Bentornato nella rubrica di mental coaching: utilizzare la mente per ottenere risultati migliori.
Il mio intento è quello di fornirti alcuni spunti per riuscire a dare il meglio di te negli allenamenti, nelle gare e negli esami di iaido e jodo.

Articoli precedenti:
1 - Introduzione
2 - Gli Obiettivi
3 - Motivazione
4 - Concentrazione
5 - Dialogo Interno
6 - La Respirazione
7 - Uscire dalla zona di comfort
8 - Le Visualizzazioni
9 - Le Emozioni
10 - I Vantaggi del rilassamento

È con grande emozione che mi trovo ad affrontare l’ultimo capitolo della serie di articoli dedicati al coaching mentale nello iaido e nel jodo (ma applicabile a qualsiasi disciplina sportiva). In queste puntate ho trattato una vasta gamma di argomenti, dalle tecniche di visualizzazione alla gestione dello stress, ma per concludere questa avventura, voglio affrontare un tema fondamentale che incarna l’essenza stessa dell’esperienza marziale: lo stato di flow.

Alla Scoperta dello Stato di Flow

Nell’ambito dello sport, l’esperienza di essere completamente immersi nell’azione, in uno stato in cui il tempo sembra sospeso e le prestazioni sembrano fluire senza sforzo, è spesso definita “stato di flow”. Nato dalla ricerca dello psicologo Mihály Csíkszentmihályi, lo stato di flow è quel momento magico in cui gli atleti si sentono completamente immersi nell’attività, con un’assoluta concentrazione, una chiara sensazione di controllo e una percezione alterata del tempo. Ma come possiamo comprendere appieno questo stato e utilizzarlo per migliorare le nostre prestazioni in gara e durante un esame?

Cos’è lo stato di Flow?

Essere nello stato di flow è molto più di una sensazione momentanea. È un equilibrio sottile tra ciò che stiamo affrontando (gara, esame, …) e le nostre abilità, una concentrazione assoluta che non permette distrazioni e un senso di controllo totale sulle azioni. Nella serie di articoli sul mental coaching, abbiamo visto numerosi elementi che contribuiscono a creare le condizioni ideali per lo stato di flow. Dalla definizione di obiettivi chiari e realistici alla pratica della concentrazione e della visualizzazione, ogni argomento ha contribuito a preparare il terreno per questo momento di pura magia.

“Il piacere deriva dall’attività stessa: non vi è nessun pensiero volto a obiettivi esterni o ricompense, la vittoria e la sconfitta sono idee non presenti, esiste solo l’attimo presente.”

Tuttavia, anche se a tutti piacerebbe vivere questo stato di grazia in gara, non è sempre facile raggiungerlo e ancor meno mantenerlo.
Non esiste una formula magica per indursi volontariamente nello stato di flow. Anche gli atleti più esperti non possono garantire di entrarvi a comando. Tuttavia, ci sono alcune strategie che possono aiutarci a sperimentare questo stato di eccellenza.
Piuttosto che puntare direttamente allo stato di flow, possiamo concentrarci su raggiungere la nostra zona di prestazione ottimale. Se le condizioni lo permettono, lo stato di flow emergerà naturalmente.

Identificare le Componenti che Ostacolano lo Stato di Flow

Esaminiamo alcune delle principali componenti che possono ostacolare l’insorgenza dello stato di flow:

  • Condizione fisica e mentale non ottimale.
  • Stress esterno, dovuto a varie cause: temperatura, rumori, arbitri percepiti come ostili.
  • Mancanza di controllo sulle situazioni.
  • Pensieri negativi e autodistruttivi.
  • Preoccupazioni sulla preparazione e l’adeguatezza.
  • Mancanza di obiettivi chiari e sfidanti.
  • Comunicazioni negative con il coach, il sensei o con chiunque altro.

Questi fattori possono non solo ostacolare lo stato di flow, ma anche preannunciare una prestazione sottotono se non affrontati adeguatamente.

Consigli Pratici per Raggiungere lo Stato di Flow

In questo ultimo atto, voglio offrire alcuni consigli pratici per aiutare a raggiungere lo stato di flow più facilmente e più frequentemente:

  1. Mantenere la Concentrazione: Imparate e praticate tecniche di focalizzazione dell’attenzione, come la respirazione consapevole o il focus sulle sensazioni corporee, per rimanere concentrati durante le competizioni.
  2. Coltivare la Consapevolezza del Sé: sviluppate una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, in modo da identificare i segnali che precedono l’entrata nello stato di flow.
  3. Promuovere il Feedback Costruttivo: Cercate continuamente feedback costruttivi, sia da parte del coach che dei sensei e dei compagni di dojo.
  4. Cultivare la Passione per la nostra Arte Marziale: Infine, ricordate di coltivare la passione per la disciplina che praticate. Lo stato di flow è spesso più facilmente raggiungibile quando si è profondamente investiti nell’attività stessa.

Ricordo che una prestazione eccellente è caratterizzata da automatismi assimilati e sviluppati negli allenamenti settimanali in dojo, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico, ma anche per tutto ciò che riguarda il ricorso alle abilità mentali che servono per apportare gli aggiustamenti di cui ogni prestazione ha bisogno.

Concludo così la mini-serie di articoli sul mental coaching. È stato un viaggio di crescita personale e di esplorazione delle capacità umane. Ma mentre mi appresto a chiudere questo capitolo, ricordo che ogni fine segna l’inizio di qualcosa di nuovo. Che gli insegnamenti raccolti in questi articoli possano continuare a ispirare e guidare tutti voi, cari lettori che mi avete seguito fin qui, nel vostro percorso verso l’eccellenza, dentro e fuori dallo shiai-jo. Grazie per avermi accompagnato in questa avventura. Che la vostra Via sia sempre illuminata dallo splendore del flow.

PER RAGGIUNGERE QUALCOSA CHE NON HAI MAI OTTENUTO FINO AD ORA, DEVI DIVENTARE QUALCUNO CHE NON SEI MAI STATO.

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