di Cristina Gioanetti – 3° dan Iaido
9 febbraio 2016
A fine gennaio si è tenuto uno stage privato con il Maestro René Van Amersfoort 7dan Renshi presso il nostro dojo.
La sessione si è svolta iniziando con un riscaldamento piuttosto intenso e il sensei ha spiegato che per ottenere dei buoni risultati nella pratica occorre avere una buona forma fisica.
Se alcuni di noi trovano faticoso eseguire i movimenti che i kata richiedono, significa che dovremmo integrare con qualche altra attività che porti il nostro corpo ad essere fisicamente e non solo tecnicamente allenato.
Infatti il Maestro René ha sottolineato più volte nel corso dei due giorni di stage, come la realizzazione dei kata necessiti non solo della conoscenza tecnica, ma anche di una fluidità che viene dall’uso del corpo.
Questo permette di non creare cesure nel movimento, di muoversi nello spazio in modo realistico e di eseguire gesti efficaci.
A me è parso uno sviluppo del discorso più volte tenuto dal sensei sul fatto di essere rilassati, ovvero sul fatto che l’efficacia del taglio non stia tanto nell’impiego della forza, quanto nella naturalezza del movimento; in questo ultimo stage è come se avesse allargato il discorso guardando non solamente il momento del taglio, ma tutto il muoversi del corpo nello spazio del kata.
E in tal senso René ha spesso utilizzato l’espressione in the flow: ci si muove in uno scenario e in uno spazio e, nel flusso di questo movimento, si realizzano le azioni specifiche che un determinato kata richiede.
Ciò permette di avere maggior continuità, di non esporsi all’avversario perdendo lo Zanshin, di non interrompere l’azione compromettendo Seme e progressione in avanti, di essere il vero fautore di un agire sensato e non di arrivare in ritardo rispetto ai fatti (“You mustn’t walking behind the facts”).
La buona forma fisica, insomma, e il controllo del nostro corpo fanno sì che si eviti il classico errore – che tutti abbiamo sperimentato – di farsi trascinare dalla spada:
- il corpo si muove nel modo più naturale possibile perchè sta bene;
- nella scioltezza di questo muoversi esegue quello che sa di dover fare, applicando la conoscenza tecnica;
- la spada, in tutto questo, rende il corpo leggero (“My sword makes my body light”) anziché, come spesso accade, appesantirlo.
Tutto questo dovrebbe confluire nella realizzazione del concetto di KOBO NO ICHI – che consiste nel difendersi ed attaccare in un’unica azione.
Personalmente ho trovato molto interessante i concetti espressi in questo stage; in the flow significa agire con spontaneità, significa assimilare a tal punto la pratica da renderla una conseguenza naturale, significa continuare il cammino personale, significa non perdere il filo del discorso ed approfondire l’insegnamento dei maestri in un dialogo ininterrotto e sempre più ricco di spunti.
Siamo sulla via, siamo nel flusso delle cose.