Intervista doppia con Andy Watson e Claudio Zanoni

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Questa settimana proponiamo l’intervista doppia con Andy Watson e Claudio Zanoni.

Grazie al successo della trasmissione Le Iene, tutti conoscono come funziona l’intervista doppia e anche noi di Kiryoku abbiamo voluto sperimentare questo tipo di approccio mediatico.

Il risultato, a nostro avviso, è stato incredibile: divertente ma con concetti seri e profondi.

L’idea ci è venuta a seguito dell’ultimo articolo pubblicato (Natali, Rastrelli e l’importanza della pratica libera nello iaido) che insisteva sul concetto di pratica libera e che ha sollevato non poche critiche e qualche complimento.

Abbiamo voluto allora chiedere a due tra i massimi esponenti dello Iaido Europeo cosa ne pensavano, cercando di affrontare un argomento importante in modo scherzoso e divertente.

Si sa la comunicazione passa attraverso diversi canali e, a volte, quello che non si riesce a percepire leggendo un testo, magari risulta da subito più comprensivo guardando un video, soprattutto – come in questo caso – se è anche divertente.

Per noi è stata una piacevole e simpatica sperimentazione. Potrebbe essere la prima e l’ultima oppure la prima di una lunga serie di video interviste con i personaggi più rappresentativi dello iaido e jodo europeo. Sarete voi a decretare il successo o la sconfitta di questo tipo di interviste. Se vi è piaciuta, lasciate un commento positivo. Se non vi è piaciuta… beh, fate finta di niente.

Interpreteremo la mancanza di commenti come un suggerimento per dedicarci ad altro e abbandonare questo tipo di iniziativa 🙂

A voi tutti l’ardua sentenza.

Riportiamo, prima della trascrizione integrale, alcune particolarità emerse nel video:

Il libro citato da Claudio è La collina dei conigli (Watership Down) è un romanzo scritto da Richard Adams nel 1972. Narra di un gruppo di conigli che sfuggono alla distruzione della loro conigliera e vanno in cerca di un posto migliore in cui vivere, incontrando pericoli e tentazioni nel corso del viaggio. Moscardo è il coniglio protagonista. Qui il link per acquistarlo su Amazon: La collina dei conigli.

Il libro citato da Andy è Jonathan Strange & Mr Norrell,  è il primo romanzo di Susanna Clarke, scritto dal 1992 al 2003. Ha vinto il premio Hugo per il miglior romanzo nel 2005. La storia è basata sul ritorno della magia in Inghilterra durante le guerre napoleoniche. Qui il link per acquistarlo su Amazon: Jonathan Strange & Mr Norrell.

Il piatto preferito di Andy è Ankimo, piatto giapponese a base di fegato di rana pescatrice.

Il saluto finale di Andy, “A-ka-Sa-Ta, Na-Ha-Ma-Ya, Ra-Wa-N” cantata sulle note di Frère Jacques (Fra Martino Campanaro) fa riferimento ai verbi giapponesi del gruppo 1 ed è ben conosciuta da tutti coloro che in questo periodo di lockdown hanno studiato la lingua giapponese con Andy.

Trascrizione del video (con traduzione in Italiano):

Intervistatore: Nome?

AW: Andy

CZ: Claudio

Intervistatore: Cognome?

AW: Watson

CZ: Zanoni

Intervistatore: Età?

CZ: 57

AW: 49

Intervistatore: Professione?

CZ: Impiegato.

AW: Consulente.

Intervistatore: Dove vivi?

AW: Surrey, Regno Unito.

CZ: Druento, in provincia di Torino.

Intervistatore: Discipline marziali praticate e livello raggiunto?

AW: Iaido e Jodo, ed ho 7° dan renshi in entrambe.

CZ: Iaido 7° dan renshi, Jodo 3° dan.

Intervistatore: Altri Hobby?

AW: Cucinare, fare giardinaggio, camminare e cercare di imparare l’italiano.

CZ: Camminare in montagna e riparare saya degli allievi.

Intervistatore: Il libro più bello che hai letto?

CZ: La collina dei conigli, è un bellissimo libro per ragazzi con protagonisti una serie di conigli che devono riuscire a sopravvivere, un po’ la metafora degli esseri umani. L’ho trovato interessantissimo, Moscardo era un personaggio fantastico.

AW: Potrebbe essere, Jonathan Strange e Mr Norrell.

Intervistatore: Il film migliore di tutti i tempi?

AW: Matrix.

CZ: Star Wars, non c’è dubbio. I primi tre Star Wars.

Intervistatore: Gruppo o cantante musicale preferito?

AW: David Bowie.

