Bentornato nella rubrica di mental coaching: utilizzare la mente per ottenere risultati migliori.
Il mio intento è quello di fornirti alcuni spunti per riuscire a dare il meglio di te negli allenamenti, nelle gare e negli esami di iaido e jodo.

Articoli precedenti:
1 - Introduzione
2 - Gli Obiettivi
3 - Motivazione
4 - Concentrazione
5 - Dialogo Interno
6 - La Respirazione

La zona di comfort è quello stato di benessere psico-fisico nel quale ci sentiamo pienamente a nostro agio.

Avete presente quelle circostanze in cui abbiamo il controllo totale della situazione, con le nostre abitudini, con le persone che conosciamo, e facciamo tutto ciò che ci piace e ci viene facile? Beh, quella è la nostra comfort zone.

Poter vivere, lavorare o praticare arti marziali restando nella nostra zona di comfort ci pone in uno stato di sicurezza mentale, ci fa essere sicuri, facciamo le cose senza ansia e stress e ci sentiamo tranquilli e disinvolti.

La zona di comfort però deve essere uno spazio di partenza e non un punto di arrivo. Dobbiamo essere consapevoli che navigare sempre in acque sicure, non ci fa evolvere, non ci fa crescere, non ci fa migliorare.

Ogni nave in porto è sicura. Ma questo non è lo scopo per cui è stata costruita.

W. Shed

Uno dei segreti per migliorare la pratica marziale è allargare la nostra zona di comfort, sperimentare anche le cose che ci spaventano e affrontare ciò che ancora non conosciamo e non sappiamo fare.

Se durante la nostra pratica continuiamo a ripetere sempre gli stessi movimenti, facendo ciò che già conosciamo, perpetrando le nostre cattive abitudini, tutto quello che ci viene facile, nei nostri dojo, con i nostri compagni di pratica, stiamo scegliendo di non rischiare.

Per contro, uscire dalla zona di comfort equivale a mettere un piede in un terreno sconosciuto, ad esporsi a una sensazione di disagio, se non addirittura di ansia e paura. La nostra mente, che ha l’obiettivo di proteggerci, ci consiglierà di rientrare quanto più in fretta possibile nella nostra zona di comfort.

Il segreto è resistere a questa tentazione e affrontare il disagio iniziale. Partiamo dai piccoli cambiamenti, affrontiamo dapprima le sfide semplici da vincere e facciamolo ogni volta che ne abbiamo la possibilità.

E da quel momento, ciò che prima ci spaventava smetterà di farlo e anzi entrerà nella nostra zona di comfort, ampliandola.

Cambiare offre nuove prospettive, ci fa vedere le cose da un altro punto di vista e quindi ci offre uno sguardo nuovo.

La Maestra Danielle Borra ha già ampiamente parlato della comfort zone applicata allo iaido.

Vi suggerisco di andarvi a rileggere il suo articolo!

La pratica dell’uscire dal tuo porto sicuro è un’attitudine mentale che va allenata esattamente come alleniamo il nostro corpo. Sappiamo perfettamente che praticare le nostre arti marziali senza costanza, i risultati raggiunti vanno in fumo. La stessa cosa accade alle vie neuronali che si costruiscono con l’allenamento mentale e, proprio come avviene al corpo, anche la mente perde la propria tonicità se smette di esercitarsi.

Nulla avviene per magia, perché nessuno ha la bacchetta magica. La bacchetta magica è dentro di te!

L’azione è al centro di tutto. L’azione è fondamentale. Il nostro scopo deve essere quello di raggiungere la capacità di sentirti a proprio agio in una situazione di disagio.

Stefania Battista in suo vecchio articolo scriveva:

Specie nello iaido, la riuscita nel cambiamento in senso migliorativo richiede un percorso lungo e tortuoso, scomodo, che prevede l’assoluta volontà di uscire dagli schemi mentali a cui si è abituati.

Ed è proprio così.

Se per agire aspettiamo il momento in cui non avremo paura probabilmente non lo faremo mai e non raggiungeremo l’obiettivo che ci siamo prefissati. Quando ci alleniamo a superare la paura e andiamo incontro all’azione accediamo a un grande potere trasformativo. E la prima persona che puoi trasformare sei tu, perché a volte non servono grandi rivoluzioni per cambiare la vita, basta scardinare piccole abitudini e ricordarsi di cambiare prospettiva ogni volta che ne abbiamo l’occasione.

Per sviluppare nuove competenze si deve uscire da quello che si sa fare. Finché siamo comodi le nostre prestazioni rimangono piatte, facciamo quel che dobbiamo fare, magari lo facciamo anche bene, ma senza alcun miglioramento. Occorre spingersi più in là perché se cerchiamo di evitare sempre il disagio e l’insicurezza, restiamo inchiodati dove siamo.

E allora non ci resta che sperimentare. Proviamo con piccoli cambiamenti. Analizziamo i nostri movimenti e proviamo a cambiarli in base ai suggerimenti dei nostri sensei. Anche se questo porterà ad un temporaneo peggioramento globale del nostro iaido e del nostro jodo. Come dice sempre Claudio Zanoni un cambiamento porta inevitabilmente ad una sensazione di disagio; se non proviamo questa nuova sensazione vuol dire che non stiamo cambiando.

E ogni qual volta ne abbiamo la possibilità, proviamo a sperimentare cose nuove: pratichiamo sempre come fossimo dilettanti che nulla sanno. Cerchiamo in noi stessi la voglia di imparare sempre. Sbagliare e imparare. Usciamo dai nostri confini, mentali e territoriali, osiamo senza paura di commettere errori, partecipiamo ad allenamenti e seminari fuori dal nostro dojo, impariamo a vedere negli altri non solo gli aspetti negativi ma apprezziamo le cose che ci piacciono e cerchiamo di replicarle.

Siamo noi a decidere se vivere il cambiamento come un pericolo o come una possibilità.
Cambiare è possibile e dipende solo da noi!

PER RAGGIUNGERE QUALCOSA CHE NON HAI MAI OTTENUTO FINO AD ORA, DEVI DIVENTARE QUALCUNO CHE NON SEI MAI STATO.

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