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Una vita trascorsa con le arti marziali, oltre quarant’anni di pratica, arbitraggio, insegnamento e di partecipazione attiva alla vita federale belga, Kyoshi settimo dan di Iaido e Renshi sesto dan di Jodo, rappresentate europeo accreditato della comunità di Iaido del Tamiya Ryu e passato attraverso una devastante esperienza che l’ha portato a dover ripartire da zero, con un diversa attitudine vero tutto. La forza, la perseveranza, il pensiero e l’attenzione per gli altri di Patrik Demuynck, altra figura di spicco del budo Europeo con il quale abbiamo il piacere di poterci intrattenere in un’amabile chiacchierata per conoscere meglio la sua vita all’insegna dell’arte della spada.

Patrik Demuynck Sensei

Demuynck sensei, le siamo davvero grati di aver voluto condividere un po’ del suo tempo con noi, per permetterci di approfondire la storia del budo europeo e conoscere le figure chiave dell’evoluzione del nostro iaido. Partiamo quindi dall’inizio con una velocissima domanda per poterla meglio posizionare nel quadro storico:  quando e dove è nato?

Sono nato il 24 maggio 1956 a Heestert, in Belgio.

Ora sono un Sales Manager in pensione, sposato, con due figli e quattro nipoti.

Le sue note biografiche suggeriscono che avremo molto da parlare e da scoprire su di lei, inoltre arriva da un’area europea che sembra proprio essere la culla dello Iaido. Se non ricordo male, lei hai iniziato con altre arti marziali: quando e come hai iniziato, e che gradi ha conseguito nella sua lunga carriera?

Ho iniziato a imparare il karate alla fine degli anni ’70 e sono passato a Kendo, Iaido e Jodo nel 1980. In realtà, il mio interesse si è sviluppato fin da quando avevo otto anni, quando ho letto un fumetto di samurai e sono rimasto affascinato dalla katana e dal menpo.

Ho superato l’esame Iaido nanadan nel 2006, ora sono Kyoshi, e l’esame Jodo rokudan nel 2010, ora sono Renshi.

Tutto è iniziato dopo aver visto un enbu di Kendo e Iaido in un comune vicino a dove vivevo nei primi anni ’80.

È passato molto tempo da allora ed è facilmente immaginabile che tutto fosse abbastanza diverso rispetto ad oggi. Qual era lo scenario dello Iaido e dei dojo quando ha iniziato negli anni Ottanta?

Negli anni ’80 lo Iaido non era ancora così diffuso e c’erano pochissimi dojo, ma insieme ad altre persone interessate ho potuto avviare un dojo per insegnare Kendo e Iaido, e successivamente anche Jodo.

Per sviluppare il nostro iaido abbiamo dovuto viaggiare molto nei Paesi Bassi per studiare con Louis Vitalis sensei, e poi dovevamo anche partecipare a seminari internazionali dove potevamo, ma purtroppo non c’erano così tanti eventi in quel periodo.

Nel 1993 i primi Campionati Europei di iaido sono stati organizzati nei Paesi Bassi, quindi lo Iaido ha cominciato a diventare costantemente più popolare dopo circa una decina d’anni.

Patrik Demuynck Sensei
1993 – During the first EIC in company of Ishido Tadanori sensei

È sempre affascinante apprendere di queste fasi pionieristiche, e realizzare come oggigiorno sia invece molto più semplice poter praticare queste discipline. Ma tra la pratica e l’insegnamento, e con il consolidarsi della sua esperienza, quando e come ha compreso che sarebbe diventato un impegno completo?

Mi sono reso conto che lo iaido sarebbe diventato un impegno completo dopo aver incontrato Yoda sensei e Machida sensei, due insegnanti Tamiya Ryu, in quei primi EIC nel 1993 a Sittard.

Quindi quell’evento è stata una vera pietra miliare della sua passione e carriera: sono loro i suoi sensei allora? Può raccontarci di più su come è entrato in contatto con loro e ha sempre continuato a praticare il Tamiya ryu?

Si, il mio ryu è il Tamiya Ryu, lo stile di spada di Yoda sensei e Machida sensei. Era così diverso, rinfrescante e puro, così genuino, eppure decisivo: uno stile di spada pieno di rispetto, disciplina e fiducia in se stessi. Ho compreso subito che quella sarebbe diventata sicuramente la mia strada!

