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di Bálint Farkas
Prima di tutto, permettetemi di esprimere la mia gratitudine per l’opportunità di condividere le mie impressioni sul blog Kiryoku riguardo al seminario invernale con Claudio Sensei a Budapest.
Il seminario si è svolto nell’arco di tre giorni a Budapest dal 2 al 4 febbraio e il programma prevedeva lo studio sia di Koryu che di ZNKR seitei. È stato bello vedere molte persone riunirsi (a livello ungherese) con la voglia di imparare e crescere in entrambe le discipline. Personalmente sono rimasto colpito dalla dedizione del nostro nuovo amico di budo, arrivato dal Messico per imparare. È difficile esprimere tutto per iscritto, ma ci provo.
Il primo giorno abbiamo avuto una sessione di koryu che è servita come riscaldamento per tutto ciò che avremmo affrontato il sabato e la domenica. Claudio Sensei ci ha mostrato le pratiche di taglio, alcuni kata chuden e okuden, con un focus sul maneggio morbido e fluido della spada. Ha sottolineato che eseguire i kata e i tagli a livello di chuden e okuden è impossibile senza un maneggio morbido della spada. Molte persone, me compreso, sono “incantate” dal suono delle loro spade, quindi il taglio è apparentemente deciso e veloce ma in realtà è ancora molto rigido. Quindi, cambiare l’angolazione e tagliare correttamente non è possibile se non si è morbidi nell’utilizzo della spada. Alcuni nuovi partecipanti tentano ancora di imparare le “coreografie” dei kata, ma è bene non sviluppare questa cattiva abitudine. Come sempre tutti erano contenti di Yama Oroshi e personalmente io di Iwanami che occupa un posto speciale nel mio cuore.
Il secondo giorno siamo passati al seitei. A volte viene considerato un insieme di kata un po’ troppo “formale”. Sembra che tutto sia scritto nel manuale ZNKR e ci dimentichiamo degli “avvisi estesi” e delle spiegazioni dei Sensei Giapponesi Hachidan. Seguendo anche queste indicazioni si può trovare ulteriore profondità nel seitei. Abbiamo trascorso 8 ore praticando 5 kata più alcuni punti in tsuka-ate. Questo ha richiesto attenzione e concentrazione da parte di tutti i partecipanti. Il Sensei ha evidenziato la corretta sequenza dei movimenti per effettuare uno iai coerente ed efficace. Alcuni di noi si affrettano con il movimento dei piedi o non vedono l’ora di tagliare. Ciò può causare mosse incoerenti o addirittura mancare completamente l’avversario. Oltre a ciò, anche il ritmo è importante (e non la velocità!). A volte, a causa delle difficoltà con la postura o i piedi corretti, ci si può dimenticare di tagliare immediatamente una volta che siamo pronti. Ho commesso errori simili. Come ho osservato io stesso, ho percepito che questa abitudine faceva assomigliare i kata a un “fumetto” di Batman in cui ogni azione viene fermata fino all’immagine successiva. Anche se ho la sensazione di fare movimenti fluidi. Non posso elencare qui tutti i punti che ho percepito, ma Claudio Sensei ha fornito molti dettagli che possono essere utili non solo nel seitei ma anche nel koryu.
L’ultimo giorno abbiamo assistito a tutta la serie shoden di koryu. Partecipo al seminario Muso Shinden koryu a Torino dal 2014 e ogni volta apprendo nuovi dettagli. Forse perché, essendo principiante, per me è tutto nuovo. Non sorprende che la stessa cosa sia accaduta qui a Budapest. Avevamo partecipanti provenienti da alcuni dojo diversi, quindi Claudio Sensei ha prima contestualizzato le possibili piccole differenze tra alcuni insegnanti, chiarendo però che si trattava solo di “variazioni” piuttosto che di differenze. Poi ha sottolineato che segue e insegna secondo la linea di Ishido sensei. Ha anche condiviso le novità ed i singoli dettagli appresi da Ishido Sensei in Giappone a settembre.
Giusto per citare alcuni punti di ciò che abbiamo imparato: uno può pensare di fare un corretto “seme” apparendo serio e spingendo la spada in avanti, ma in realtà dobbiamo mantenere questa posizione finché non si sbilancia l’avversario e approfittare di questo breve istante per eseguire il furikaburi e tagliare. Questo non è affatto così ovvio come sembra. Questo concetto è già evidente in shohatto. Inoltre anche l’uso del corpo è importante e l’avanzamento deve essere corretto. In altre parole, si tratta di un movimento fatto con tutto il corpo, non solo un avanzamento sulle ginocchia. In ryuto abbiamo imparato l’importanza del movimento dei piedi perché è un kata molto conosciuto e i movimenti sono molto scenografici. Questo può distogliere l’attenzione dal corretto movimento dei piedi che però è una parte essenziale di questo kata.
Una volta che sono riuscito ad acquisire maggiore familiarità con un movimento rispetto al passato, mi sono sentito un po’ più a mio agio. Questo evento mi ha ricordato che se voglio migliorare il mio iai devo sentirmi a disagio – anche se è doloroso in alcuni movimenti – ma è necessario per cambiare. Se l’esecuzione del kata è comoda per me, mi devo insospettire, molto probabilmente lo sto eseguendo da principiante o addirittura ne ho solo una comprensione superficiale.
Alla fine abbiamo praticato alcuni kata della serie okuden in piedi per divertirci e ricordare a noi stessi l’importanza dei movimenti morbidi e fluidi.
In conclusione ho scoperto molte aree di miglioramento in alcuni movimenti di cui ho parlato prima ma non sono riuscito ancora a osservarle in modo così approfondito. È stato un grande piacere imparare tutto questo. Auguro a tutti voi una buona caccia a dettagli simili nello iaido.
Grazie mille per l’insegnamento.
Bálint Farkas