Parte seconda: la Tsuka

di Carlo Sappino

Parte prima: la Tsuba
Parte seconda: la Tsuka
Parte terza: il Sageo

Nel tempo, mi sono imbattuto in articoli e considerazioni relative alle parti della katana, libri interi sono stati scritti sulle lame, articoli, manuali, saggi sulle tsube … un po’ meno su tsuke e sageo.

Abbastanza recentemente ho avuto la possibilità di sentire la chiacchierata in materia di un esperto praticante giapponese di iaido.

Molte cose sono già sicuramente note a chi magari da anni è impegnato a seguire la Via della spada nello iaido e nel kendo, tuttavia ho trovato alcune informazioni interessanti ed ho deciso di riproporle.

Per chiarezza nei confronti di chi dovesse leggere senza conoscere la spada giapponese specifico che la tsuba è l’elsa della katana, la tsuka è l’impugnatura mentre il sageo è un cordino fissato al fodero della katana.

Tsuba, Tsuka, Sageo
Foto di Carlo Sappino

La katana ha un peso enorme nella cultura giapponese, basti pensare che assieme al pettine ed allo specchio, è stata per secoli il simbolo della divinità dell’imperatore ed ancora oggi, pur non ritenendo più l’imperatore un essere divino, al momento della cerimonia d’insediamento, gli vengono consegnati questi tre oggetti.

Anche se andiamo nella subcultura del fumetto giapponese è l’arma più rappresentata e conosciuta.

Al di là dei significati che nel tempo le sono stati assegnati, da simbolo divino ad anima del samurai, la katana è comunque uno stupendo pezzo d’arte tanto da avere ancora ai nostri giorni un pubblico di appassionati collezionisti, musei inclusi.

A seconda del periodo a cui risale una katana cambiano, anche sostanzialmente, le procedure di fabbricazione, le forme e le finiture, per cui farò riferimento ad una spada standard, come quelle oggi utilizzate nella pratica dello iaido e come quella raffigurata nella fotografia qui sopra. 

TSUKA

Tsuba, Tsuka, Sageo
Foto di Carlo Sappino

Parliamo adesso della tsuka, l’impugnatura della katana.

Se a prima vista può sembrare un tutt’uno, avvicinandoci potremmo osservarne tutti i dettagli e le componenti.

Osservando i vari elementi partendo dall’interno della tsuka, capiremo meglio lo scopo dei vari elementi e perché sono stati usati quei specifici materiali.

Tre sono gli elementi principali che costituiscono una tsuba:

  1. la struttura di base in legno;
  2. la copertura in pelle di razza;
  3. la fettuccia che costituisce l’avvolgimento esterno.

1 – la struttura di base in legno.

La lama della katana termina con un codolo, nagako, che s’inserisce nella parte interna della tsuka costituita da un guscio di legno che da la forma generale all’impugnatura.

Per primo il nagako (codolo), chiamato anche tsuka-shitaji in giapponese, s’inserisce nell’impugnatura che è di legno ho-no-ki (magnolia).

Si usa la magnolia perché è moderatamente soffice, elastica da assorbire bene gli impatti e le sollecitazioni di quando si taglia o colpite qualcosa con la spada.

È anche facile da lavorare per gli artigiani ed è adatta a prevenire l’ingresso di umidità.

Nei tempi antichi si utilizzavano anche altri tipi di legno come il cedro giapponese o il cipresso.

Alcune delle più antiche katane, risalenti all’8.vo secolo, registrate come tesoro nazionale, già usavano l’ho-no-ki.

2 – la copertura in pelle di razza.

Ora che la base di legno della tsuka è pronta si ricopre con pelle di razza sulla quale  viene anche applicata della lacca bianca o nera.

Curiosamente la pelle di razza, è chiamata “pelle di squalo”, in giapponese: same o tsuka same.

Essa è usata in quanto forte e facilmente lavorabile e migliora la presa sulla spada.

