Eindhoven, 11-14 agosto 2019. Olanda.

Uno stage di Iaido, pochi giorni in mezzo all’estate dal valore inestimabile.

Dopo un viaggio senza particolari intoppi arriviamo mentre si stanno concludendo le ultime fasi dello stage di Jodo. Abbiamo così il tempo per acclimatarci prima della pratica. 

Claudio Zanoni sensei e Danielle Borra sensei portano la delegazione Kiryoku italiana attraverso i corridoi e le gradinate del palazzetto prima e nell’area di pratica dopo, per salutare rispettosamente tutti i sensei arrivati dal Giappone e presentarci come loro allievi. Rubiamo poco tempo ad ognuno dei sensei, che ricambiano con una stretta di mano o un inchino, ma la cura e la gioia che Zanoni sensei mette nel farci conoscere personalmente tutti i maestri mi fa capire quanto questa cosa sia importante sia per lui come insegnante che per noi come allievi, tutti appartenenti alla linea della scuola di Ishido Shizufumi sensei.

È da questo momento che nella mia mente si chiarisce l’idea che quello di Eindhoven non sia uno stage come tutti gli altri. Guardandomi attorno mi rendo conto che non solo l’evento è guidato da alcuni dei più grandi maestri viventi in un numero senza precedenti per uno stage europeo, ma anche che l’atmosfera ha un che di importante e solenne. Per tutti i convenuti l’aspetto commemorativo dello stage, che si tiene a quarant’anni dalla prima esperienza di Ishido Shizufumi sensei in Europa, è fondamentale. Devo ammettere che non avevo capito appieno la portata di tutto ciò prima di trovarmici in mezzo. Mi ha fatto avvicinare di un passo alla comprensione di quanta pratica e impegno sottendono alle 4 ore settimanali che passiamo in dojo: una moltitudine di persone che hanno votato la loro vita allo studio della spada dedicano la loro passione alle generazioni future, affinché il budo non scompaia con gli ultimi discendenti dei Bushi, ma possa proseguire e integrarsi in una realtà completamente nuova.

La pratica inizia con il pomeriggio della domenica: Morishima sensei e Oshita sensei dimostrano la serie dei dodici kata di Zen Ken Ren con le spiegazioni di Ishido Shizufumi sensei. È bello vedere come i due maestri dimostratori abbiano uno Iaido così differente e magnifico allo stesso tempo, e i dettagli sottolineati da Ishido Shizufumi sensei sono pienamente in linea con quanto riportato da Kusama sensei nell’ultimo anno sia ai campionati europei che al kangeiko italiano. Abbiamo quindi un’ora per praticare ed esercitarci divisi per gradi. E qui riceviamo una critica che non dimenticheremo facilmente. In mezzo alle eccellenze europee dei quinti dan, Shoji sensei, Kinomoto sensei e Danielle Borra sensei sono stati concordi nel dire che mancava la percezione dell’avversario. È evidente che sia il momento di focalizzarsi sul kasoteki, studiando, come richiesto anche da Kusama sensei nelle ultime trasferte europee, l’efficacia oltre alla pura forma. 

La sera della domenica partecipiamo al sayonara party. Qui emerge tutta l’importanza commemorativa dell’evento, con Louis Vitalis sensei che racconta  a tutta la sala la storia dell’esperienza europea di Ishido sensei e di come la sua scuola si sia diffusa in tutti gli stati dell’Unione grazie all’impegno dei Monjin e degli insegnanti che per quarant’anni hanno continuato lo studio dello Iaido e del Jodo con Ishido Shizufumi sensei.

Il lunedì ha il sapore del koryu: allo stage presenziano insegnanti di diverse scuole antiche, da Muso shinden ryu a Muso jikiden ryu, da Shinkage ryu a Itto ryu, e in questa giornata si tiene una lezione di ognuna di queste scuole, oltre a Zen Ken Ren in vista degli esami. Per Muso shinden ryu il corso viene ulteriormente diviso, lasciando libera scelta ai praticanti di seguire le lezioni di Shoden, Chuden o Okuden. Ho quindi preso parte con Zanoni sensei alla lezione di Chuden, tenuta da Morishima sensei e tradotta da Andy Watson sensei. Dopo aver sentito tanto parlare dai miei maestri dello Iaido di Morishima sensei, ho finalmente l’occasione di prender parte ad una sua lezione. E non è tutto, Ishido Shizufumi sensei interviene più volte nella spiegazione per approfondire questo o quel dettaglio. La disponibilità e la competenza di Morishima sensei sono eccezionali, e quando dimostra i kata di Chuden alla sua velocità sembra di vedere una saetta con la stabilità della terra stessa: non un centimetro di troppo, non uno in meno del necessario, attacchi fulminei e controllo del corpo da lasciar tutti a bocca aperta. 