Ho continuato a studiare il Tamiya Ryu e le cose sono ulteriormente migliorate dopo aver ottenuto il 6° dan in ZNKR iai nel 2000, quando l’anno successivo le due sensei mi hanno presentato Fukui sensei del ramo Odawara (JP) del Tamiya Ryu.

Fukui sensei era allora anche il leader della prefettura di Kanagawa e per molti anni era stato il fedele assistente del Soke Tsumaki del Tamiya Ryu.

Dopo un po’ di tempo sono stato accettato come membro della comunità Tamiya Ryu e fui successivamente formalmente assegnato a Katsumata sensei come suo studente: dal 2001 in poi ho potuto sviluppare il Tamiya Ryu con il suo aiuto.

Patrik Demuynck Sensei
ODAWARA – 2001 group photo with, among others, Fukui sensei, Katsumata sensei, Machida sensei, Yoda sensei and me.
Patrik Demuynck Sensei
ODAWARA – 2001 Fukui sensei and me

Katsumata sensei veniva in Belgio su base annuale e rimaneva sempre a casa mia, poiché trovava molto più piacevole e arricchente stare con me piuttosto che restare da solo in qualche anonimo hotel. In quel periodo discutevamo degli ultimi sviluppi o su approfondimenti al tavolo della colazione al mattino, durante l’ora del tè verde, durante la cena, ecc. e grazie a queste conversazioni ho potuto approfondire quindi la mia comprensione dell’arte della spada giapponese e aumentare la mia comprensione dello stile Tamiya. Ricordo ancora con piacere che in molte occasioni dovetti riordinare i mobili all’interno della casa mentre mi venivano spiegate le tecniche iai.

Patrik Demuynck Sensei
Katsumata sensei visiting me – 2006

Potrebbe parlarci un po’ del suo rapporto con il suo sensei? Come è nato e come si è evoluto?

La relazione tra Katsumata sensei e me, il suo monjin, si sviluppò in effetti ulteriormente e il nostro legame si rafforzò. Siamo diventati una squadra perfetta.

Patrik Demuynck Sensei
instruction during a seminar in Belgium 2005

A poco a poco ho anche ricevuto sempre più informazioni, scritte in lingua giapponese, e alla fine ho tradotto tutte queste informazioni dei quattro volumi dedicati al Tamiya Ruy (Omote no maki, Okugishu, Koran no maki e Tachi tai) altrettanti volumi in lingua inglese e così sono riuscito a metterli a disposizione degli studenti di Tamiya Ryu in tutto il mondo. Fino ad oggi non ci sono mai state informazioni scritte di qualsiasi sorta e di conseguenza questi libri si sono rivelati molto utili a tutti.

Patrik Demuynck Sensei

La comunità internazionale di Tamiya Ryu si è ulteriormente ampliata ed è ora attiva in ben undici paesi come Belgio, Francia, Ungheria, Slovacchia, Giordania, Guadalupe, Romania, Russia, Grecia, Paesi Bassi e Australia.

Patrik Demuynck Sensei
teaching Tamiya Ryu in Australia (Perth) – 2018

Il Tamiya Ryu è anche molto intrecciato con la cultura giapponese. Come puoi vedere da questa immagine, Katsumata sensei sta eseguendo un rituale durante l’annuale e rinomato Taikai a Hakone, in Giappone: durante l’esecuzione di questo rituale, un luogo viene purificato e gli spiriti maligni vengono scacciati. Questa è anche una tecnica del Tamiya Ryu, chiamata Akuma barai.

Patrik Demuynck Sensei

È sempre molto interessante vedere che le arti marziali sono anche collegate alla vita quotidiana in Giappone, fornisce davvero la prova di quell’insegnamento più profondo che di solito riceviamo su ciò che viene appreso nel dojo che deve essere portato anche al di fuori di esso. E questo ci porta a parlare delle sue esperienze giapponesi: quando è andato per la prima volta in Giappone? Si allena ancora in Giappone, come si è sentito ad essere uno  straniero nel loro dojo?

La mia prima visita in Giappone è avvenuta nel 1991, ma è stato più un viaggio in generale. Dopo quell’esperienza iniziale c’è stato un viaggio in Michigan, negli Stati Uniti, nel 1998 per studiare il Tamiya Ryu con il soke Tsumaki Seirin, e dopo questo ho visitato ancora più volte il Giappone nel 1999 e nel 2001.

