Praticare Iaido può esser pericoloso?
Nella misura in cui non vi è un reale combattimento con un avversario, le probabilità di farsi male nella pratica sono ridotte. Ma si devono tener conto alcuni aspetti: nel momento in cui, raggiunto un certo livello, si utilizza uno Shinken (spada vera) bisogna fare molta attenzione a non tagliarsi, soprattutto nelle azioni di sfoderamento della spada.
Inoltre, possono subentrare dolori alle articolazioni e ai tendini delle gambe, delle anche e delle braccia in particolare, se si persiste in movimenti errati o si esagera nella ricerca della forza fisica piuttosto che della fluidità e morbidezza.
Per quanto tempo è necessario allenarsi?
Come ogni altra arte marziale, Do significa Via, proprio ad indicare che la pratica dura per tutta la vita, perché ci sarà sempre da imparare e migliorarsi. Quindi non c’è un tempo limite indicativo.
Per crescere costantemente, sarebbe importante riuscire a praticare un paio di volte a settimana e partecipare ad alcuni seminari organizzati dalle varie Federazioni europee o internazionali, in cui presenziano i Maestri giapponesi o europei.
Quanto conta la forza fisica?
Al contrario di alcuni sport occidentali, nello Iaido uno degli obiettivi è proprio quello di togliere la forza dalle proprie braccia e delle spalle, in particolare. Questo, soprattutto agli inizi, può risultare molto difficile, perché erroneamente si pensa che la spada per tagliare, necessiti di potenza e forza appunto; in realtà, per crescere e rendere i propri movimenti sempre più fluidi, rapidi e consapevoli, bisogna concentrare l’energia nella pancia e nella parte bassa del corpo, rimanendo morbidi e rilassati nella parte alta (compresa la nostra mente!). In questo modo, si riuscirà ad evitare di irrigidirsi e a procurarsi fastidiosi dolori alle articolazioni.
Quali sono gli aspetti più importanti per crescere nella pratica?
In primo luogo, affidarsi e fidarsi del proprio Maestro. E’ importante infatti rimanere umili, consapevoli che ci sarà sempre qualcosa da migliorare, e seguire gli insegnamenti che ci vengono trasmessi.
Man mano che la pratica avanza, dopo aver imparato le sequenze dei movimenti di tutti i Kata, si dovrebbe iniziare a esprimere fluidità, morbidezza, consapevolezza dei propri errori, continuo perfezionamento della tecnica, riuscire a “mostrare”, a chi ci osserva, l’avversario immaginario che abbiamo di fronte. Col tempo, si dovrà imparare a “svuotare” la mente da ogni turbamento e pensiero, per far si che sia connessa indissolubilmente con il nostro corpo e che sia presente in ogni momento della pratica/combattimento.
Quanto è importante praticare in gruppo?
E’ probabilmente uno degli aspetti fondamentali. Praticare in gruppo, potersi confrontare con gli altri è forse l’unico modo per crescere. Per questo, la partecipazione ad eventi nazionali ed internazionali, che permettono di vedere anche altre persone al di fuori del proprio dojo, è molto importante, poiché aiuta ad uscire dalla comfort zone in cui si tende a rimanere.
Allenarsi da soli o credere di poter crescere rimanendo ancorati solamente nella propria nicchia, è altamente controproducente.
Come in ogni aspetto della vita, è nella relazione con gli altri che possiamo far emergere le migliori parti di noi stessi.
Si può considerare una disciplina individuale?
Riprendendo il punto precedente, chiaramente lo Iaido ha un grosso aspetto individuale, in quanto è un continuo confronto con se stessi e i propri limiti e difficoltà (sia fisiche che mentali).
L’unico modo per superare questi confini, per quelle che sono le possibilità di ognuno, è praticare in gruppo, usare gli altri come specchio e fungere da esso.
Che cosa si intende per “etichetta”?
In Giappone, così come in altri paesi orientali, il termine “etichetta” ha sempre rivestito un’importanza fondamentale. Ciò si ripercuote inevitabilmente anche nelle arti marziali. Con questa parola si intendono tutti i giusti e corretti comportamenti che una persona dovrebbe metter in atto nel dojo (e possibilmente anche nella vita): rispetto per i compagni e per il Maestro, rispetto per il dojo stesso, cura dell’abbigliamento, adottare atteggiamenti consoni al luogo in cui ci si trova, praticare con serietà e impegno, onorare la propria spada e trattarla con gentilezza e rispetto, rimanere umili ed aiutare i praticanti più “giovani”, affidarsi al Senpai (praticante anziano) e così via.
Esistono delle competizioni? A che cosa servono?
Si esistono sia livello nazionale che europeo. Annualmente vengono organizzati i Campionati Italiani dalla CIK e i Campionati Europei (in un paese diverso ogni anno) dalla EKF.
La competizione si svolge all’interno di due aree delimitate, dette shiai-jo, una per ogni sfidante, e vengono assegnati 3 o 5 kata da eseguire, in un determinato limite di tempo. Attraverso una serie di parametri e valutazioni, sempre più complessi con l’aumentare del livello dei praticanti, i tre giudici presenti assegnano la vittoria ad uno dei due.
Partecipare alle gare è importante per confrontarsi con altri iaidoka e verificare il proprio livello, in uno situazione diversa e più stressante del solito; aiuta ad aprire la propria mente ad altri modi di praticare Iaido, a conoscere tante persone diverse in un ambiente sempre amichevole e mai realmente competitivo.
L’obiettivo ultimo non è vincere, ma mettersi alla prova e imparare a gestire le proprie emozioni.