Domenica 21 Novembre 2021 si è tenuta una nuova sessione di esami di Iaido da 1° dan a 5° dan.

Come sempre, oltre alla prova pratica, l’esame consiste anche in un test scritto.

Abbiamo richiesto ad alcuni degli esaminandi di fornirci le loro personali risposte al test, che pubblichiamo qui, certi che possano essere di interesse comune.

Grazie e complimenti a Valeria, Rosa, Davide, Stefano, Mattia, Andrea e Cristina.

Esami da primo e secondo dan  

domande

1) I kata della Zen Nippon Kendo Renmei si dividono in tre gruppi. Sai dire quali sono questi gruppi ?

2) Spiega il significato di Ukenagashi. 

Valeria

  1. I kata della Zen Nippon Kendo Renmei sono raggruppati in 3 serie: 
  • Serie in ginocchio (Seiza no bu) che comprende i seguenti kata:
    • Mae
    • Ushiro
    • Ukenagashi
  • Serie con ginocchio alzato (Iaihiza no bu) che include un solo kata:
    • Tsuka Ate
  • Serie in piedi (Tachi iai no bu) che comprende i seguenti kata
    • Kesagiri
    • Morotetsuki
    • Sampogiri
    • Ganmenate
    • Soetetsuki
    • Shihogiri
    • Sogiri
    • Nukiuchi
  1. Il termine Ukenagashi significa parare l’attacco dell’avversario deviando la spada di lato con lo shinogi della propria spada. Il gesto viene eseguito nel terzo kata della serie in seiza, chiamato per l’appunto Ukenagashi.
    Nella descrizione di alcuni kata della serie in tachi iai viene utilizzato per indicare il caricamento in protezione (furikaburi con ukenagashi) che porta la spada sopra la testa prima del taglio.

Rosa

  1. I kata della ZNKR sono suddivisi in 3 gruppi: 

– primo gruppo, 3 kata, Seiza no bu 

– secondo gruppo, 1 kata, 
Iaihiza no bu 

– terzo gruppo, 8 kata, Tachiiai no bu

  1. Il significato letterale di Ukenagashi è: ricevere, deviare e tagliare. Nel kata Ukenagashi il terzo del primo gruppo, l’affondo dell’avversario viene deviato con lo shinogi della propria spada shinogi della propria spada, segue un taglio rapido andando indietro .

Davide

  1. i tre gruppi sono: kata in seiza (da 1 a 3), in Iaiza (4°) e in Tachiiai (da 5 a 12)
  2. Ukenagashi deriva da Ukeru (ricevere) e Nagasu (scivolare) e significa ricevere facendo scivolare . E’ usato nell’omonimo terzo kata dove si riceve un attacco dal fianco sinistro, si effettua ukenagashi ed infine si taglia l’avversario sulla linea del kesa.

Esami da 3° dan

Domande

1) Spiega il significato di Enzan no metsuke.


2) In una spada giapponese la parte importante ai fini del taglio ha un nome specifico, sai qual è e sai descrivere il modo migliore per rendere efficace un taglio?

Stefano

1) Letteralmente, “Enzan no metsuke” significa “guardare una montagna da lontano”. Nelle arti marziali, e nello Iaido in particolare, questa espressione viene citata spesso per indicare l’importanza dello sguardo durante l’esecuzione dei kata. Tuttavia, come si evince dalla traduzione, non si tratta semplicemente di guardare l’avversario, la spada o un punto indefinito di fronte a sé ma piuttosto la figura nel suo insieme. Solo osservando l’avversario nel complesso, tenendo presente al tempo stesso l’ambiente nel quale ci si sta muovendo, si possono davvero comprendere le intenzioni di chi si sta affrontando per poter reagire prontamente nella maniera più efficace. 

2) La lama della spada giapponese è idealmente divisa in tre parti, ognuna delle quali è concepita per svolgere funzioni diverse. Quella deputata al taglio è il terzo più prossimo alla punta ed è chiamato Monouchi. Per rendere efficace un taglio ci sono molti aspetti da tener presente, per citare solo i principali:

– Morbidezza dell’impugnatura e fluidità nel condurre il movimento, incrementando progressivamente la velocità di esecuzione 

Hasuji corretta, ovvero conduzione del taglio mantenendo la giusta inclinazione della lama lungo il piano di taglio scelto (sia esso verticale, diagonale od orizzontale)

– Ki Ken Tai, riuscire a tagliare col movimento compatto di tutto il corpo insieme e non solo per mezzo delle braccia o delle spalle

Mattia 

  1. Espressione che significa  “osservare la montagna lontana”. Nelle arti marziali assume il significato di essere consapevoli dell’avversario e della situazione nella sua interezza.
  2. Nella spada giapponese la parte tagliente è il primo terzo della lama verso la punta e prende il nome di mono-uchi. Per rendere efficace il taglio, il mono-uchi deve raggiungere una adeguata velocità e, dopo aver colpito il bersaglio, scorrere su di esso. Inoltre il taglio deve essere “rotondo”, ampio, con corretto tenouchi e un corretto hasuji.

