Ogni volta che vado in Giappone noto alcune differenze di base fra lo iaido che facciamo in palestra e quanto viene fatto in dojo anche dall’ultimo principiante.

Una prima differenza è l’efficacia del taglio. I nostri tagli sembrano deboli a confronto e non hanno la velocità e la  “forza” di quelli che vedo nel dojo del Maestro. 

La dinamicità del taglio è costruita con il corpo mai con la forza delle spalle/braccia e il modo di usare il corpo è decisamente più efficace. Visivamente è chiaro che il corpo è impegnato completamente e realizza il movimento di taglio. 

In Italia la sensazione è diversa. Non si può ovviamente generalizzare ma spesso si vedono tagli deboli, lenti o eseguiti solo con l’uso della muscolatura di spalle e braccia. Visivamente sono meno impattanti.

Esistono molti modi diversi di tagliare e il taglio può venire insegnato in maniera molto diversa.

Per noi nella nostra palestra si tratta di effettuare un taglio rotondo sia con la punta che con le mani e sia in salita che in discesa. Se la nostra katana/iaito avesse un pennarello legato in punta traccerebbe sul muro un bel cerchio in salita e in discesa. 

La velocità del taglio è data dall’impugnatura morbida all’inizio che permette di far partire automaticamente la punta e realizzare una buona velocità. Non si tratta di cambiare impugnatura questo sarebbe sbagliato ma semplicemente di avere un’impugnatura morbida e quindi lasciare lo spazio fra la mano e la spada che permette di far partire naturalmente e senza movimenti aggiuntivi la punta e la spada. Il tenouchi invece permette di fermare la spada nel punto finale. Il tutto senza che ci siano blocchi o interruzioni.

Il corpo con la spinta delle anche posizionate in modo corretto (leggi l’articolo Alla ricerca della postura corretta) e del piede dietro aiuta a dare potenza e profondità al taglio.

Quindi non si tratta di forza ma di giusta velocità che si deve ottenere nel primo tratto del movimento fino all’ipotetico impatto e di giusto uso del corpo che spinge in taglio.

Sembra semplice ma continuo a vedere tagli che non hanno abbastanza “potenza” o che disperdono la forza perdendo di efficacia. Bisognerebbe quindi riflettere un po’ di più su questo punto e controllare se la nostra percezione corrisponde a quanto realmente facciamo con i sistemi per esempio suggeriti da Alessio (Coach’s Eye: il tuo sensei virtuale) o facendosi osservare e correggere (quando sarà possibile, dai propri Sempai o Sensei).

Ovviamente non è possibile imparare a tagliare leggendo delle cose ma possiamo provare a guardare diversi esempi di taglio realizzati da gradi diversi e confrontarli con quanto abbiamo in mente.

Si ringraziano Andrea Cauda, Andrea Setti, Bálint Farkas, Cristian Biscaro, Francesca Pescini, Lorenzo de Vecchi e Norbert Bota per aver contribuito con i loro video.

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