Domenica 30 Gennaio, al Centro sportivo “Novarello Villaggio Azzurro” di Granozzo con Monticello, in provincia di Novara, si è svolto il Seminario Arbitrale di Iaido organizzato dalla CIK e, in contemporanea, l’allenamento della Nazionael di Iaido.

Recensione e riflessioni di Stefania Battista, Stefano Banti e Alessio Rastrelli.

Arbitro vs Competitor, ruoli a confronto

di Stefania Battista

In questa giornata di stage arbitrale e di allenamento ho felicemente ritrovato compagni di pratica e di arbitraggio. Ho partecipato ad una parte dell’allenamento della nazionale ed ho successivamente seguito lo stage arbitrale, esperienza sempre utile e formativa.

Riflettendo sulle emozioni personalmente vissute, ho provato a mettere a confronto due tipologie di posizioni con relative e specifiche “aspettative”, ovvero da una parte l’essere competitor e dall’altra l’essere arbitro.

Queste aspettative non sono cosi diverse tra di loro. In entrambe le situazioni prevale il cercare di fare il meglio possibile mettendo in gioco se stessi nei confronti degli altri.

Come competitor si è responsabili di se stessi certamente, ma anche dei compagni di team e dei Sensei che hanno impiegato energie per l’insegnamento.

Come arbitro si è responsabili di se stessi perchè si deve svolgere il proprio compito sempre al meglio nel rispetto del ruolo e delle competenze e si è soprattutto responsabili nei confronti degli atleti. Loro devono dare il meglio di se stessi e l’arbitro deve essere in grado di valutare con imparzialità, attenzione e scrupolosa correttezza ogni prestazione.

Non è un gioco di ambivalenze, tuttavia ogni competitor è anche arbitro di se stesso e merita a fianco, nell’area di gara, il meglio in assoluto che ogni avversario possa fare cosi come ogni avversario deve fare il meglio che può per se stesso e per onorare il confronto con l’altro.

Se attenzione e concentrazione sono richieste per la migliore prestazione che ciascun competitor in quel momento possa fare, altrettanta determinazione è necessaria per esprimere in modo oggettivo il miglior giudizio nel ruolo di arbitro.

Le due identità competitor e arbitro, contemporaneamente in azione nella competizione, sono unite da simili aspettative ed emozioni in un unico obiettivo comune con responsabilità vicendevoli ed analoghe sia nei confronti di se stessi sia verso gli altri.

Ritengo che l’esperienza arbitrale sia estremamente importante per la crescita nella pratica grazie soprattutto alla possibilità del confronto e della condivisione della conoscenza tecnica.

Ringrazio tutti i Sensei presenti ed i compagni di Dojo

Stefania Battista

Rebus by Stefania Battista
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