La Spada Giapponese
N. Hattori; T. Nakamori, La Spada Giapponese. Dimora degli dei, Nuinui, Chermignon (CH) 2021,  pp. 192 [ed. or. giapponese: Nihontō – Kami ga yadoru buki, Nikkei, Tōkyō 2015].

La Spada Giapponese. Dimora degli dei. [Recensione]

Appena un anno fa è stato tradotto in italiano, da Ornella Civardi, un libro che non potrà che rendere felici gli appassionati di cultura giapponese in Italia, e in modo particolare i praticanti di iaidō. In un elegante volume di quasi duecento pagine in formato 20x29cm, il lettore viene condotto nell’affascinante mondo della creazione della spada giapponese, dove tradizione, artigianato e spiritualità si fondono sino a restituire uno dei più caratteristici prodotti della storia culturale nipponica. 

Alle note di carattere storico e tecnico sulla natura e le caratteristiche di un’autentica spada giapponese si accompagnano le straordinarie fotografie di Takeshi Fujimori e Masahiko Miyata, vere protagoniste dell’opera, che portano il lettore a contatto con il lavoro raro e straordinario che ancora oggi si svolge in alcuni laboratori di forgiatura tradizionali, regalando un vero e proprio viaggio nei lati più intimi e meno noti di quest’arte meravigliosa. Il lavorio sapiente dei maestri forgiatori viene restituito al lettore attraverso lo sguardo attento e mai banale dei due fotografi, che nell’essenziale eleganza di questo volume regalano una vera e propria esperienza immersiva, un tour privilegiato dietro le quinte di un immenso spettacolo. 

Uno dei meriti principali del libro consiste senza dubbio nel rendere accessibile al lettore non specialista occidentale tutta la terminologia specifica per le fasi di lavorazione della spada, nonché le sue componenti essenziali, una volta che questa sia stata ultimata. Un glossario dedicato rende dunque il testo anche un’agile opera di consultazione per chi fosse interessato al vocabolario legato alla spada. 

Le ultime venticinque pagine del volume sono poi dedicate ad una raccolta, sotto forma di schede, delle informazioni principali riguardo a cinquanta spade tra le più celebri della storia giapponese, oggi custodite da istituzioni culturali o museali nipponiche. 

In ultima analisi, l’ottimo libro di Natsuo Hattori e Tomohiro Nakamori si presenta come un documentario cartaceo di alto profilo, ma pur sempre accessibile ai non addetti ai lavori. Un testo distinto e prezioso anche nel proprio design essenziale, capace di spiccare accanto ad altri volumi su qualunque scaffale. 

Lo iaidoka occidentale troverà, nella lettura di questo testo, nutrimento e ispirazione per collocare con rispetto anche la propria pratica marziale all’interno di un mondo culturale lontano e affascinante, di cui sentirsi umilmente ospiti e al tempo stesso custodi, anche solo nelle proprie conoscenze personali. 

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