El Clasico. Per gli amanti del calcio questa espressione evoca il ricordo di innumerevoli scontri emozionanti tra i due più forti club spagnoli: Barcellona e Real Madrid. Queste due squadre sono da sempre in vetta alle classifiche europee e le loro partite sono spesso occasione di grande spettacolo.

Noi iaidoka non siamo certo abituati a riempire i palazzetti o gli stadi, ma non per questo siamo poveri di sfide emozionanti. Una in particolare e’ stata protagonista degli EIC per più di 10 anni: C. Zanoni (ITA) vs. A. Watson (ENG).

Data questa premessa, non sorprende che gli organizzatori di un seminario guidato da questi due maestri abbiano scelto proprio il “El Clasico” come titolo per questo allenamento.

Quando ho saputo che gli amici di Kiryoku Budapest e HiraBu dojo avevano organizzato questo seminario a Budapest, non ho potuto resistere: ho prenotato immediatamente i biglietti aerei. Finora, ho partecipato a numerosi seminari tenuti da Claudio sensei, ma non ho mai avuto l’opportunità di partecipare a un seminario tenuto da Andy sensei. Avere a disposizione per un intero weekend i consigli di due maestri di tale caratura era sicuramente un’occasione da cogliere al volo.

Nonostante il seminario ufficiale fosse programmato per iniziare il sabato 29 aprile, il venerdì 28 è stato dedicato a un allenamento di Muso Shinden Ryu. Sin da questo primo allenamento, è stato evidente l’approccio che i sensei volevano dare all’intero seminario: l’allenamento libero avrebbe avuto il ruolo principale, consentendo agli studenti di studiare e praticare i singoli kata al proprio ritmo, concentrandosi successivamente su uno o due punti specifici sottolineati dai maestri.

Il giorno successivo, il seminario ha ufficialmente preso il via. Dopo un riscaldamento iniziale con i 12 kata ZNKR, siamo stati subito incoraggiati a praticare i singoli kata in autonomia, come avevamo fatto il giorno precedente. Dal momento che molti partecipanti si stavano preparando per importanti esami di grado (quarto, quinto o sesto dan), molte delle correzioni fornite tenevano conto di aspetti legati agli shinsa. È sempre affascinante vedere come un kata “corretto” per un certo livello spesso non sia più adeguato per il livello successivo. In pratica, non possiamo mai permetterci di rilassarci completamente. 🙂

Un aspetto estremamente importante su cui i maestri hanno insistito più volte è che, per apportare cambiamenti concreti nei nostri kata (che spesso pratichiamo in modo simile per mesi o addirittura anni, commettendo sempre gli stessi errori), dobbiamo preferire una pratica lenta e consapevole. Questo concetto è alla base di un “metodo” di studio di cui Andy sensei ha parlato nella sua recente intervista per il blog: Control & Calibration. Questo metodo consiste nel studiare i kata il più lentamente possibile, prestare attenzione alla “meccanica” del nostro corpo per capire esattamente cosa deve accadere per eseguire una determinata tecnica in modo efficace, o per capire perché non siamo in grado di farlo.

Questo concetto, a mio avviso, è estremamente importante non solo per risolvere problemi specifici nella nostra pratica, ma anche per imparare a studiare in modo autonomo. Soprattutto noi praticanti di gradi più bassi, siamo abituati ad avere sempre insegnanti presenti in dojo che ci correggono o guidano l’allenamento. Lo stesso accade nei vari seminari, specialmente quelli più strutturati, dove la pratica è spesso scandita in modo “rigido” (anche per questioni logistiche). Nel caso di El Clasico, i sensei hanno dato spazio ai partecipanti per imparare ad ascoltare il proprio corpo e sperimentare la pratica attiva.

Tra le varie tecniche, abbiamo cercato di applicare questo concetto allo studio del nukiuchi di Morotezuki (video). Personalmente, questa è un’area molto problematica per me, dato che da mesi sto cercando di perfezionarla senza riuscire mai a far svanire l’espressione di disappunto dai volti dei Sensei Claudio, Danielle o Marilena ogni volta che la eseguo…

A metà seminario e subito dopo una pausa pranzo a base di pizza (aiuto!), i partecipanti che si stavano preparando per un esame imminente hanno affrontato una prova d’esame, che è stata poi commentata dai maestri al fine di evidenziare i punti più importanti su cui lavorare per raggiungere il livello successivo (tra poco più di un anno toccherà anche a me affrontare l’esame per il quarto dan, quindi questa simulazione e la relativa “analisi” sono state estremamente utili anche per me).

Alla fine del seminario, i maestri ci hanno regalato un ultimo momento emozionante attraverso un embu. Una volta concluso, sono sicuro che tutti i partecipanti hanno pensato: “Questo è veramente El Clasico!” 🙂

Arigatou gozaimashita, Claudio sensei e Andy sensei, per averci offerto un’esperienza indimenticabile e per averci trasmesso la vostra esperienza e la vostra passione!

P.S. Mentirei se dicessi che questo seminario è stato solo fatica e brillanti spunti tecnici. Non sono mancati i momenti di convivialità, le risate, la palinka (molta palinka) e gli spagetti. 😀

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