CZ: Una serie, diciamo AC/DC, in gioventù era Ramones e adesso credo, continuo a seguire loro, ma Coldplay sono tra i miei artisti preferiti.

Intervistatore: Piatto preferito?

AW: Probabilmente Ankimo, è un sashimi giapponese con fegato di Monkfish (coda di rospo).

CZ: In Italia è difficile però questa domanda, va bene dai, la pasta alla Matriciana.

Intervistatore: Il tuo miglior pregio?

AW: Posso ridere di me stesso.

CZ: Non so, non credo di avere dei pregi. Non ho filtro: quello che mi arriva in testa esce dalla bocca e quindi può essere un pregio o meno, però…

Intervistatore: Il tuo miglior difetto?

AW: Probabilmente la propensione ad ammalarsi di cancro alla prostata.

CZ: Se vogliamo la testardaggine, che è sicuramente un difetto però ogni tanto può rivelarsi positivo, quindi è il mio miglior difetto.

Intervistatore: Il miglior pregio di Andy?

CZ: E’ eccezionale a fare Iaido, quindi credo sia un pregio notevole. E’ bravissimo secondo me a fare Iaido. Non ho avuto ancora la fortuna di praticare Jodo con lui. Sicuramente per lo Iaido è uno dei migliori praticanti in Europa se non nel mondo, quindi è sicuramente un pregio.

Intervistatore: Il miglior pregio di Claudio?

AW: Scusa Claudio… è sempre gentile, rispettoso e divertente…

Intervistatore: Dai Andy, dì la verità

AW: Si ubriaca tutte le volte.

Intervistatore: Andy, qual’è il peggior difetto di Claudio?

AW: Quando balla diventa molto sudato fino a quando la sua maglietta è bagnata e poi vuole abbracciarti … scusa Claudio.

Intervistatore: Qual’è il peggior difetto di Andy?

CZ: È una domanda abbastanza difficile, credo che il peggior difetto di Andy sia il suo inglese. Nel senso che quando parla a velocità normale e tranquillamente, per me diventa impossibile capirlo. So che non è un difetto però effettivamente per me diventa veramente difficile. Il suo inglese molto londinese credo che sia il suo peggior difetto.

Intervistatore: Chi è il più bravo dei due?

AW: Claudio. A cucinare, parlare italiano e ballare che sono tre cose molto importanti.

Intervistatore: Andy, mi riferivo allo iaido!

AW: [Rivolto a Claudio] Io o te? Oggi è domenica, quindi sei tu!

CZ: E’ una domanda assurda. Secondo me non esiste uno più bravo e uno meno bravo. Facciamo Iaido, io credo ad un buon livello, io credo uno Iaido diverso, piace sia il mio che il suo quindi… se dobbiamo proprio scegliere, secondo me lui. 

Intervistatore: Qual è il tuo segreto?

AW: Prendi sul serio l’allenamento di Iaido ma non prenderti sul serio.

CZ: La testardaggine appunto, il mio difetto. La testardaggine e la voglia di riuscire a fare le cose come devono essere fatte, come io pretendo siano fatte. Quindi quello è il mio segreto, niente di più, tanto lavoro!

Intervistatore: Perché, e come, hai iniziato iaido?

AW: Perché volevo essere un ninja samurai e ho iniziato quando vivevo in Giappone e mi è stato consigliato un insegnante di Iaido chiamato Noguchi sensei e così ho iniziato.

CZ: Molto casualmente, con un mio carissimo amico, Marco Scala, ad un certo punto mi ha detto: “andiamo a fare Iaido?”. Io l’ho guardato e gli ho chiesto: “Che cos’è lo Iaido?”. Lui risponde: “la spada giapponese”.  Incuriosito sono andato a vedere una lezione e poi abbiamo iniziato insieme, ho cominciato a praticare e da loro sono quasi vent’anni credo… anzi dal ’99, si sono 21 anni che pratico iaido

Intervistatore: Perché continui a farlo?

AW: È difficile è come chiedere perché continui a respirare. Mi piace e mi piace la gente e amo le persone che fanno anche Iaido ed è una sfida costante per me, quindi anche se invecchio e non riesco a muovermi così tanto se sto ancora migliorando in qualche modo e questo è un po’ tipo di progressione in avanti.

CZ: Perché continuo a fare Iaido? Perché lo Iaido è una parte della mia vita. Fa parte del mio modo di essere e mi fa star bene, mi diverte ed è una parte essenziale della mia vita praticare, io sto parlando della pratica. Quindi perché non dovrei continuare?

Intervistatore: Come ha contribuito – lo Iaido – al tuo sviluppo personale / alla tua vita?

