Seminario federale di Iaido a Messina, condotto da Danielle Borra Sensei e Claudio Zanoni Sensei, del 29 e 30 ottobre 2022.
Recensione e riflessioni di:
- Stefano Banti
- Giuseppe Scarlata
- Stefano Proto
Iaido Nostrum
di Stefano Banti
Seminario federale di Iaido a Messina, condotto da Danielle Borra Sensei e Claudio Zanoni Sensei
Certo, la perfezione non è di questo mondo, ma è pur sempre lecito perseguirla. Chi segue questi due insegnanti conosce il loro approccio verso lo iaido. Costruito lentamente, giorno dopo giorno, con la dedizione e la pazienza di un architetto chiamato ad erigere una cattedrale.
Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: cercare la profondità nella semplicità. Ed è un messaggio rivolto a tutti i presenti: a chi, il giorno seguente, si presenterà per l’esame di I Kyu e a chi, prossimamente, tenterà il VI o il VII dan.
Oggi ci occuperemo di tagli diagonali – anticipa Claudio – domani affronteremo il movimento del corpo. E i kata vengono raggruppati di conseguenza, in una logica dove nulla è lasciato al caso.
Il taglio inizia sulla spalla sinistra dell’avversario, in quel punto chirurgico, non lontano dal collo, dove la lama incontrerà meno ostacoli sul suo cammino ed esce fuori dalla sua anca destra fermandosi poco sotto l’orizzontale. Il riferimento, il punto di controllo, diventa allora la mia anca. Questione di geometria, archi a tutto sesto nella navata centrale.
Una parola per tutti, dicevamo. Ed ecco, quindi, un messaggio anche per noialtri sul lato avanzato dello schieramento: se il tagliente non è rivolto verso destra, l’Hasuji non è corretto.
La sera è una festa e la cena, con tutto ciò che quella terra ha da offrire, si trasforma in una battaglia campale. Poi qualcuno, come se non bastasse, propone una tappa conclusiva presso una pasticceria di sua conoscenza, a suo dire degna di estrema attenzione. In effetti è così, ma siamo nella stagione della frutta di Martorana e la battaglia, fino a quel momento senza vincitori nè vinti, si trasforma allora in una disfatta, una Caporetto, con settimane di corse, diete e sacrifici andati in fumo.
Il giorno successivo siamo di nuovo al lavoro e sono Jikuashi, Okuri Ashi, Ki Ken Tai no Ichi come se piovesse. Morotezuki, Sougiri, mai perfetti abbastanza, prendono forma propria e mi ricordano Scilla e Cariddi, fonte di tanti naufragi.
Ma, al di là dei contenuti tecnici, quello di Messina resterà per me un evento da ricordare. Un seminario nel cuore del Mediterraneo con isolani per nascita o, come nel mio caso, per adozione. Luoghi lontani, separati dal mare. Eppure il mare anche unisce, ed è bello vedere gente spostarsi, come antichi marinai, con qualcosa da trasmettere e qualcosa da apprendere. Isolani ma non isolati: il potere di una consonante che, in questo caso, fa una grande differenza.
Stefano Banti
clicca qui sotto per leggere altre riflessioni