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tanuki
(immagine da https://www.vadoingiappone.it)

La sera d’autunno;
Si è trasformato in un Buddha –
Il tanuki
[Buson]

Il Tanuki gode di una posizione privilegiata tra le figure mitiche della tradizione giapponese, come Kitsune, la volpe, o i Kappa, rane o tartarughe antropomorfe, tutti appartenenti alla famiglia dei Bakemono (vedi Mostri Giapponesi, orrore e paura con un pizzico di educazione). Privilegiata perchè nonostante annoverato tra gli esseri mostruosi che ingannano gli umani per prenderne l’energia vitale, il Tanuki ha più la fama del burlone che non quella del mostro ed è associato alla buona sorte. Come tutti i Bakemono, o, nella sua forma più rispettosa, Obake, il Tanuki è caratterizzato dalla capacità di cambiare il proprio stato o la propria natura: tra le sue caratteristiche più peculiari infatti primeggia quella di essere un henge, un mutaforma, e ovviamente la sua collegata capacità di creare illusioni, il cui scopo è quello di procurargli qualche risata a danno di cacciatori o taglialegna in cui si imbatte [1].

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immagine dahttps://en.wikipedia.org/wiki/Japanese_raccoon_dog

Nel folklore giapponese, il Tanuki è rappresentato generalmente come un grazioso animale grassoccio, con gli occhi cerchiati di nero e che cammina eretto sulle zampe posteriori. In realtà è un cane procione (Nyctereutes procyonoides), il membro più atipico della famiglia dei canidi. Originario del Giappone, della Siberia meridionale e della Manciuria, ama le zone boscose, è onnivoro […] ed è un animale prevalentemente notturno, poco aggressivo, e in inverno cade in letargo [1]. È un animale di piccola taglia, con colorazione del pelo che può variare dal marrone al grigio al rosso, alcune specie più rare possono essere anche bianche, ma tutti presentano la caratteristica mascherina di pelo scuro che ne incornicia gli occhi.

La tradizione giapponese ha mutato profondamente la considerazione di questi animali, assimilandoli originariamente a divinità. Quando il Buddismo cominciò ad estendersi per la nazione vennero infine considerati messaggeri o protettori, pur mantenendo l’ambivalenza di esseri benigni e maligni: intorno al 1200 cominciarono a diffondersi storie poco edificanti, se non raccapriccianti, come quella di un Tanuki che picchiò a morte un’anziana e la servì al marito come “zuppa di vecchia”. Ma molto più frequentemente i Tanuki sono invece protagonisti di trasformazioni in esseri umani, spesso in bonzi in molti templi, o addirittura in oggetti, come nella famosa storia della teiera [2], Bunbuku Chagama, secondo la quale un uomo molto povero liberò un Tanuki bloccato in una trappola e quella stessa notte il Tanuki si recò a casa dell’uomo e per ringraziarlo per la sua bontà, trasformandosi in una teiera proponendogli di essere venduto per guadagnare qualcosa. L’uomo vendette la teiera ad un monaco, ma al primo utilizzo il Tanuki, non riuscendo a resistere al calore, cominciò a trasformarsi nuovamente in animale, senza riuscirci completamente, e ritrasformando solo le zampe, scappò. Tornato dall’uomo che lo aveva salvato, gli propose di mettere su un circo nel quale la gente avrebbe pagato per vedere la “teiera con le gambe”. L’idea ebbe infine successo ed entrambi i protagonisti ottennero qualcosa: l’uomo cominciò a guadagnare e il Tanuki fu in grado di sdebitarsi, ottenendo anche un nuovo amico e una casa. In Giappone, una tradizione vuole inoltre che gli oggetti in generale con un’età superiore ai cento anni siano in realtà proprio dei Tanuki.

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immagine da https://it.wikipedia.org/wiki/Bunbuku_Chagama