Esami da 4° e 5°  dan

Domande

1) Elenca e descrivi brevemente i punti richiesti per l’esame di 4° e 5° dan secondo quanto previsto dal Regolamento della International Kendo Federation,  da aggiungere a quelli richiesti per i gradi fino a 3° che sono i Chakuganten (punti fondamentali per la valutazione degli esami) e i seguenti:

 – Corretta presentazione corretta etichetta 

– Precisione nell’esecuzione di nukitsuke e kiritsuke

 – Precisione nell’esecuzione di Chiburi 

– Precisione nell’ esecuzione del noto.

Andrea 

I punti richiesti sono i seguenti:

(1) Compostezza mentale. La compostezza è un sinonimo di rettitudine e concentrazione mentale, significa mantenere un atteggiamento corretto ed essere sempre attenti a ciò che succede; un buon praticante è “composto” sempre, all’interno del dojo come nella vita di tutti i giorni e la sua compostezza inizia a manifestarsi già nello spogliatoio dove ci si lasciano alle spalle tutti i problemi del quotidiano, per iniziare a dedicarsi anima e corpo alla pratica imminente.

(2) Metsuke (sguardo). Il concetto di Metsuke si riferisce a un modo differente di “vedere” durante la pratica dello Iaido, cioè guardare l’intero quadro, la forma complessiva del possibile avversario, e anche guardare al di fuori di lui, ovvero il luogo in cui stiamo praticando e l’atmosfera in esso presente; solitamente viene dato per scontato, ma in noi si manifesta sempre una certa difficoltà nel “vedere” correttamente e quindi nel “vivere” pienamente una gara, un kata, un embu, soprattutto se non si assume una posizione corretta del collo e dell’intero corpo; di conseguenza allenare il metsuke riveste una certa importanza durante l’allenamento, per ottenere una visione chiara dell’insieme e mai solo di una parte dell’avversario.

(3) Kihaku (vigore). La traduzione comune di questa parola è “vigore”, ma non riguarda la forza espressa con i propri muscoli, ma la forza interiore e l’esplosività. Come si manifesta questa differenza è difficile da spiegare, ma un modo per raggiungere questo obiettivo è attraverso la respirazione corretta ed essere in uno stato di costante prontezza, con un impegno totale, dando il massimo della nostra energia e del nostro sforzo, in maniera tale che l’espansione del ki possa manifestarsi.

(4) Ki (spirito) Ken (spada) e Tai (corpo) all’unisono. Ovvero spirito forte, taglio forte e corpo fluido. Quando colpiamo dobbiamo esprimere il nostro intento di attaccare l’avversario senza nessuna esitazione. KI rappresenta l’idea di un movimento verso l’esterno del nostro “spirito” interiore sotto forma di un’energia potente, ma si riferisce anche a come utilizziamo la nostra mente nel dimostrarlo, cioè senza nessuna esitazione o paura. KEN rappresenta molto di più che eseguire l’azione del taglio ed è strettamente collegato al concetto di THAI che non riguarda soltanto il fisico. Senza la tensione e l’attitudine necessaria e la giusta postura che dobbiamo richiedere al nostro corpo, le tecniche non verranno eseguite in maniera sincera ed efficace, per questo è importante che l’azione coordinata tra i tre elementi non si costruisca solo mentalmente, ma fisicamente.

Cristina

Dal 4° al 5° dan, in aggiunta, si richiedono:

1) Compostezza mentale. Con questo concetto si intende che il candidato debba avere un atteggiamento caratterizzato da serietà e fermezza, per cui – pur essendo vigile verso ciò che lo circonda- deve esprimere risolutezza nell’agire e possedere una stabilità emotiva grazie a cui non essere distolto dalla propria concentrazione.

2) Metsuke ovvero lo sguardo, che deve essere ampio così da vedere l’intera figura dell’avversario e anche l’area circostante; con questo si dimostra di vedere la posizione e il numero dei nemici in ogni momento del Kata e lo si rende più realistico.

3) Kihaku ossia il vigore, non inteso tanto in senso fisico, quanto più come forza interiore pronta a cogliere eventuali attacchi improvvisi e con determinazione 

4) Ki-ken Tai no Ichi in cui sta l’essenza dello iaido. Si tratta dell’unità di:

   Ki – Spirito,   

  Ken – spada,    

  Tai corpo

Questo concetto sottolinea l’importanza dell’armonia tra questi tre elementi cosicchè la simultaneità del movimento del corpo e del fendente della spada realizzino un taglio efficace e corretto.

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