Ho pensato di provare a dare qualche piccolo suggerimento, sotto l’attenta e severa supervisione dei Sensei Danielle Borra e Claudio Zanoni, su come effettuare nel miglior modo possibile alcuni movimenti dei kata, in modo da poterci riflettere, innanzitutto, e metterli in pratica.

L’intento dichiarato è di non sostituirsi al manuale della Zen Ken Ren, che rimane l’unico indiscusso riferimento, da leggere più volte per carpirne ogni singola sfaccettature. Vorrei provare a spiegare in poche parole, quindi, come esercitarsi sul lato tecnico, così come l’ho imparato a mia volta, grazie ai preziosi insegnamenti e le continue correzioni di Claudio e Danielle, a cui va tutto il mio riconoscimento per la dedizione dimostrata.

Partiamo allora con il nostro viaggio.

1) Il taglio.

Come effettuare un kirioroshi corretto? Sembrerebbe facile rispondere a questa domanda, poiché tutti forse conoscono la teoria, ma troppe volte si vedono tagli eseguiti in maniera sbagliata o imperfetta, segno che forse, come abbiamo ripetuto più volte, il nostro corpo non riesce a riprodurre ciò che abbiamo in testa. 

Ci pensiamo veramente mentre eseguiamo il taglio a cosa stiamo facendo?

L’idea di base è non muovere nulla tranne le braccia. Polsi e gomiti non devono piegarsi, sia nel caricamento che nel kirioroshi. Una volta giunti all’apice con la spada, ricordando che la mano sinistra sarà sopra la nostra fronte e la mano destra al centro della testa e rimanendo morbidi per tutto il tragitto, effettuando tenouchi si dovrà usare il mignolo sinistro per chiudere la tsuka all’interno della mano. In questo modo, automaticamente, la punta della spada si alzerà leggermente, proprio per effetto del tenouchi, ed è così che potrà partire il taglio. 

Ricordiamo infatti che la prima cosa che si deve muovere è la punta, il kissaki, da cui parte il taglio stesso. Da lì in avanti non ci dovranno essere movimenti aggiuntivi ed inutili, e basterà scendere con entrambe le braccia fino alla linea orizzontale. Attenzione a non fare un errore comune: chiudere il mignolo e far partire la punta, non significa allungare i polsi e distenderli; essi infatti non dovranno cambiare posizione dall’inizio alla fine.

Il taglio in sé deve apparire grande e dare un’idea di rotondità. 

Il “fischio” dell’hasushi della lama, dovrà sentirsi all’incirca all’altezza della nostra testa, in quanto è quello il punto in cui si colpisce l’avversario. Allenare in questo senso anche il nostro orecchio a percepire dove avviene il suono, potrà aiutarci a capire se stiamo tagliando nel modo giusto.

Alla conclusione del kirioroshi, la mano sinistra dovrà esser davanti all’ombelico (ma per noi occidentali s’intende all’incirca il nodo dell’hakama) alla distanza di un pugno dalla pancia.

Errori comuni:

  • abbassare prima le mani e poi la spada
  • allungare i polsi all’inizio del taglio
  • “rientrare” con le mani verso la pancia alla conclusione del taglio
  • tenere forte tenouchi durante tutto il caricamento e il taglio
cauda Il taglio nello iaido

Per approfondire il concetto di “taglio” ti suggerisco di leggere L’efficacia del taglio nello iaido.

Nel prossimo articolo parleremo di movimento dei piedi. Alla prossima.

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