Partendo dall’inizio: Danielle rientrata dal campionato Europeo di Iaido di Monaco, mi avvisa che Andrea Wilke ha intenzione di invitarmi per tenere un seminario istruttori in Germania. Ovviamente ne sono onorato. In Italia credo di aver fatto un lavoro discreto dando un’impronta diversa a quelli che sono gli appuntamenti per gli istruttori, cercando di renderli interessanti e proficui, non tanto per la propria pratica, ma per le competenze nel trasmettere ciò che si impara ai propri allievi. In Germania dovrò fare il seminario in Inglese che non parlo benissimo com’è noto, ma per fortuna le mie castronate sono quasi sempre comprensibili e normalmente mi vengono perdonate.
Dopo qualche mese arriva l’invito di Andrea, cerchiamo la data giusta perché nello stesso periodo c’è il seminario con esami per alti gradi, appuntamento a cui non voglio mancare.
Finalmente troviamo la data, il week end del 8/9 Giugno, scopro che dovrò preparare una parte teorica da tenere in aula….. accidenti, il mio inglese è terribile, riesco a sopravvivere ma da qui a tenere una lezione teorica di 3 ore in aula……. O mio Dio!
Sono assolutamente pieno di dubbi, chiedo esattamente di cosa devo parlare e mi viene detto che devo raccontare delle mie esperienze e introdurre argomenti sull’insegnamento.
Devo dire che sono abbastanza preoccupato, non è una situazione per me normale, ma decido di accettare la sfida e cerco di prepararmi al meglio. Inizio a pensare a cosa portare e, con l’aiuto di Danielle, preparo un PowerPoint diviso in tre parti.
La prima parte riguarda la mia storia nello Iaido e alcuni aneddoti personali, abbastanza semplice da preparare, vedremo come sarà esporlo in pubblico.
La seconda parte si compone di alcune spiegazioni di Murata Sensei relativamente ad alcuni Kanji, spiegazioni che il Sensei ci ha dato durante lo splendido seminario Culturale a Reggio Emilia, concetti difficili e spunti interessantissimi che però devo riuscire a spiegare ed esporre in Inglese.
La terza ed ultima parte vede l’analisi dell’art 20 della FIK riguardante i requisiti richiesti per il passaggio dei gradi.
Bene ora che ho una traccia devo semplicemente esporla e discuterla con i presenti….. in Inglese ovviamente, come ho già detto la mia conoscenza dell’inglese è molto di base e quindi imbarcarsi in un’avventura del genere non è per nulla rassicurante.
Arriva infine il giorno della partenza, durante il viaggio ripasso il PowerPoint preparato ma la cosa non mi rende più tranquillo.
Alla fine arriva sabato mattina, tutto è pronto, tramite chiavetta proietto il tutto su un televisore enorme credo 90/100 pollici e parto con il seminario. Tutto procede, racconto la mia storia nello iaido e aggiungo alcuni aneddoti che non avevo inserito. Proseguo con i concetti che Murata Sensei ci ha donato e cerco di spiegarli ai presenti, lo stesso con l’art 20. Ci sono domande, risposte, il tutto diventa uno scambio.
I presenti mi sembrano soddisfatti, mi fanno i loro complimenti sia per la mia storia sia per gli argomenti trattati e secondo loro ben spiegati, sono felicissimo.
Il pomeriggio e la domenica mattina riprendiamo i concetti di Kikentai, Kokoro, Maai, che abbiamo visto nella relazione del sabato mattina e studiamo i katà , soprattutto quelli che hanno delle differenze in Maai e in Kikentai.
Domenica all’una finisce tutto, pranziamo assieme e tutti mi esternano le loro congratulazioni per un seminario interessante, ben tenuto e con contenuti teorici poi applicati e spiegati nella pratica reale.
Andrea è soddisfatta ed io anche. Per me è stata una sfida, un passo in avanti nella mia crescita nello iaido. Non credo ci debba essere solo una crescita tecnica nel nostro percorso ma anche una capacità di crescita interiore, di rapporto con le persone, di riuscire a trasmettere dei concetti che non appartengono al nostro presente ma sono parte di quello che facciamo.
Questo splendido wk non poteva finire senza una nota negativa: il volo della Lufthansa che doveva riportarmi a casa domenica sera viene cancellato e dopo interminabili code e attese agli sportelli riesco a trovare un volo su Milano la mattina dopo. Dormo 4 ore in un albergo offerto dalla Lufthansa e finalmente la mattina dopo, con un’ora di ritardo, arrivo a Malpensa alle 9,50.
Stanco, tanto stanco, sia fisicamente, dato dal mio problema alla schiena, che mentalmente per lo sforzo fatto, ma tanto tanto soddisfatto di quello che sono riuscito a fare.