Il Maestro Nakamura Hanshi 8° dan Iaido durante lo stage dei campionati Europei di Monaco, prima di spiegare i vari kata, ha tenuto un discorso contenente molti spunti interessanti.

Vorrei riprendere alcuni punti in modo che rimangano per chi non era a Monaco e per tutti noi.

I punti che mi hanno colpito sono in particolare tre.

Qual è allora lo spirito del Bushido? Bushido è lo spirito di sacrificio di sé.
Non è mai “io per primo”, bisogna anteporre gli interessi degli altri ai propri.

Credo che l’allenamento nelle arti marziali sia un modo per coltivare questa capacità.
Portare la pace agli altri significa portare la pace a sè stessi.”

Già il Maestro Yamazaki Takashige aveva parlato molto dell’importanza del dare (vedi l’importanza del dare) e di come sia diverso diventare bravi formalmente o accrescere il proprio cuore attraverso la pratica. La crescita e le capacità di un insegnante vengono valutate attraverso i risultati dei propri allievi. La propria crescita è una crescita delle capacità di dare ad altri e di costruire il futuro. Non è mai una questione di “io sono il più bravo” o  “io sono un Maestro”. Il nostro grado e le nostre capacità non hanno significato se non in funzione della crescita di altri e della continuità del budo nelle future generazioni. Il Maestro Yamazaki diceva che per attribuire un grado alto nello iaido non bisogna valutare solo la tecnica ma anche il cuore: c’è pace oppure conflitto, c’è altruismo oppure egoismo. E’ un concetto su cui rifletto da tempo ed è stato interessante sentirlo riproporre.

Sakki (intento omicida) si verifica solo quando c’è un avversario. Senza un avversario, non esiste iaido. Senza un avversario, non è più iaido. Il nostro obiettivo è allenare il Riai del Budo.”

Questo è un punto difficile da realizzare. Anche quest’anno ho fatto parte della Commissione di Iaido per i 6° e 7° dan e in linea generale i Sensei giapponesi hanno riscontrato nei candidati una mancanza di Riai. Nuovamente anche il Maestro Yamazaki e il Maestro Mitani  ci avevano parlato di questo problema durante una sessione di esame fino a 7° dan tenutasi in Italia. E’ difficile realizzare queto punto e spesso mi sento chiedere come mi posso allenare per farlo.

Un Sensei giapponese discutendo con me di cosa valutare negli esami da 6° e 7° dan mi ha detto: Zanshin” non è solo un movimento per stare fermi. “Zanshin” non è solo ciò che accade dopo il taglio. Dal primo Shomennirei all’ultimo Shomennirei, tieni sempre gli occhi e il cuore sull’avversario? Se riesci a farlo, puoi naturalmente mostrare Hinkaku e Kigurai (dignità del tuo animo) che sono gli aspetti richiesti per i passaggi di grado di 6° e 7°.”

E’ un concetto che molti Maestri giapponesi sottolineano e che determina un salto di qualità nel nostro iaido. Il Maestro Nakamura lo ha sottolineato più volte in più occasioni a Monaco.

Il genio non può competere con qualcuno che lavora duro.
Una persona che lavora duro non può vincere contro una persona che si diverte.”

Ho trovato queste parole una sintesi geniale. Spesso incontriamo gente con molto talento. Nella nostra  esperienza di insegnanti le persone di talento sono quelle che hanno più probabilità di smettere perché ad un certo punto il talento non basta e ci vuole un grande lavoro per costruire la profondità di pratica. Le persone di talento però spesso non hanno la capacità di accettare che il progresso è lento e richiede impegno. In sintesi meglio investire il proprio tempo per un allievo con scarse capacità motorie ma un grande impegno o per un allievo talentuoso? Ovvio si investe su tutti ma quali sono le nostre aspettative in un caso e nell’altro?

E’ però necessario trovare divertimento nella propria pratica, se la pratica non apporta dei benefici, non ci fa sentire meglio con il nostro corpo o con noi stessi, se non ci divertiamo in qualche modo, non riusciremo a trovare le motivazioni per continuare a perfezionare sempre gli stessi gesti.

Voglio a conclusione di queste brevi note ringraziare il Maestro Nakamura per le parole espresse e per lo splendido stage tenuto ai campionati.

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