È, per dirla con le parole di Danielle Borra sensei, un bagno di umiltà. L’esempio di Morishima sensei e le parole di Ishido Shizufumi sensei sono volti a farci comprendere quanto nel koryu “efficacia” sia la parola chiave, a quanto sia necessario sviluppare movimenti così rapidi e precisi perchè nella realtà del kata vi sono molti punti deboli che l’avversario può sfruttare se non riusciamo a sorprenderlo ed anticiparlo: Ishido Shizufumi sensei ce ne mostra alcuni esempi pratici con l’aiuto di Morishima sensei, e la rapidità con cui si svolgono le controtecniche fa davvero pensare a quanto siamo lontani dal loro livello. Ci viene più volte detto che il koryu è combattimento vero, e che ora è importante che tutti ne approfondiamo lo studio, per portare poi in Zen Ken Ren lo stesso principio, migliorando il nostro iai nella sua totalità. 

Nel nostro dojo siamo molto fortunati: abbiamo un’ora alla settimana dedicata interamente al koryu, ma troppo spesso intendiamo questo tempo solo come dedicato allo studio dei kata dell’esame o della gara. Eppure, forse, se ci sforzassimo di comprendere quei difficili movimenti, quelle faticose posizioni e quei fondamentali principi alla base del koryu, miglioreremmo molto più velocemente tutto il nostro Iaido. Credo che un obiettivo utile da porci possa essere passare dal pensare che il kata sia lo Iaido al pensare che la teoria e la motricità siano la disciplina, e la forma ne sia solo una manifestazione pratica. In tal modo possiamo forse aiutare la nostra mente ad uscire dallo schema prestabilito del kata, che ci fa pensare a “forzare” il corpo ad assumere questa o quella posizione, invece di usare i movimenti per ottenere un obiettivo dopo l’altro, che ciò voglia dire uccidere un avversario con un kirioroshi o colpirne il polso quando cerca di afferrare la tsuka della nostra spada.

A fine giornata ci viene data la possibilità di seguire un’ora di lezione di un’altra scuola, e scopro così la forma di tre kata di Shinkage Ryu grazie all’insegnamento di Matsuoka sensei e Kinomoto sensei. Seppur breve, un’altra esperienza che insegna quanto poco siamo consapevoli della vastità e varietà delle tecniche di spada giapponese.

Per il giorno seguente è prevista una gara, un taikai dalla formula davvero particolare: kata a scelta libera sia dal proprio koryu che da Zen Ken Ren, con le squadre composte a caso dall’organizzazione per avere approssimativamente un grado “alto” (quinti e sesti dan), un grado “medio” (quarti e terzi dan) e un grado “basso” (dal secondo dan in giù). 

L’obiettivo dichiarato è creare compagini internazionali e favorire la creazione di nuovi legami. Personalmente, l’esperienza è grandiosa. 

Ho la fortuna di essere in squadra con una delle studentesse provenienti dall’università Doshinsha di Kyoto. Una numerosa schiera di ragazzi del team guidato da Brier sensei prende parte all’evento, e l’unica squadra composta interamente dai loro studenti e dal sensei arriva al gradino più alto del podio. Grazie alla collaborazione con Yoshioka Ayane, 2° dan, e Gal Balazs, ora 4° dan, portiamo a casa una medaglia di bronzo che sarà un ricordo indimenticabile. 


Un particolare che mi ha colpisce della gara è lo iaido degli studenti dell’università Doshinsha. Nessuno di loro ha più di 3 anni di pratica, eppure il loro uso del corpo è molto meno forzato della maggior parte dei praticanti europei, a prescindere dal grado. Un’altra dimostrazione che siamo molto indietro nella comprensione della motricità dello iaido. Se dovessi descrivere i loro kata, focalizzerei naturalmente la narrazione su ciò che la tecnica induce nell’avversario, e non su come il praticante forzi i propri arti a muoversi in un certo modo. Forse in Europa bisogna migliorare la comprensione di come allenare il praticante giovane affinché interiorizzi le basi della disciplina? Forse dobbiamo comprendere come compensare nell’insegnamento ai principianti i differenti modelli di motricità delle nostre culture? Certo è che ai nostri insegnanti europei dobbiamo rendere un grazie enorme per la quantità di risorse che investono e per tutte le problematiche che devono affrontare per noi. 

L’esperienza di Eindhoven è stata unica. Spero che in questo articolo sia trapelata la passione e la dedizione che si respirava nel palazzetto olandese. Per me sicuramente è stata un’ispirazione, non vedo l’ora di ritrovarci a settembre per praticare assieme!