Più spesso, le storie di Tanuki raccontano di animali che ingannano l’uomo per il proprio divertimento, assumendo sembianze e costumi prettamente umani. La loro stessa rappresentazione moderna suggerisce simpatia al primo sguardo: è frequente infatti vedere statue di ogni dimensione di Tanuki in posizione eretta, caratterizzati da una grossa pancia e con un cappello di paglia, con in mano un fiasco di sake. È la rappresentazione più diffusa di questo animale, ripresa anche dallo Studio Ghibli  (vedi Buon anno e buon compleanno Miyazaki san) nel lungometraggio animato Pom Poko di Takahata Isao, che narra della lotta dei Tanuki per riconquistare la collina di Tama strappata loro dagli esseri umani per farne un quartiere residenziale [3]. Non mancano nella narrazione di Takahata le note caratterizzanti di questi animali, come il trasformismo, un’arte magica perduta nel tempo che viene insegnata ai giovani Tanuki dopo che il consiglio patriarcale decise di studiare le abitudini degli umani, o l’organizzazione di scherzi macabri come una parata di spettri per far allontanare gli esseri umani dalla città, oltre ad altre interpretazioni delle attività più tipiche dei Tanuki, come l’inganno per derubare, per mischiarsi tra gli esseri umani sotto mentite spoglie o diventare bonzi di un culto buddista, trasformazioni e attività che richiamano esplicitamente le storie del folklore giapponese sul tema di questi simpatici animaletti.

Secondo la tradizione, anche il suono che spesso riecheggia nei boschi viene attribuito ai Tanuki: il film d’animazione Pom Poko deve infatti il suo titolo all’onomatopeica associata al caratteristico suono pon poko pon poko pon, realizzato dai Tanuki battendosi la grande pancia o secondo un’immagine leggermente diversa, i grandi testicoli spesso disegnati infatti come tamburi, suono con il quale si dice che volessero intimorire, e quindi far allontanare, i viandanti dalle loro zone.

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immagine da https://www.studioghibli.it/film/pom-poko/

I Tanuki sono considerati animali magici molto potenti e la possessione degli essere umani è detta Tanuki Tsuki [4], attraverso la quale le vittime acquisiscono nuovi tratti della personalità, tra i quali spicca la gola, oltre ad altri sintomi come malattie, malinconia e loquacità. Gli esseri umani posseduti diventano spesso così affamati da mangiare grandi quantità di cibo e ingrassano vistosamente sui fianchi ma il nutrimento finisce allo spirito del Tanuki, arrivando fino agli effetti letali della malnutrizione della vittima: per quanto l’esito possa giungere a nefaste conclusioni, la possessione può essere fatta dal Tanuki anche solo per scherzo, ed essendo particolarmente potente necessita l’intervento di un altrettanto potente sacerdote per essere terminata forzatamente. Un rimedio alternativo è invece quello della divinizzazione del Tanuki: quando viene elevato a livello di Kami, il Tanuki non possiederà più gli esseri umani, ed è per questo motivo che è possibile vedere santuari eretti per l’adorazione di esemplari particolarmente problematici. Un tempio conosciuto per la venerazione del Tanuki, invece della più comune Inari, la volpe, è quello di Yanagimori, a Tokyo, costruito tra il ‘600 e il ‘700, ma associato al Tanuki solo a partire dal XIX secolo.

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immagine da https://www.japanvisitor.com/japan-temples-shrines/yanagimori

La fama di questo animale, in Giappone, è cambiata nel tempo, assumendo connotati più positivi, e similmente al Maneki Neko, il gatto portafortuna (vedi Maneki Neko e l’amore dei giapponesi per il gatto), è diventato simbolo di prosperità e fortuna, grazie ai suoi tratti speciali, detti anche le otto  benedizioni:

  • la grande pancia che indica un processo decisionale audace e calmo
  • la cambiale che rappresenta la fiducia e la confidenza
  • la bottiglia di sake che rappresenta la virtù
  • la grande coda che rappresenta stabilità e forza
  • i testicoli sovradimensionati che simboleggiano la fortuna finanziaria
  • i grandi occhi che simboleggiano la capacità di giudicare l’ambiente e di prendere buone decisioni
  • il cappello a guscio di tartaruga che simboleggia la prontezza e la protezione contro il maltempo, ovvero i tempi difficili
  • il sorriso amichevole che presumibilmente significa atteggiamento amichevole nei confronti dei clienti

La dimensione particolarmente esagerata dei testicoli del Tanuki, che si ritrova spesso nelle rappresentazioni artistiche, nasce anche da motivi storicamente tecnologici. La pelle dei testicoli del Tanuki era infatti considerata preziosa in ambito metallurgico orafo in quanto molto sottile ed elastica, ideale per avvolgere l’oro durante la realizzazione della foglia d’oro giapponese, il Kinpaku, sottilissimi fogli d’oro (fino a 0,0001 millimetri!) che vengono utilizzati per la decorazione di vasellame o altri oggetti di uso quotidiano, oggetti sacri e kimono [5].

