Nei giorni 24 e 25 febbraio, si è tenuto il seminario International Women in Iaido 2024.

Recensione e riflessioni di Marilena Cioni, Adriana Meme, Silvia Salati e Yves Lepoivre.

women in iaido seminar 2024

Finalmente di nuovo women in iaido

di Marilena Cioni

È stata veramente una piacevole gradita notizia sapere che nel 2024 avrebbe avuto luogo di nuovo il seminario riservato alle donne.

Scoprire un settimana prima dell’evento che Kinomoto sensei non sarebbe stata fisicamente presente ha rappresentato, confesso, una piccola delusione, mitigata dal sapere che il seminario sarebbe stato gestito da Borra sensei e Kanto sensei, con il collegamento in remoto di Kinomoto sensei.

Quindi armate del solito entusiasmo con cui affrontiamo le trasferte dal profondo sud d’europa, disposte ad affrontare 12 ore di viaggio e i sarcastici commenti di amici e conoscenti (sei pazza è  l’epiteto più gentile) eccoci in partenza,venerdì 23 febbraio, per Utrecht.

Raggiungiamo dopo 12 ore di viaggio l’albergo prenotato, sperduto nella campagna olandese, praticamente situato nel nulla, però molto carino.

E finalmente il mattino dopo alle 9 eccoci al palazzetto, si il seminario sarebbe iniziato alle 10, ma sapete bene come siamo fatti noi iaidoka, se non arriviamo almeno mezz’ora prima non siamo contenti, 1 ora è ancora meglio.

Prima bella sorpresa rivedere amiche ed amici da tutta Europa che non vedevamo da tempo, sentire un piacevole entusiasmo che si riflette sui volti e si percepisce negli abbracci, si, eravamo tutte davvero contente di essere lì.

Iniziamo. 

Borra sensei ci espone la situazione dello iaido femminile in Europa ed Italia, numeri e percentuali piuttosto deprimenti, ma purtroppo, temo, riflettono una situazione generale. 

Ad oggi 2024 l’altra metà del cielo fatica ad ottenere risultati, spesso anche per nostra colpa, mancanza di tempo in primis, ma anche di volontà e incapacità di impegnarsi veramente a fondo. Come insegnante sono situazioni che affronto da anni, con le percentuali di presenza femminile decisamente basse e di abbandono decisamente alte.

Poi si passa ad illustrare le differenze nell’istruire uomini e donne, le risposte arrivano da istruttori italiani, non sono certo esaustive, ma le considero illuminanti di quello che è l’approccio maschile all’insegnamento, direi che gli istruttori non hanno, in generale, la sensibilità di comprendere che forse le differenze fisiche hanno bisogno anche di approcci diversi, le difficoltà riscontrate nell’affrontare alcuni kata da parte delle donne dovrebbero essere tenute in maggiore considerazione.

E finalmente arriva il collegamento con Kinomoto sensei.

women in iaido seminar 2024

Siamo contente di vederla in buona forma (e lei ci assicura che il problema che le ha impedito di essere presente è in remissione). Kinomoto sensei ha un grande interesse per le problematiche legate alla vestizione da parte delle donne, quindi anche quest’anno, come già nei seminari precedenti, dedica parecchio tempo a questo argomento, anche se quest’anno è dedicato a come indossare il montsuki,  come usare i vari accessori, come conservarlo, le differenze tra l’indossare un kimono ed uno iaidogi.

Interessante ma non entusiasmante.

Prima della pausa pranzo Borra sensei e Kanto sensei illustrano quelli che saranno i punti che verranno curati durante il seminario, decisamente interessanti, visto che sono i punti critici di buona parte di noi; iai-goshi e nuki uchi.

Bene l’ inizio è promettente.

Spendiamo il pomeriggio ad affrontare esercizi predisposti con l’ausilio di Kinomoto sensei e volti a sviluppare e ad aumentare la nostra percezione di iai-goshi. Molto molto interessante.

La sera sayonara party. In un locale sperduto tra il fango di una strada in costruzione, scopriamo che mangiare pancake di sera è tipicamente olandese, ma direi che non ha suscitato l’entusiasmo di coloro che provengono da nazioni in cui il cibo è un aspetto importante di cultura e tradizione. 

Domenica l’incontro con Kinomoto sensei è decisamente più tecnico. Ecco ritornare quanto anticipato da Borra sensei e Kanto sensei. Con l’ausilio di Matsuoka sensei un’attenta descrizione, anche grafica di come e dove dobbiamo percepire iai-goshi, alcuni suggerimenti ed esercizi per imparare ad usare bene la mano sinistra nel nuki uchi, e come cercare di comprendere distanza e movimento lavorando con i boken in due.

E poi alcune riflessioni.

Nella fase di chiusura di un kata lo zanshin cambia tra il momento in cui finiamo il taglio e quello in cui stiamo per rinfoderare, perchè in questo momento dovremmo pensare che non abbiamo abbattuto un nemico, ma ucciso una persona, con famiglia, genitori, figli. Dovrebbe essere quindi evidente la pietà, non la soddisfazione per la vittoria.

E ancora una riflessione tecnica: non si taglia con le braccia, ma con i piedi, non con i piedi ma con le anche, non con le anche ma con korokoro. 

Si può forse sintetizzare con Ki Ken Tai Ichi o è una mia impressione?

Nel pomeriggio con l’ausilio anche di Renè van Amersfort sensei, Aad van de Wijngaart sensei e Philippe Bruwier sensei abbiamo proseguito con gli esercizi già visti, e con alcuni kata da eseguire come kihon focalizzando la nostra attenzione su iai goshi e nuki uchi.

Quale conclusione trarre da questi 2 giorni?

Ci sono delle evidenti differenze fisiche tra uomini e donne, da qui l’esigenza di trovare metodi adatti per eseguire correttamente i kata.

Ci sono differenze emotive tra uomini e donne, da qui un modo diverso di affrontare spiritualmente i kata.

Ma alla fine dobbiamo raggiungere lo stesso risultato, c’è un solo modo di fare iaido, ma le strade per raggiungere l’obiettivo possono essere diverse. Camminiamo verso la stessa meta, ma ci sono sentieri diversi per raggiungerla. Nessuno è migliore o peggiore degli altri, sono solo adatti alle diversità che ci contraddistinguono. Lo iaido nasce come attività maschile, è quindi costruito sulla struttura fisica maschile, ma se vogliamo giungere a buoni risultati dobbiamo trovare in noi le giuste risorse e risposte.

Non abbiamo la forza muscolare maschile, ma lo iaido si esegue in modo rilassato e usando l’energia, non la forza.

Dobbiamo combattere contro il kasoteki, perchè dobbiamo vincere o soccombere, ma le donne sono ottime combattenti.

Dobbiamo mostrare empatia verso il nostro avversario vinto, ma le donne hanno una capacità di pietà innata.

Quindi chissà, forse lo iaido è più adatto a noi donne ……

2 giorni interessanti, trascorsi in amicizia facendo qualcosa che ci piace e accomuna tutte noi.

Abbastanza per farci affrontare serenamente altre 12 ore di viaggio per tornare a casa. 

Ma lo dico da sempre: noi iaidoka siamo masochisti.

Un grazie a Kinomoto sensei che ha tentato di essere comunque presente, a Danielle Borra sensei, a Yuki Kanto sensei, senza le quali questo seminario non sarebbe stato possibile.

Ci auguriamo tutte di ritrovarci l’anno prossimo.

Marilena Cioni

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