Sabato 2 e Domenica 3 Luglio 2022 si è tenuto a Lucca un allenamento di iaido, organizzato da Akitsukai e condotto da Claudio Zanoni e Danielle Borra.

Recensione e riflessioni di Gabriele Gerbino e Rosita Giovannetti.

lucca2022

Pratica attiva ed efficacia del metodo

di Gabriele Gerbino

Armato di tanta buona volontà e caldo, ma senza spada (quella, una volta a destinazione, me la presterà come al solito il buon Alessandro Natali), Venerdì 1 Luglio prendo un aereo per Pisa, per partecipare a quello che sarà solo il secondo di 4 weekend di Iaido nel giro di un mese (sono intento a testare la pazienza dei miei familiari, se non mi vedrete più in giro non ci sarà bisogno di chiedere il perché :P)

Il seminario, come di consueto, si svolge durante tutto il giorno di Sabato e la mezza giornata di Domenica, ed e’ tenuto ovviamente da Claudio e Danielle.

Il gruppo dei partecipanti non poteva essere piu’ assortito: da mu-kyu a rokudan, da chi ha dato l’esame di maturità il giorno prima, a chi ha spento da poco 80 candeline (che spettacolo!). Nonostante la varietà di gradi ed il caldo asfissiante, i maestri non si sono risparmiati, mettendo insieme un seminario davvero interessante e molto tecnico adatto a tutti i palati: e’ davvero incredibile vedere come i maestri si adattino alle esigenze di tutti, spiegando concetti base ed avanzati nel modo piu’ semplice possibile tale da renderli ugualmente assimilabili sia dai gradi bassi che da quelli più navigati.

Reduci dall’ultimo seminario con la delegazione ZNKR che si e’ svolto nel mese di Giugno, i maestri hanno voluto dare un focus particolare ad alcuni punti attenzionati da Kusama sensei: questi punti non sono certo delle novita’, ma molti di questi non sono per nulla banali, quindi e’ bene allenarli ed allenarli ancora, soprattutto chi avrà a breve esami o gare.

Su questa scia, la giornata di Sabato comincia con la pratica di Mae, Morote-tsuki e Ganmen-ate: tutti e 3 kata oggetto di attenzioni di Kusama sensei a Budapest. Nonostante i maestri ci abbiano spiegato nel dettaglio quali correzioni apportare e quali punti attenzionare, dopo poche ripetizioni era chiaro che nessuno di noi stesse facendo quello che ci si aspettava: come dice Claudio, se quando studiamo un kata non siamo “scomodi”, allora significa che lo stiamo eseguendo come sempre e non stiamo compiendo i cambiamenti che ci sono stati richiesti.

Non c’e’ comodità nel cambiamento, perché questo implica la “distruzione” di quello che c’era prima.

Per ovviare a questo problema, i maestri ci hanno fatto praticare i kata dividendoli in kihon, così da poterci concentrare di volta in volta su una porzione più piccola di correzioni e punti da rispettare. Questa pratica attiva concentrata su pochi movimenti permette al nostro corpo e alla nostra mente di coordinarsi meglio, rendendo più semplice il cambiamento. L’efficacia di questo metodo si riflette anche sul numero di domande che i maestri hanno ricevuto, cosa che difficilmente sarebbe accaduta se avessimo eseguito i kata con il solito atteggiamento e con il solito approccio. Cambiando entrambi, sorgono quindi molti dubbi su quello che facciamo e su cosa in realtà dovremmo fare.

Ma questi eventi non sono belli solo per la pratica! Incontrare amici provenienti da diverse parti dell’Italia (e oltre) e’ sempre un’emozione, specialmente se c’e’ anche qualcosa da celebrare. E allora via di spumante e focaccia alla salute di Claudio e del suo Kyoshi, e di Carlo e del suo Nanadan!

Gabriele Gerbino

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Un caldo weekend di luglio

di Rosita Giovannetti

Il 2 e il 3 luglio, a Lucca, Danielle e Claudio hanno condotto un seminario ad un gruppo di iaidoca che nonostante il gran caldo hanno praticato per approfondire e migliorare il proprio livello tecnico.

Come sempre i suggerimenti dettagliati e precisi dei Sensei sono stati di aiuto per tutto il gruppo.

Vorrei porre particolare attenzione alla proposta di filmarsi durante l’esecuzione di una tecnica che Danielle e Claudio hanno suggerito in questo seminario, suggerimento più volte consigliato anche in altre occasioni.

In questi giorni ho ripensato e rivisto alcuni video realizzati durante gli eventi a cui il nostro dojo ha partecipato. Nello scorrere delle immagini la mia attenzione si è focalizzata sugli errori, sulla disarmonia del movimento e ho detto: “Non mi piace – Ro! cerca di cambiare qualcosa, di porre più attenzione, di essere presente su ciò che fai…”

Quando vengo corretta e proposti suggerimenti ascolto, provo a cambiare ma c’è sempre qualcosa che rimane in sospeso, come qualcosa che rimane al di fuori di me; lo scorrere delle immagini mi costringe a fare “autocritica” e questo porta ad una maggiore consapevolezza, le immagini rafforzano le parole.

Anche se, ciò che disturba, balza subito agli occhi, il video deve essere un valido strumento di aiuto non solo per cogliere il “non mi piace”, ma soprattutto per ricercare e cogliere il “mi piace” il bello della performance e portarlo nel cuore con la soddisfazione di aver fatto bene cercando di riprovare quell’emozione in ogni allenamento. Purtroppo, per esperienza personale, e ne ho pagato lo scotto, riconosco che è molto difficile concentrarsi sugli aspetti positivi e per riallacciarmi agli articoli precedenti di Alessio Rastrelli (Esami di Iaido e Potere della mante) e di Stefano Banti (Le età del Budo), il potere della mente fa la differenza sui nostri risultati.

Rosita Giovannetti

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