Anche quest’anno siamo andati dal Sensei in Giappone per la nostra settimana di Iaido.
In sei giorni abbiamo fatto 28 ore di iaido con il Sensei sempre presente in dojo. Un allenamento intensivo e profondo.
Poiché due settimane prima di partire mi si è bloccato il ginocchio e inizialmente non riuscivo neppure a camminare, ero abbastanza preoccupata. Il Sensei mi ha fatto allenare solo con i kata in piedi di ZNKR e mi ha fatto studiare Okuden in piedi, con piccole difficoltà sono quindi riuscita ad arrivare fino alla fine dell’allenamento.
Su Okuden questa volta il Sensei mi ha fatto approfondire le singole tecniche tralasciando i diversi kai waza che avevamo visto a giugno. Anche questa volta ha insistito molto sulla tecnica ma molto di più sul contenuto e sul significato di quello che stiamo facendo usando come sempre mille attrezzi e i disegni alla lavagna.
Nel tempo ho capito che il modo di insegnare del Sensei è duplice. Se scegli di fare molti kata il suo insegnamento rimane più in superficie, ti dice molte cose ma non ha il tempo di approfondire. Se invece scegli di studiare pochi kata allora il suo atteggiamento cambia: il primo giorno ti dice che va abbastanza bene, ti lascia prendere familiarità con la forma e ci sono poche correzioni, il secondo incomincia ad aggiungere dettagli, il terzo aggiunge ancora delle cose e ti dimostra l’efficacia o meno di quello che stai facendo e così via. Alla fine della settimana la conoscenza del kata si è approfondita tantissimo e capisci cosa vuol dire il Sensei quando cerca di farti capire che Koryu è un mondo di cui è importante capire bene il senso e l’applicazione: cosa sta realmente facendo il tuo avversario e di conseguenza come ti devi muovere tu?
Per esempio Alessio ha studiato per tutta la settimana principalmente Oroshi e ha ricevuto tantissime correzioni e dimostrazioni dal Sensei e alla fine anche un complimento: much much better!
Claudio invece ha ricevuto alcune piccole correzioni su Ukigumo e Oroshi (kata sui quali ha passato intere giornate di studio negli anni precedenti) e un bell’approfondimento su Iwanami e una “special version” di Tozume.
Cosa dire? Ogni volta rinasce l’entusiasmo e ritorna appieno la voglia di continuare a studiare e ad approfondire perché ci sono tantissime cose da imparare ed il Sensei è sempre estremamente generoso nel guidarci sulla via dell’apprendimento.
Danielle Borra, kyoshi 7 dan
Ed eccoci di nuovo qui in Giappone, sono passati un po’ più di 6 mesi, ed eccoci di nuovo a Kawasaki, che oramai è un po’ come se fosse una seconda casa, si conoscono i ristoranti, i locali dove bere una birra anche se ogni anno si fanno nuove scoperte.
Quest’anno abbiamo deciso di andare ad inizio anno, complici un po’ le olimpiadi ed un po’ il mio lavoro che a maggio mi crea sempre problemi, quindi per il primo anno da quando sono 6 dan non parteciperò al Kyoto taikai.
Settimana secca di studio in dojo quindi, tante aspettative con qualche paura, ho un fastidio alle ginocchia e non so come riuscirò a reggere.
Il viaggio è ok tranne per Marilena a cui perdono i bagagli che fortunatamente arrivano domenica sera direttamente in albergo.
Lunedì mattina in dojo alle 9.40, il Maestro ci aspetta già pronto, è in splendida forma e ci farà compagnia per tutte le ore di lezione: fantastico!
Finalmente sono più rilassato, ho appena passato l’esame da 7° e quindi posso concedermi un minimo di tranquillità e serenità, all’esame da 8° mancano 10 anni, e diciamo che almeno questa volta voglio allenarmi senza pressioni di sorta. Dal prossimo viaggio si inizierà la preparazione, faccio i kata di ZNKR e non ci sono praticamente correzioni, alcune piccole note su ushiro e su ukenagashi (come poteva mancare!).