AW: Imparare costantemente cose nuove e sviluppare nuove abilità non a causa di vecchie conoscenze o vecchie abilità, ma solo perché sfidi costantemente te stesso e guadagni questo nuovo modo di pensare in costante cambiamento, immagino.

CZ: Beh sicuramente ha apportato una sete di conoscenza e una sete di apprendere anche una cultura diversa, quindi diciamo che probabilmente mi ha aiutato perché mi ha fatto uscire un po’ dagli schemi di noi occidentali.

Intervistatore: Quali sono le tappe importanti in un percorso di iaido per arrivare al 7° dan?

AW: In primo luogo è avere completa fiducia nel tuo insegnante e credergli anche se è qualcosa di cui non sei sicuro se capisci che ho difficoltà a credere in lui e quindi devi ovviamente fare un sacco di allenamento un sacco di allenamento consapevole e non fai semplicemente affidamento sul tuo insegnante per fare tutto per te. Devi assumerti la responsabilità di te stesso, quindi devi fare cose come il video da solo e ottenere feedback e controllare te stesso e fare ricerche e non solo assumendoti tutte le responsabilità sul tuo insegnante, penso che sia la cosa principale.

CZ: Io non credo di essere in grado di rispondere a questa domanda perlomeno non credo ci siano delle tappe importanti. La cosa importante è crederci e continuare a praticare e cercare di migliorarsi sempre. Questa è la cosa che ritengo più importante. Non esistono delle tappe.

Intervistatore: Cosa suggeriresti ai praticanti europei di oggi?

AW: Penso che siano sinceramente i migliori iaidoka che ci siano mai stati perché penso che lo iaido e le persone che fanno lo iaido stanno costantemente migliorando rispetto ai loro predecessori che stanno sulle spalle dei loro antenati e quindi siamo, penso, in Europa un eccellente esempio di Iaido di qualità anche rispetto ai nostri fratelli e sorelle giapponesi, quindi penso che dovremmo essere orgogliosi di ciò che stiamo facendo e continuare a cercare di migliorare noi stessi e cercare di continuare a spingere in avanti la prossima generazione.

CZ: Una delle cose che io ritengo più importanti è il confronto. Nel senso di uscire dal proprio dojo e di confrontarsi con altre realtà, può essere un seminario può essere una visita, se si ha la possibilità di andare in Giappone a trovare il proprio Maestro, però sicuramente il confronto. Questo aiuta a crescere e a migliorare la propria pratica.

Intervistatore: Come vedi il futuro dello iaido in europa?

AW: Spero che le nuove generazioni si interessino di più a Iaido in modo da avere persone che possano allenarsi per un lungo periodo della loro vita in modo che possano raggiungere un alto livello mentre sono ancora giovani. Questo è quello che penso accadrà e dobbiamo impegnarci affinché accada.

CZ: Io lo vedo decisamente roseo, o perlomeno lo vedevo roseo prima del Covid. Continuo a vederlo roseo nel senso che io spero si possa riprendere a praticare tutti assieme e a migliorare tutti assieme. In Europa secondo me in questo momento c’è molta fame di apprendere lo Iaido e quindi questo è positivo. Non possiamo fare altro che migliorarci. Secondo me siamo destinati a migliorare ancora il nostro livello.

Intervistatore: Cosa pensi della pratica libera nello iaido?

AW: È molto importante! In effetti penso che dovrebbe essere più della metà della tua formazione il ruolo di un insegnante è quello di darti una rivelazione guidata, quindi la responsabilità di prendere un’idea e lavorarci su in pratica libera è interamente tua.

CZ: Io penso che sia fondamentale! La pratica libera è una parte di pratica che impegna il tuo cervello a fare delle cose, non a ripetere dei movimenti che qualcuno ti ordina. Quindi l’essere in grado di fare una pratica libera, cosciente e soprattutto, diciamo così, severa con se stessi è la miglior via per riuscire a migliorare.

Intervistatore: Perché può essere produttiva?

AW: Perché ti fa pensare a quello che stai facendo e se valuti la speranza che stai facendo e analizza il problema e vedi dove sei in confronto all’oggetto di quello che hai detto e per te calcolare come ottenere da dove sei dove stai andando e questo accade solo nella pratica libera normalmente non succede se l’insegnante è costantemente in piedi sopra di te dicendo che fai questo il tuo cervello che è spento, quindi devi fare pratica libera.

CZ: Un po’ mi ripeto perché se fatta coscientemente, obbliga il praticante a pensare a quello che sta facendo. Pensare a quello che sta facendo vuol dire semplicemente cercare di farlo meglio e quindi in questo senso è produttivo. Certo è che la mente deve essere nella condizione giusta, nel senso che non fare il kata e pensare: “accidenti come sono figo, come sono bravo”. Ma “accidenti sto sbagliando questa cosa, come posso migliorarla” oppure “come posso cambiare questa cosa?”. Questa è la pratica libera cosciente, la pratica libera fatta con intento di migliorare. La pratica libera per dimostrare di essere il più bravo è totalmente inutile e non produttiva.