Patrik Demuynck Sensei
Michigan (USA) – 1998 – with Soke Tsumaki Seirin

Il traguardo più importante è stato l’incontro e la formazione durante un periodo più lungo ad Hakone con l’ottantaseienne Fukui sensei nel 2006.

Patrik Demuynck Sensei
Fukui sensei teaching in Hakone – 2006

L’ultimo incontro di Tamiya Ryu è stato ospitato ad Hadano nel novembre 2019.

E poi c’è stato il COVID-19, quindi spero che alla fine del 2022 potrò visitare di nuovo Katsumata sensei e gli altri membri dell’Odawa Tamiya Ryu Kai, per esercitarmi ancora insieme a loro.

Patrik Demuynck Sensei
Tamiya Ryu group in Hadano – 2019

La pratica con il suo sensei giapponese sembra molto consolidata e ci porta a parlare delle differenze nell’insegnamento. Quale ritiene essere una differenza, se c’è, tra il metodo giapponese, ad esempio quello del suo sensei verso di lei, e quello occidentale, ovvero il suo verso i suoi studenti?

Non credo che ci sia una vera differenza tra l’insegnamento giapponese e quello occidentale, è principalmente una differenza di mentalità.

Finché si ha un insegnante giapponese, si dovrebbe adottare in modo naturale quel modo di pensare e di esercitarsi, praticando il più possibile lo stile originale del proprio sensei senza progettare il proprio stile.

Sono abbastanza fortunato da avere praticanti di diversi livelli nel mio dojo, sia uomini che donne e ciò rende più facile utilizzare la loro esperienza mentre si insegna ai nuovi studenti o a gruppi specifici.

Patrik Demuynck Sensei
study with Katsumata sensei in Hakone Jinja : 2009

Quando ha iniziato a pensare all’insegnamento e quando ha iniziato effettivamente ad insegnare? Ha qualche preferenza verso una classe specifica, verso i loro requisiti unici, come bambini, o agonisti, adulti, ecc. e sull’insegnamento che offre?

È difficile dire quando abbia esattamente iniziato a pensare all’insegnamento. Come uno dei fondatori di un dojo all’inizio degli anni Ottanta e mentre praticavo io stesso lo Iaido, ho visto sempre più persone frequentare il dojo: tutti dovevano essere istruiti ed è diventato anche un’altra parte fondamentale del mio sviluppo.

Posso dire che molte persone hanno iniziato a praticare Iaido e Jodo ma anche che molti non hanno perseverato. Chissà, forse il budo diventa troppo noioso dopo un po’ di tempo? Un fatto certo è che, come diceva Fukui sensei, lo Iaido è una strada di pratica per tutta la vita. Se uno smette di allenarsi, il livello scenderà.

Patrik Demuynck Sensei
EMBU IN MOSCOW 2012

Abbandonare la pratica non è un fatto raro durante tutte le attività della vita, tante variabili influenzano il modo in cui affrontiamo le nostre passioni, inoltre molti cambiamenti accadono nella vita di ognuno: pensa che anche Iaido sia cambiato nel corso degli anni e come?

Negli anni lo iaido è sicuramente cambiato. In passato, il livello e l’implementazione delle tecniche, ecc. non erano di un livello così alto come oggi.

E questo può essere in parte attribuito ai tanti insegnanti giapponesi che ci hanno istruito, e anche agli insegnanti occidentali che si sono impegnati a diffondere Kendo, Iaido e Jodo negli ultimi cinquant’anni.

Patrik Demuynck Sensei
EMBU AT BELGIUM CHAMPIONSHIPS 2013

Abitudini e cambiamenti sono spesso due cose da discutere insieme, quindi dopo aver trattato i cambiamenti, parliamo di abitudini: può descriverci una sua tipica lezione di Iaido?

Una lezione tipica di Iaido di solito segue lo stesso schema: stretching e riscaldamento, seguiti dalla pratica dei kihon con un bokuto prima di prendere la spada.

Il reiho rimane una parte importante e dopo aver praticato per un po’ alcune tecniche, scelgo quelle che richiedono più attenzione in quel momento.

Tuttavia, ogni lezione può variare a seconda del numero di partecipanti e del livello mostrato: una volta può essere ZNKR Seitei, un’altra volta potrebbe essere koryu.