Il ginocchio regge e quindi dopo un po’ inizio a ripassare la prima serie, il Maestro mi da dei compiti su Ryuto, compiti che mi porterò a casa e che continuerò a studiare in dojo, e mi corregge Gyakuto, diminuendo l’abbassamento delle anche nello tsuki.
Lunedì sera passa in dojo Morishima Sensei che mi porta un regalo per il passaggio del 7 dan, spendendo delle bellissime parole su di me e Danielle e sulla nostra pratica. Purtroppo ha un problema al gomito e non può praticare, molto probabilmente dovrà sottoporsi ad una operazione, speriamo che possa riprendere presto a praticare ed insegnare.
Inizio a ripassare la seconda serie, la mia preferita, le ginocchia reggono e quindi spendo tantissimo tempo su Ukigumo, Oroshi, con piccole correzioni da parte del maestro che comunque, sembra soddisfatto delle mie performance. Eseguo Iwanami basic version, ed il Maestro mi fa un bellissimo regalo, mi viene vicino e mi insegna altre due versioni di Iwanami, le provo ed il Maestro annuisce, “ok, adesso puoi praticare queste”.
In questo frangente mi fa un bellissimo complimento, con l’aiuto di un piccolo traduttore, ci sta illustrando i concetti più difficili, e parlando nel traduttore quello che ne esce è: “ Cosa ha di buono Zanoni? E che gli dici le cose e le fa subito corrette”.
Credo di essermi alzato da terra in quel momento, sicuramente è un dono che ho sempre avuto, quello di avere una grande capacità mnemonica col corpo, vedo una cosa e riesco quasi subito a replicarla, abbastanza correttamente, ma sicuramente in questi anni di studio dello iaido, mi sono impegnato moltissimo a migliorare questa qualità cercando di replicare col corpo gli insegnamenti che mi vengono donati dai Sensei.
Le ginocchia iniziano a lamentarsi, ma chi se ne frega, vado di ghiaccio e antidolorifici e continuo a macinare kata e cerco di correggere le cose che il Sensei mi insegna, quando arriviamo a Tozume il Maestro ci spiega la differenze tra il kata di Shinden e quello di Jikiden, e poi mi guarda e mi dice, Zanoni special tecnic! Wow, che altro dire, l’ho già visto, ho anche provato a farlo ma non pensavo che il Maestro mi ritenesse pronto per questa tecnica, solo alcuni dei migliori Iaidoka Europei, come Lukas e Jesper si avventurano su questo tipo di tecnica senza risultare goffi, mi cimento e dopo qualche correzione il kata inizia a prender forma, ci dovrò lavorare ma ci arriverò, voglio ripagare la fiducia del Maestro.
Per la prima volta da quando vado in Giappone mercoledì sera ho partecipato alla lezione di Jodo, devo ringraziare infinitamente Aurélien, per avermi assistito 2 ore e mezza, e anche Kotaro Sensei che mi ha dato preziosi consigli. In molti pensano che il Jodo per me non abbia nessuna importanza, persone che non mi conoscono e che partono dal loro modo di vedere le cose ma se non mi interessasse non lo praticherei. Sicuramente il mio obbiettivo primario fino a novembre era prendere il 7° dan di Iaido, ma adesso è altrettanto importante crescere nel Jodo, pratico Jodo tutte le settimane e a marzo proverò il 4° dan cercando di evitare la bocciatura. Ovviamente praticare Iaido ed insegnare Iaido mantenendo un livello alto richiede un impegno notevole, di energie, di tempo e di risorse finanziare, non posso sicuramente duplicare queste energie nel Jodo, non ne sarei capace.
Ma tralasciamo l’intermezzo Jodo e torniamo al Giappone, l’allenamento procede fino a sabato, le ginocchia oramai non ce la fanno più, di notte dormo pochissimo per il dolore, ma non mollo e fino a sabato pomeriggio lavoro in seiza ma soprattutto in tate hiza.
Il Maestro è impagabile, ci ha dato tantissimo ed anche lui sembra essere stanco, purtroppo la settimana è finita, salutiamo Kawasaki, salutiamo la nostra seconda casa, salutiamo il Maestro che ci ha di nuovo dato così tanto
Grazie Sensei ,
Claudio Zanoni, renshi 7 dan