di Danielle Borra – 7° Dan Iaido Renshi
8 marzo 2016

 

Diciamo spesso che la pratica del nostro Iaido è lo specchio di quello che siamo, del nostro carattere, dei nostri blocchi, della nostra personalità.

In effetti si notano tantissime differenze fra i praticanti che nascono, non tanto da una difficoltà fisica, quanto piuttosto da un atteggiamento mentale o dalle proprie abitudini mentali.

Uno dei blocchi tipici è la scarsa autostima, blocco che normalmente appartiene alle persone un po’ più introverse e determina la scarsa propensione a farsi guardare. Di conseguenza si manifestano delle difficoltà nel fare gare o esami o dimostrazioni dove ci si deve far guardare. Classicamente le persone di questo tipo lavorano bene in palestra ma appena debbono affrontare una situazione in cui c’è un pubblico peggiorano in modo consistente la loro performance. Ovviamente è un peccato e, ovviamente, la pratica aiuta a superare queste difficoltà.

La pratica ci trasforma e i blocchi vengono in qualche modo superati, nello Iaido ma anche nella nostra vita. Il lavoro in genere è lungo e la partenza è il desiderio di trasformate un blocco, un atteggiamento.

Statisticamente parlando il blocco è più frequente in campo femminile forse per un problema culturale, forse per una maggiore abitudine a mettersi in discussione che, se portata all’eccesso, può generare dei limiti. Nello Iaido è più facile vedere la paura dell’esibirsi in una donna rispetto ad un uomo, normalmente il blocco si manifesta con uno Iaido più debole, un taglio non abbastanza incisivo, una sensazione di indecisione e di debolezza complessiva nell’esecuzione del kata. Nel progredire, se non si lavora sul blocco, difficilmente si riesce a realizzare uno Iaido in cui si manifesta il riai o si vede l’avversario. Per me per esempio questo è stato un passaggio difficile.

Che cosa si può fare oltre a praticare?

La prima cosa come sempre è acquisire consapevolezza e decidere di cambiare. Si parte sempre da li. Sarebbe anche importante in questa fase acquisire una maggiore consapevolezza di quello che ci diciamo, delle scuse che usiamo con noi stessi per giustificarci: “sono fatta così”, “non ci riesco”, “ma in fondo non è che ci tenga così tanto…” ecc. Esiste un universo di frasi negative che ripetiamo all’infinito e che ci condizionano nella nostra vita e nella nostra pratica. Inoltre il decidere di cambiare vuol dire mettersi in gioco e questo è veramente difficile. A volte è più comodo inventare delle scuse per poter stare nel proprio confortevole (si fa per dire) angolino e non dover affrontare il mondo. Va da se che per la pratica dello Iaido in una persona insicura non fare questo passaggio implica, prima o poi, smettere o confrontarsi con il fallimento nei passaggi di grado che aumenta la propria insicurezza e quindi ……smettere.

La seconda cosa importante è focalizzarsi su cosa si vuole veramente. Cosa si vuole veramente realizzare nel proprio Iaido? E’ importante per catalizzare in modo positivo le proprie energie. Si può fare un elenco di cosa si vuole realizzare in termini di Iaido, oppure focalizzarsi su un esempio e cercare fortemente di imitarlo costruendo nella nostra mente l’immagine di cosa vogliamo. Per esempio per molto tempo io ho guardato con attenzione alcuni 7° dan donna giapponesi focalizzandomi su cosa volevo ottenere, cosa mi sarebbe piaciuto realizzare che loro facevano bene. Il maestro Ishido inoltre, l’ultima volta che ci siamo visti, mi ha detto che devo guardare e mantenere nella mia mente l’immagine dei kata di koryu fatti da Morishima sensei (obbligato a farmi la dimostrazione di tutti i kata che volevo fare!!) in modo da arrivare a cambiare il mio approccio al koryu, perché ZNKR Iaido va bene ma il mio koryu no. Quindi cosa voglio e cosa voglio cambiare?

Terzo passaggio: evitare di rimanere a lungo in stadi negativi/depotenzianti nella propria pratica perché evidentemente questo incide sul proprio umore e sulle proprie motivazione. Se penso di non riuscire a realizzare una cosa è bene non stare a pensare troppo a questo, ma concentrarmi su piccoli obiettivi facilmente raggiungibili. Per esempio non riesco a cambiare il ritmo del kata: è una cosa difficile che richiede del tempo e questo potrebbe risolversi in un incremento del dubbio e dell’incertezza. Se ho una bassa autostima o mi scoraggio facilmente devo essere consapevole di dover cambiare questa cosa e lavorarci, ma è meglio focalizzarmi su cose che sono in grado di cambiare più rapidamente, il caricamento p.es. Un modo è anche scomporre la tecnica e realizzare un obiettivo per volta, sempre nell’esempio di cambio di ritmo posso focalizzarmi sul realizzare un cambio di ritmo solo in un pezzo del kata, il caricamento o il noto. L’obiettivo è raggiunto più facilmente ed io sono più contenta. Raggiunto il primo obiettivo si continua con il secondo fino a che, quasi automaticamente, realizzo il cambiamento più impegnativo che avevo deciso.

L’ultima cosa è non confrontarsi con altri. Il percorso è individuale, devo confrontarmi con il me stesso di ieri, non con un altro. Il mio miglioramento deve essere relativo a me stesso sapendo che ognuno di noi ha tempi diversi e che la cosa importante è che il mio Iaido migliori di giorno in giorno, migliorando anche la mia autostima, non che il mio Iaido sia meglio di quello di qualcun altro.

 

1 COMMENT

  1. Articolo molto azzeccato per quanto mi riguarda. Pur non essendo una persona timida ho difficoltà a superare il senso di inadeguatezza che scoppia nella mia testa durante una gara. La pratica mi sta aiutando a gestirlo ma la strada è ancora lunga…

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here