Il primo pensiero che viene in mente: come può esserci una relazione fra lo iaido e l’esperienza di aver affrontato un virus cosi cattivo, perseverante, traditore?
La relazione è altissima: lo iaido è disciplina, controllo del corpo, concentrazione, necessità di superare grandi stanchezze, voler continuare a praticare senza mai fermarsi pur trovandosi in perenne difficoltà,  è soprattutto combattere con un nemico invisibile, “noi stessi”. Ma non si doveva combattere il virus ? O noi stessi ? …Se noi stessi non siamo tutt’uno con la mente/il corpo/spirito come possiamo pensare di combattere qualcosa di esterno, che è fondamentalmente già dentro di noi?


Ecco perché la mia esperienza pratica in questa disciplina marziale mi è stata d’aiuto in un momento in cui mi sono sentito perso, come fosse il mio ultimo giorno di vita.
Non ero sicuro di superare la notte, il risultato poteva essere “vivo, ossigeno, ossigeno forzato, morto” (come confermato dal dottore il giorno seguente),  perché sono entrato in ospedale  con 42 gradi di febbre, problemi respiratori,  tutto fuori dal normale; ho iniziato a pensare che dovevo sconfiggere le mie paure, calmare me stesso, concentrarmi sulle mie capacità acquisite negli anni di pratica  e dovevo combattere fino all’ultimo con grande intenzione, e cosi è stato. 
Non volevo addormentarmi, per paura di non svegliarmi più, in quei momenti ho pensato tanto alle fatiche affrontate nelle arti marziali e avevo il desiderio di voler ancora praticare e raggiungere i prossimi obiettivi.  


Con forza ho deciso che dovevo assolutamente affrontare e sopravvivere al COVID-19, e così si è verificato;
mi è sembrato di ripercorrere in una notte tre anni di pratica, i più duri di mai accompagnati con pazienza dai nostri maestri Danielle e Claudio.
Il giorno dopo, il dottore mi ha fatto i complimenti per come avevo superato la grande crisi che avevo avuto, per non avere mai mollato, per avere controllato il respiro e non essermi lasciato andare a causa del panico e dalla paura, e il risultato è stato ottimo: dopo due ore,  pur avendo ancora la febbre, mi hanno spedito a casa – ovviamente il fatto che non avessi avuto paura non era vero.


Ora ci sara’ un periodo in cui dovrò recuperare le forze, ma il 16 marzo, giorno di “rinascita”, mi permetterà di continuare la pratica, spero per tanti anni, con lo scopo di migliorare e di raggiungere i nuovi obiettivi.
Questa esperienza personale mi ha rafforzato, ha accresciuto la mia voglia di praticare, di vivere pienamente ogni momento della mia vita.

Spero che ci vedremo presto, un saluto a tutti.

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