Sensazioni di un piccolo iaidoka al suo primo stage
di Stefano Proto
ll mio viaggio inizia in auto verso Messina diretto al mio primo stage, con tanto entusiasmo e ansia in corpo.
Arrivato alla meta i miei pensieri ritornano sulla mia poca esperienza di neanche due mesi di pratica, ma l’entusiasmo alla fine prende il sopravvento spronandomi a cercare di dare il meglio nelle mie capacità. Di questo devo rendere omaggio alla mia sensei Marilena che mi ha incoraggiato da subito a non pensare alla mia mancanza ma a godermi l’esperienza.
Lo stage a mio avviso comincia già da fuori scambiandosi una stretta di mano o un saluto da lontano, presentandosi a persone che sai hanno la tua stessa passione, ed e davvero rincuorante per un piccolo iaidoka come me alla sua prima esperienza.
Arrivato agli spogliatoi l’ansia sale perché so che oramai sono molto vicino al momento tanto atteso, ma l’aria rilassata e le chiacchiere in spogliatoio mi aiutano a smorzarla. Ci siamo!
Dopo il saluto iniziale si comincia con un riscaldamento guidato dal sensei Claudio molto impegnativo che va a valorizzare i movimenti base dei kata con una serie di colpi in una lunga sequenza, che ho trovato davvero molto interessante.
Da qui in poi i sensei Danielle, Claudio e Andrea cominciano la spiegazione del primo dei tanti kata che faremo durante lo stage.
L’ansia si era trasformata in concentrazione cercando di non perdere niente e apprendere ogni movimento e parola dei sensei, essendo per me tutto veramente nuovo.
La spiegazione di un kata veniva frammentata in più parti andando a studiarlo nei particolari, quindi veramente molto dettagliata. Questo permetteva la comprensione di kata mai fatti anche ad un piccolo iaidoka come me.
I sensei erano sempre pronti a consigliarci e correggere durante i giri di osservazione, che ovviamente mettevano un po di pressione ad un piccolo iaidoka come me.
Pressione che però i sensei riuscivano sempre a farmi passare riuscendo a essere sempre super disponibili anche con chi come me era alle primissime armi ed a mettermi a mio agio.
Kata dopo kata, spiegazione dopo spiegazione, le ore sono volate lasciandomi la sensazione di aver salito un gradino in più in quella lunghissima scala senza fine del bushido.
Un’altra emozione forte è stata il saluto a fine stage essendo stato veramente il primo in assoluto.
Lo stage mi ha lasciato tante emozioni, che non so se sono riuscito bene a descrivere a parole, ma spero di esserci riuscito almeno un po’.
In conclusione lo stage ha rappresentato per me anche un arricchimento personale e non solo da iaidoka.
Stefano Proto (Iaido Mudan)