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immagine da https://www.kouiki-kansai.jp/craft14/en/2013/5/index.html

Dalla realtà scientifica o artistica, si è presto passati alla tradizione e alla leggenda, e nella cultura giapponese prese quindi piede la credenza per la quale il Tanuki avrebbe la capacità di gonfiare e dilatare enormemente i testicoli, ai quali ci si riferisce con il termine popolare Kintama, volgarizzazione del termine simile Kin no tama traducibile con “sferette d’oro”. Secondo un antico detto (Tanuki no kintama hachijojiki) i Tanuki sarebbero infatti in grado di gonfiarli fino alla dimensione di otto jo, dove un jo è la superficie occupata da un tatami, tipicamente della dimensione di 182 x 91 cm. Da questa leggenda prese origine una serie di illustrazioni a carattere scherzoso dette Tanuki-e, i cosiddetti dipinti di Tanuki, con le quali si distinsero molti artisti molto famosi come Kuniyoshi, il quale sviluppò il tema con una fantasia inesauribile [6].

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composizione di immagini da https://ukiyo-e.org

L’unione delle credenze popolari con la diffusione del Tanuki-e contribuì enormemente alla creazione dei poteri portafortuna dei Tanuki dovuti agli attributi sessuali di questi animali, un motivo per cui si trovano ancora oggi statuette di Tanuki fuori dagli esercizi commerciali in segno di buona prosperità negli affari. Per la maggior parte, le statuette di Tanuki sono realizzate con la Shigaraki-yaki, un tipo di ceramica prodotta nella città di Koga, prefettura di Shiga, e nei suoi dintorni. Secondo l’associazione dei produttori di ceramiche locali, l’ormai familiare design del Tanuki allegro e dall’aspetto un po’ buffo, che spesso trasporta una fiaschetta di sake, è stato sviluppato da un vasaio,  Tetsuzo Fujiwara, che si trasferì in quell’area nel 1936 e dedicò il resto della sua carriera all’arte statuaria dei Tanuki. Nel 1951, in occasione di una visita imperiale, la città preparò una speciale fila di statue di Tanuki sbandieratori per la visita dell’imperatore Hirohito, che fu così affascinato da questo benvenuto da scriverne una poesia: ovviamente la pubblicità che ne derivò contribuì notevolmente alla diffusione della popolarità delle statuette di Tanuki [7].

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immagine da https://www.giapponeinpillole.com/blog/tanuki-%E7%8B%B8/

I Tanuki, nonostante siano canidi simpatici e inoffensivi, non sono però addomesticati per la compagnia dell’uomo, e in molte nazioni ne è proibito il possesso. Restano infatti animali selvatici che vanno in letargo, dalla vita perlopiù notturna, e dopo l’esportazione in Europa, a partire dagli anni Venti del XX secolo, sono diventati una specie invasiva, oltre ad aumentare le dimensioni corporee di circa il doppio rispetto a quelli giapponesi.

Ma se si sentisse un rumore proveniente dalle imposte di casa e ci si affacciasse per scoprirne la causa, sarebbe possibile ritrovarsi di fronte alla gigantesca faccia dell’Ookamuro, uno spettro ritenuto una delle innumerevoli forme in cui i Tanuki possono trasformarsi: non temete, anche in questo caso prevale lo spirito burlone e inoffensivo del Tanuki, che si diverte solo a stupire o spaventare la gente, ma senza arrecare alcun danno, vantando impersonificazioni annoverabili tra quele più originali dell’intero panorama spirito giapponese [8].

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immagine da https://monsterpatroltoys.com/products/ookamuro-kitaro-of-the-graveyard

lele bo

FONTI

[1] – La paura in Giappone, Marta Berzieri

[2] – Bunbuku Chagama, https://it.wikipedia.org/wiki/Bunbuku_Chagama

[3] – Pom Poko, https://www.studioghibli.it/film/pom-poko/

[4] – Yokai.com, il database online di fatasmi e mostri giapponesi, https://yokai.com/tanukitsuki/

[5] – Kinpaku,la foglia d’oro giapponese, https://www.yabai.it/curiosita/kinpaku-la-foglia-doro-giapponese/

[6] – Inventario burlesco sui testicoli dei Tanuki, https://sma.unibo.it/it/qr-code/arte-orientale/inventario-burlesco-sui-testicoli-dei-tanuki

[7] – Traditional Kyoto, https://traditionalkyoto.com/culture/figures/badgers/

[8] – Enciclopedia dei mostri giapponesi, Mizuki Shigeru

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