Intervistatore: Da che momento hai capito l’importanza della pratica libera?

AW: Penso che sia stato quando ho iniziato il mio Shugyo blog mentre mi stavo preparando per il mio 6° dan, quindi fino al 5° dan mi affidavo ai miei colleghi di dojo per darmi un po’ di aiuto e anche fare un po’ di pratica libera ma era preparazione 6° dan che mi ha fatto davvero capire che dovevo fare affidamento su sempre più prove e analisi gratuite.

CZ: Sicuramente abbastanza presto, nel senso che c’è un piccolo aneddoto dove io sono andato ad un seminario con un maestro giapponese che insegnava diverse cose,  e questo maestro giapponese mi chiese di prolungare il fatto di rimanere lì, anche se io non facevo kendo e non praticavo neanche un’altra scuola di spada che lui insegnava. Però mi ha detto: “rimani qua e pratica iaido della ZNKR”. Va bene, rimango, risposi. Quindi dopo l’ora di pratica normale, io rimanevo lì altre due ore a praticare, da solo in un angolo. Ogni tanto lui mi diceva qualcosa. Questo mi ha fatto capire alcune cose sull’importanza della pratica libera. Credo fossi un secondo dan, adesso non ricordo benissimo. Però questo episodio mi ha fatto subito capire che continuare ad avere una spiegazione per poi lavorarci da solo era fondamentale. Quindi, abbastanza presto.

Intervistatore: Cosa suggerireste, agli altri, per rendere la pratica libera più proficua?

CZ: Dal canto mio, poi sentiamo Andy che sicuramente ha molta più esperienza in questo campo per il fatto che lui ha iniziato a praticare in Giappone prima e lì, secondo me, si pratica molto di più con una filosofia di pratica libera. Però il primo consiglio che mi sentirei di dire è fatela! Quando c’è l’occasione di fare pratica libera non fate cazzeggio, fate pratica. E’ fondamentale. Fare un kata e poi stare lì a cincischiare un quarto d’ora, non è pratica libera. Pratica libera è fare i kata, pensare a cosa si è sbagliato, riprovare a fare il kata e poi riprovare ancora. Il consiglio è: avete occasione di farla? Fatela! Fatela veramente però. Poi sentiamo Andy che sicuramente è più ferrato di me.

AW: Penso che ai seminari le persone dovrebbero avere più tempo per le prove libere da parte dei sensei che dirigono il seminario, dovrebbero ricevere un obiettivo e alcune informazioni con cui allenarsi e quindi dovrebbero essere lasciati soli a fare pratica durante il seminario e non ricevere costantemente nuove informazioni o feedback, ma spazio e tempo per praticare da soli.

Intervistatore: Sareste disponibile, ad approfondire l’argomento, in un’intervista seria?

AW: Certo, sì, assolutamente, penso che sia penso che l’unico modo per noi di fare sempre più progressi sempre più velocemente sia la pratica libera che significa responsabilità personale e autoanalisi, quindi sì assolutamente.

CZ: Più seria di così? Non so se sono capace ma si, decisamente si.

Intervistatore: Ditemi una cosa a piacere

CZ: Una cosa a piacere… non vedo l’ora di poter ricominciare a fare iaido con gli amici europei dal vivo. Diciamo che mi mancano un po’.

AW: Sono costantemente sorpreso di quanto velocemente le persone sviluppino le proprie idee e raggiungano conclusioni molto ragionevoli senza la necessità di sentirsi dire di fare qualcosa e questa abilità dovrebbe essere usata più da tutti, sì!

Intervistatore: E per finire… Salutate tutti, come solo voi sapete fare

CZ: Ricordando un bellissimo after Sayonara: poooo, po-po-po-po, poooo, poooo, po-po-po-po, poooo…

AW: Ciao a tutti, A-ka-Sa-Ta, Na-Ha-Ma-Ya, Ra-Wa-N …

3 COMMENTS

  1. Ma sì, sarebbe bello continuare, è molto bello conoscere persone un po ‘più importanti per la nostra pratica. Non siamo tutti abbastanza fortunati da poter seguire da vicino il loro insegnamento, quindi la pratica libera è anche quella di cercare di capire la loro visione di Iaido e il suo insegnamento e confrontarli con i nostri.
    Grazie per aver trascritto il video!
    (Siamo spiacenti, traduzione su Internet …)

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