Inseguendo una libellula a Lucca

di Veronica Latino

Tra le cose in programma per il 2023 c’era sicuramente quella di cominciare a frequentare di più i seminari di Iaido,  per incontrare e confrontarsi con le altre persone che praticano questa disciplina. Sento la necessità di relazionarmi con gli altri iaidoka nell’ultimo periodo di pratica, forse viene naturale una volta superato il primissimo esame. Mi accorgo di quanto sia importante mettersi alla prova, discutere con gli altri dei propri errori o difficoltà, ascoltare e vedere tutte le sequenze per promuovere il proprio Iaido. 

La spinta ad andare me l’ha data il logo del dojo organizzatore, l’ Akitsukai di Lucca, raffigurante una libellula all’interno di un cerchio. È stato come cogliere un segnale,  dovevo esserci!

Fin da piccola sono stata attratta dell’eleganza di questo insetto (tant’è che ne ho una disegnata sul braccio). Solo più avanti nel tempo ho scoperto che per il Giappone è simbolo di coraggio, forza e successo anche nelle arti marziali e di come sia stata apprezzata dai samurai per il fatto che volano sempre in avanti e non retrocedono o mai.

Ho avuto occasione di conoscere i Sensei Borra e Zanoni ai seminari di Catania e Messina e già dal primo incontro sono stata colpita dalla professionalità e la finezza nel trasmettere le lezioni, affiancati questa volta da altri due Sensei: Sappino e Cioni. Ed eccoci qui ancora, stavolta in una realtà un po’ più grande di quelle a cui ho partecipato in precedenza.

Già dal primo momento l’emozione inizia a farsi sentire ma dal “Mokuso” in poi riesco a rilassarmi e sono pronta a concentrarmi sulla pratica, iniziando con l’immancabile “Ipponme Mae”. 

La mattinata scorre bene eseguendo alcuni Kata di Seitei, come “Gohonme Kesa-giri” e “Juhonme Shiho-giri”, mentre nel pomeriggio ci siamo esercitati con alcuni Kata di Koryu. E il giorno dopo ancora altra occasione per soffermarsi sulla realizzazione fluida dei Kata.             

Ci si sofferma molte volte sull’importanza del muoversi con tutto il corpo, “Ki Ken Tai Ichi” (ovvero l’unità d’azione tra spirito, spada e corpo), sull’efficacia del taglio e sullo “spogliare” i gesti da tutto ciò  che è superfluo. Questi sono solo alcuni degli elementi che servono per far si che il proprio sia un buon Iaido.

So che ci vorrà del tempo affinché tutto risulti davvero incisivo e queste sessioni vanno ad impreziosire il lavoro svolto nel proprio dojo, ponendo l’accento sullo spingersi oltre le proprie capacità, avanzando quindi proprio come fanno le libellule.

Concludo questa piccola riflessione con una Haiku a me cara:

Una libellula
sul cappello. 
Cammino. 

(Santōka 1882-1940)

Veronica Latino

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