Alcuni dicono anche che la bellezza della pelle ha anche un significato spirituale, che la ferocia dello squalo infonde potere alle spade e questo è il motivo per cui si usa tale materiale.

Tuttavia la pelle di razza ha un punto debole, diventa fragile quando è bagnata.

Questo è il motivo per cui vi si applica sopra della lacca, per proteggerla dall’umidità.

3 – la fettuccia che costituisce l’avvolgimento esterno.

Completata la copertura di same, è giunto il momento di avvolgere e intrecciare lo tsuka ito, la fettuccia, attorno  all’impugnatura e creare così lo tsuka-maki. Fettuccia che può essere di cotone, seta o pelle

Lo tsuka-maki è stato pensato per rinforzare l’impugnatura e prevenirne la rottura e migliorare la presa della spada.

Quando oggi s’impugna una katana si comprende immediatamente che le dita possono perfettamente adattarsi al disegno dello tsuka-maki.

Vari sono i modi d’intrecciare lo tsuka ito ed il disegno ottenuto, oltre, come detto, a rinforzare la tsuka, costituisce anche un elemento decorativo della spada.

L’avvolgimento della fettuccia inizia dal fuchi, l’anello metallico che separa la tsuka dalla tsuba e termina fissato alla kashira, altro elemento metallico posto al termine dell’impugnatura.

In sintesi la tsuka è quindi costituita, dall’esterno verso l’interno, dallo tsuka-maki avvolto ed intrecciato attorno al same laccato con la quale si ricopre la struttura di ho-no-ki nella quale s’inserisce il nagako della lama.

Tsuka e nagako sono forati. In tale foro passante, mekugi ana, s’inserisce un perno di bamboo, mekugi, che consente di fissare solidamente la lama all’impugnatura. Senza di esso la lama potrebbe facilmente scivolare fuori quando la spada viene fatta oscillare.

Il semplice perno di bamboo è facilmente rimovibile e questo consente di separare con facilità la lama dall’impugnatura per procedere ad operazioni di manutenzione.

Infine, tra lo tsuka-maki ed il same sono inseriti due piccoli oggetti metallici, raffiguranti oggetti, fiori o animali, uno su ciascun lato della tsuka. Questi si chiamano menuki mentre il perno è il mekugi. Facile ricordare se si tiene a mente che kugi significa chiodo in giapponese.

In origine i menuki erano stati pensati per trattenere il mekugi al suo posto, tuttavia attraverso la storia sono stati gradualmente separati, più verso la kashira sul lato sinistro e più verso la tsuba sul destro.

Adesso i menuki non solo migliornao la presa della tsuka, ma sono anche un elemento decorativo dell’impugnatura.

Come per la tsuba di cui abbiamo già parlato, il loro disegno ha il significato di augurare buona fortuna, prosperità, forza, vittoria ecc.


Termini tecnici utilizzati in questo articolo:

Fuchi: anello di metallo posto sulla tsuka dal lato della tsuba.

Ho-no-ki: magnolia, legno di magnolia.

Katana: spada tradizionale dei samurai, tanto bella quanto letale se maneggiata con perizia.

Kashira: parte terminale metallica della tsuka.

Mekugi: perno di bamboo.

Mekugi ana: foro della tsuka dove s’inserisce il mekugi.

Menuki: piccolo elemento di metallo inserito nella tsuka.

Nagako: codolo della lama della spada.

Sageo: è una cordicella composta da fili di cotone o seta intrecciati in vario modo ed è fissata alla saya.

Same: squalo, pelle di squalo.

Saya: fodero della spada.

Tsuba: elsa della spada giapponese, di forma generalmente tondeggiante e e di metallo.

Tsuka: impugnatura della spada giapponese strutturata per una presa a due mani.

Tsuka ito: fettuccia di cotone, seta o pelle che avvolge la tsuka.

Tsuka kashira: vedi kashira.

Tsuka-maki: l’intreccio dello tsuka ito attorno alla tsuka.

Tsuka same: pelle di razza utilizzata per la realizzazione della tsuka.

Tsuka-shitaji: vedi nagako.

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