Patrik Demuynck Sensei
EMBU AT KORYU SEMINAR BRUSSELS 2012

Seitei, koryu, reiho, ognuno porta con sé aspetti diversi, ma non per questo meno importanti, legati all’approccio individuale alla cultura giapponese: pensa che gli Iaidoka non giapponesi possano veramente comprendere la cultura e la “filosofia” dietro lo Iaido?

Uno iaidoka non giapponese può comprendere, in una certa misura, la cultura e la “filosofia” dietro lo Iaido, ma ciò richiede impegno e studio.

Ripeto, è altamente raccomandato avere un proprio insegnante giapponese, così come una pratica intensiva. Pensa al detto giapponese “bun bu ichi”: teoria e pratica vanno di pari passo.

Patrik Demuynck Sensei
ISHIDO CUP NL 2014

Questo è sicuramente un buon modo di dire e come ci ha ricordato con le parole di Fukui sensei, la pratica porta inequivocabilmente allo sviluppo e al miglioramento. Posso chiederle cosa pensa del futuro dello Iaido europeo?

Non ho dubbi sul futuro dello Iaido europeo: è in costante e continuo sviluppo.

Patrik Demuynck Sensei
EMBU AT KORYU SEMINAR BRUSSELS 2014

Quindi cosa direbbe ad uno iaidoka giovane e/o principiante e che tipo di insegnamento del budo vorrebbe trasmettere?

Un messaggio chiave e prezioso è quello di non aspettarsi nulla, né ricchezza né fama: basta allenarsi, esercitarsi e ascoltare il proprio insegnante. E prima o poi scatterà qualcosa, o forse no. Il tempo lo dirà e anche se non si proseguisse sul sentiero del budo, si saranno comunque sempre fatte delle esperienze positive come imparare la disciplina, il comportamento rispettoso, la perseveranza, ecc.

Patrik Demuynck Sensei
EMBU DURING GREECE CHAMPIONSHIPS 2012

Dopo così tanti insegnamenti, e nonostante vorrei poter passare ancora più tempo ad ascoltarla per saperne sempre di più, ma non vorrei però approfittare della sua gentilezza e disponibilità, e nel ringraziarla per il tempo che ci ha dedicato siamo quindi al termine di questa piacevole conversazione.
Ci ha parlato di come qualsiasi disciplina, qualsiasi via si segua, preveda dedizione, costanza e sacrifici, ma sicuramente offre anche soddisfazioni e momenti di divertimento, che è abitualmente la mia domanda conclusiva: c’è qualche aneddoto divertente nella sua vita di iaidoka che le piace ricordare?

Certo che ce ne sono, e molti anche.

Un’esperienza divertente che ricordo è “San-ta-san”. Ho già citato il primo Campionato Europeo a Sittard nel 1993. In quell’occasione facevano parte dell’organizzazione diverse insegnanti giapponesi e poiché i loro nomi terminavano con “da”, come Ota (Muso Shinden Ryu), Machida (Tamiya Ryu) e Ota (Muso Shinden Ryu), i loro colleghi hanno fatto un divertente gioco di parole chiamandole San Ta San, le tre signore “Ta”.

Patrik Demuynck Sensei
Me and “san-ta-san”after the first EIC in 1993

Ci sono poi altri aneddoti, che smuovono comunque corde diverse.

Ad esempio, una esperienza, e davvero toccante, l’ho fatta grazie a tutta la comunità del budo quando mi stavo riprendendo da un intervento chirurgico a causa di un tumore al cervello nel 2014 e a causa del quale non ho potuto partecipare agli Europei di iaido: il supporto che ho ricevuto è stato davvero enorme.

Patrik Demuynck Sensei
25th EIC in Finland – 2014

E partecipare al taikai annuale di Kyoto è ovviamente un’altra esperienza indimenticabile.

Patrik Demuynck Sensei
Kyoto taikai 2017
Patrik Demuynck Sensei
EMBU IN JORDAN 2015
Patrik Demuynck Sensei
EMBU IN MOSCOW 2011
Patrik Demuynck Sensei
EMBU DURING 50TH CELEBRATION ABKF – BRUSSELS 2019
Patrik Demuynck Sensei
FOTO SESSION – 3RD BOOK TAMIYA RYU 2013

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