali / finanziarie / educative / politiche tra i praticanti di Budo in Giappone ed il relativo confronto con i praticanti europei.
Arti Marziali come Kendo, Judo e Karate hanno un comun denominatore: in queste c’è un combattimento libero “reale” come forma di competizione. Per contro, Iaido, Jodo, Kyudo hanno gare, ma non c’è un combattimento vero.
Kendo, Judo e Karate sono anche praticate da molte più persone rispetto a Iaido, Jodo e Kyudo.
Questo vuol dire che tra i praticanti di Kendo, Judo e Karate è possibile trovare ricchi e poveri. I contesti sociali saranno i più vari.
Solitamente i praticanti di Iaido, Jodo e Kyudo, Arti Marziali più “culturali” che sportive, vivono in contesti sociali più agiati.
Dovunque è possibile trovare un dojo di Kendo, invece i dojo di Iaido e Jodo sono molto meno numerosi. Jodo è addirittura inesistente in alcune prefetture giapponesi.
In Giappone ci sono molti gruppi diversi che praticano Budo ed in contesti sociali molti differenti. La popolazione del Budo al di fuori del Giappone è di solito composta da persone curiose di indagare altre culture.
La postura da adottare quando si segue un seminario
Altra domanda posta a Louis Vitalis Sensei su come bisognerebbe stare (in piedi / seduto) ad un seminario di Iaido durante la spiegazione da parte di un Sensei giapponese.
Il consiglio è semplicemente di evitare di attirare l’attenzione su di se. Si può stare in seiza (in ginocchio) o in piedi. Se si rimane in ginocchio evitare assolutamente che i piedi sporgano in avanti, con le mani sul pavimento!
In piedi, evitare di incrociare le braccia e non piegarsi sull’arma.
Influenza di Reiho sulle tecniche
Si, il Reiho ha influenzato sicuramente le tecniche fondamentali del Budo.
Nello iaido moderno ci sono molti kata in Seiza ma nelle antiche scuole di combattimento (Iaijutsu) non esistevano kata in ginocchio. Questo perché sarebbe stata una posizione non adatta ai campi di battaglia.
Quindi non c’è dubbio che la posizione di Seiza sia una sorta di modo artificiale di sedersi, che porta a tecniche di estrazione della spada che sono uniche per questa posizione.
Hasso no Kamae
La posizione corretta del “moderno” Hasso no Kamae è stata definita dalla ZNKR, ma in passato ogni scuola aveva il suo Hasso no Kamae.
E’ probabile che l’attuale Kamae derivi dal Moku no Kamae della Itto Ryu e dal Hasso no Kamae della Shinkage Ryu.
Nel moderno Hasso no Kamae le braccia sono in una posizione “comoda” che non le stanca come per esempio avviene con Jodan o Chudan.
Secondo Takano Sensei, Hasso no Kamae non è un posizione d’attacco, ma una posizione da cui si può osservare l’avversario e, se necessario, passare rapidamente all’attacco.
Conclusioni
Grazie mille a Louis Vitalis Sensei per questo interessantissimo webinar.
Personalmente ho imparato molto da questo webinar. Sono sempre stato convinto che per progredire in un’arte Marziale la sola pratica “fisica” fosse insufficiente. Avere la possibilità di approfondire la parte teorica e culturale tramite sessioni di domande e risposte, condotte e gestite da uno dei Deshi di Ishido Sensei, è un’occasione da non lasciarsi scappare.
Il prossimo webinar è fissato per il giorno 2 Aprile p.v. dalle 20:00 alle 21:00.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito web della Confederazione Italiana Kendo alla pagina: https://confederazioneitalianakendo.it/eventi/qa-with-louis-vitalis-sensei-boost-your-budo-knowledge-2/
Disclaimer
Quanto scritto in questa pagina deriva da mie interpretazioni e riflessioni su quanto espresso da Vitalis Sensei durante il webinar. Pertanto mi scuso in anticipo per eventuali inesattezze dovute a problemi di comprensione.
Non ho potuto seguire i due incontri con Vitalis Sensei. Che piacevole sorpresa trovare la sintesi tradotta in italiano. Grazie per l’impegno.