Ma come devo giudicare durante un esame?
Domenica mi sono trovato per l’ennesima volta in commissione d’esame per lo iaido.
Devo dire che non è assolutamente un “lavoro facile” anzi è molto molto complicato, io sono subentrato a giudicare i 4° ed i 5° dan, sicuramente due gradini importanti e senza dubbio difficili, ma come dico sempre gli esami sono uno diverso dall’altro e quindi ogni sessione ha una storia a sè.
Dovrebbe esistere una soglia superata la quale si raggiunge il grado mentre se si è al di sotto il livello non è considerato sufficiente, ma questa benedetta soglia come commissario la devi avere ben chiara in mente e non è assolutamente facile.
Ogni tanto hai la fortuna di avere qualche candidato che fa delle cose bellissime e quindi nessun dubbio. A volte è di nuovo facile in quanto le persone non hanno sicuramente il livello e quindi nulla di fatto senza incertezze, ma a volte hai dei candidati che alternano cose corrette a cose non propriamente corrette, piccoli errori o grandi errori. Diventa complicato capire se è sufficiente per raggiungere la soglia oppure no.
Come si fa a definire mentalmente la soglia, questa è la parte più complicata. Ci sono delle linee guida sul libretto della Zen Nippon Kendo Renmei ed altre redatte dalla IKF e si devono avere bene a mente. Anche chi affronta un esame dovrebbe conoscere bene queste cose ma mi rendo conto, tenendo gli stage di formazione, che spesso i candidati non conoscono queste indicazioni oppure non hanno dato loro la giusta importanza.
Vi faccio un esempio: sino al 3° dan la parola più ripetuta nelle regole IKF è corretto, precisione…. Se sul terzo o quinto kata si deve tagliare Kesa ed invece il taglio viene giù dritto fermandosi al centro del corpo dell’avversario, vuol dire che uno dei punti fondamentali non è stato capito. Altro esempio sempre sul terzo, se il taglio deve finire appena più basso dell’orizzontale e invece la spada finisce orizzontale, oppure taglia fino all’altezza del ginocchio, di nuovo non c’è precisione e quindi uno dei parametri non è stato raggiunto.
Da 4° dan in su oltre a quanto previsto per i gradi precedenti si debbono aggiungere altri punti, uno è la calma mentale. Ci sono persone che entrano nell’area d’esame tremando, che si perdono il sageo o per l’agitazione sbagliano il Torei, come si può pensare che questi candidati abbiano raggiunto la calma mentale?
Poi ovviamente per fallire l’esame si aggiungono altre piccole o grandi cose che alla fine determinano il risultato.
Abbiamo strutturato il seminario che precede gli esami alla giapponese, spiegando, libretto alla mano i 12 kata, non vi dico le critiche ricevute: noioso, lunghissimo, poco interessante, ecc. ecc.
Se però si esaminano i risultati degli esami e si guardano gli esami si vede che 9 persone su 10 fanno errori e spesso non sanno qual è la cosa corretta da fare, oppure sono abituati a fare quella determinata azione in un modo che gli risulta più comodo e quindi si autoconvincono che sia corretta. Non è così, si deve cercare di avere bene in mente quali sono le azioni corrette e bisogna cercare di realizzarle nel modo più corretto possibile. Si vedono spesso persone che fanno i kata in modo veloce ma confuso, non va bene, meglio essere un po’ più lenti ma corretti.
Purtroppo la scelta del 3° e del 11° kata per gli esami è un ostacolo difficile. Si sono visti tagli fatti senza tener conto di quale deve essere il target, passi sbagliati, movimenti del corpo non corretti rispetto a quanto richiesto…. si è visto veramente di tutto.
Spesso le persone ci chiedono se saremo buoni o cattivi durante l’esame ma questo non è l’approccio corretto. Sinceramente non sono né buono né cattivo, se secondo il mio metro di misura è sufficiente faccio un cerchietto, altrimenti la croce. Non ci sono altre valutazioni ed è importante che non ci siano anche per una questione di correttezza verso il praticante. A priori vorrei mettere tutti cerchietti perchè vi garantisco che è molto più facile e gratificante fare un cerchio piuttosto che una croce e vedere tanti visi felici attorno a me.
Però, come disse molto tempo fa il Maestro Nakano ad un seminario CIK, il livello deve crescere ed essere più uniforme e in linea con i dettami della ZNKR e questo non si vede durante gli esami in Italia. E’ necessario provare a studiare di più quali sono le cose corrette e come realizzare uno iaido in linea con quanto prescritto dalla ZNKR. Bisogna anche sforzarsi di uscire dal proprio dojo e dalla propria confort zone per confrontarsi con altri modi di praticare e bisogna ascoltare e guardare bene cosa dicono i Maestri giapponesi che, per fortuna, stanno ricominciando a venire in Europa.