Pierluca Regaldi, 5 dan

Dal 9 al 13 agosto si è tenuto in Eindhoven un seminario di Jodo e Iaido. Ho partecipato alla sessione dedicata allo Iaido concentrata nei giorni dal 11 al 13 agosto. Sono stati tre giorni intensi, la presenza di importanti Sensei provenienti dal Giappone e dall’Europa mi hanno caricata emotivamente, mi hanno fatto riflettere sull’importanza della pratica e sull’attenzione che dobbiamo porre alla postura. La presenza di Sensei di alto livello ha rafforzato in me la cosapevolezza che  attraverso la pratica possiamo migliorare il movimento e trarre maggiore soddisfazione ad eseguire la disciplina. 

Il seminario di iaido è stato focalizzato sullo studio dei kata di muso shinden e in base al proprio livello di competenze siamo stati divisi in gruppi. 

Il mio gruppo è stato condotto da Ishido Kotaro Sensei e da Rene van Amersfoort Sensei.

Sono stata rapita dai modi molto pacati con cui Ishido Kotaro Sensei spiegava i kata e dalla naturalezza con cui  li eseguiva emanando fermezza e decisione. E’ stato piacevole scoprire la dolcezza e la disponibilità con le quali il Sensei ci donava il suo sapere e il  “rispetto” con il quale si avvicinava mentre praticavamo per suggerire i cambiamenti che avrebbero portato ad una migliore esecuzione. 

Riguardo a  René van Amersfoort Sensei, di cui già in altri seminari ho avuto modo di apprezzare le sue notevoli competenze, ho colto nuovamente la sua disponibilità e la sua attenzione alle necessità di ognuno. Anche in questa occasione si è prodigato con entusiasmo a far migliorare  il nostro iaido. Un’esperienza che si è conclusa positivamente

Dal seminario olandese mi sono portata a casa:

  • i preziosi suggerimenti ricevuti dai sensei
  • l’impegno a praticare con più attenzione 
  • la piacevole compagnia

Rosita Giovannetti, 3 dan

Durante la preparazione del viaggio per Eindhoven non sapevo proprio cosa aspettarmi dal seminario: senz’altro l’emozione nel vedere un maestro di tale importanza per lo iaido europeo, e in particolare il nostro maestro di riferimento, era molto forte. Avevo già ricevuto informazioni relative alla grandissima partecipazione (più di 250 iscritti) di persone in arrivo da tutta Europa (in realtà anche addirittura dall’Australia) per  celebrare il 40º anniversario dalla prima volta che Ishido Shizufumi sensei è venuto in Europa per insegnare e diffondere lo iaido e il jodo.

Arrivare e vedere l’enorme palazzetto gremito di tanti partecipanti ha reso ancora più l’enorme importanza che l’evento ha avuto per tanti in Europa, l’affetto e la stima condivisa da tanti verso Ishido sensei.

Il maestro, all’inizio del seminario, ha illustrato i kata di Seitei con spiegazioni limpide nella loro chiarezza e ricche di dettagli e di spiegazioni, anche relative alla storia del kata e alla sintesi che ne viene presentata nel manuale. Le spiegazioni sono state illustrate in modo chiarissimo da Morishima sensei per i primi sei kata e da Oshita sensei per gli ultimi sei.

Nella pratica del koryu il mio gruppo, dedicato allo studio di Shoden, è stato seguito, con la competenza e disponibilità che ormai conosciamo bene, da Van Amersfoort sensei, affiancato da Philippe Merlier sensei e da Ishido Kotaro sensei, il figlio di Ishido sensei. La combinazione si è rivelata veramente efficace; Ishido Kotaro sensei in particolare si è rivelato un insegnante attento, chiaro, disponibile alle domande e ai chiarimenti. Ha mostrato i kata con una esecuzione che li faceva apparire “facili” (naturali…) e ha posto, sempre in modo estremamente garbato, la nostra attenzione sui punti importanti per riuscire a farli (quasi) facilmente anche noi.

L’idea di poter dedicare un’ora alla pratica di un koryu diverso dal nostro è stata molto piacevole; mi ha dato l’opportunità di provare un koryu che mi incuriosiva, lo Shinkage Ryu, sotto la guida di Matsuoka sensei e di Kinomoto sensei, sempre piena di energia e di entusiasmo.

Ringrazio Danielle Borra sensei e Claudio Zanoni sensei per averci dato questa opportunità, e tutto il nostro gruppo per la piacevolissima compagnia nel viaggio.

Anna Rosolini, 4 dan

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© Ringraziamo Igarashi Keiji sensei per la foto ricordo con Kinomoto sensei e il Club Iaido Arganda – San Gaku Kai per l’immagine che ritrae Morishima sensei.

1 COMMENT

  1. Thanks to you three, I agree with Rosita who expressed it very well. The impression that remains for me a few weeks later is a huge emotion. Because Iaido leads the straight way to the deepest heart.

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