Domenica scorsa a Modena abbiamo fatto uno stage istruttori.

Nel preparare il materiale per la domenica  ho ritrovato degli appunti scritti in vari stage tenuti in Italia da Maestri ZNKR in cui ci sono considerazioni interessanti per quanto riguarda l’insegnamento e la figura di insegnante.

Ho scritto molte volte sul tema insegnanti perché è un tema che reputo importante e in su cui andrebbe attivata una riflessione continua e profonda. Solo insegnanti capaci e motivati possono far crescere il movimento dello iaido italiano e limitare il fenomeno degli abbandoni. Non ho molto da aggiungere alle riflessioni già fatte negli articoli: I principianti; Insegnare Iaido; La difficoltà di diventare buoni insegnanti; I quattro stadi dell’apprendimento e le difficoltà nella progressione.

Questa volta vorrei semplicemente riportare le frasi che compaiono nei miei appunti  lasciando ai singoli riflettere sul loro significato. (sono appunti di diversi seminari con Maestri inviati dalla ZNKR ed ogni imperfezione o incomprensione è ovviamente dovuta a me).

E’ importante riflettere sul Kendô-no Rinen

Il Kendô-no Rinen (così come pubblicato documento presente sul sito della CIK) recita:

Kendo-wa ken-no rihô-no shûren-niyoru ningen keisei-no michi dearu.

Kendô è la via (michi) della ricerca della perfezione come essere umano (ningen-keisei) attraverso l’esercizio (shûren) dei principi della spada (ken-no ri-hô).

C’è scritto i principi del Kendo ma potete sostituire il termine kendo con iaido o jodo, le discipline regolamentate dalla ZNKR sono ovviamente diverse ma i principi sono comuni. Quello che è importante capire quindi è che la pratica dello Iaido (kendo/jodo) è un modo per far crescere sé stessi, per creare un essere umano migliore. 

Un insegnante dovrebbe riflettere su questo principio per capire che cosa significa prima di tutto per se stesso questo principio e dovrebbe porsi costantemente le seguenti  domande: Come ci si può migliorare attraverso la propria pratica? 

Inoltre praticando con costanza le basi come possiamo creare un modo di insegnare che rispetti questo principio?

Quindi è responsabilità di un’insegnante studiare e riflettere bene sui principi del kendo.

Oltre al Kendô-no Rinen esiste un testo importante per gli insegnanti Kendô Shûren-no Kokoro-gamae che dice:

Lo scopo della pratica del Kendô è formare la mente ed il corpo, coltivare uno spirito forte ed attraverso un addestramento corretto e severo, sforzarsi di progredire nell’arte del Kendô, tenere in considerazione la cortesia e l’onore, associarsi agli altri con sincerità e ricercare per sempre il perfezionamento di se stessi. In questo modo si sarà capaci di amare il proprio paese e la società, di contribuire allo sviluppo della cultura e di promuovere la pace e la prosperità tra i popoli.

Se pensiamo a questo scritto  un istruttore di Iaido attraverso la sua pratica e il  suo insegnamento dovrebbe:

  • imparare la giusta tecnica della spada
  • crescere da un punto di vista fisico, mentale e spirituale aumentando quindi la propria salute e il proprio equilibrio
  • sviluppare l’onore e la capacità di rapportarsi con gli altri attraverso il rispetto reciproco
  • creare armonia con gli altri e nella società

Pensando ai principi sopra esposti dobbiamo creare il nostro metodo di insegnamento della spada facendo crescere la cultura, creando  armonia e con lo scopo di far progredire la Società. Bisogna studiare iaido insieme cercando di fare attenzione alla salute, alla sicurezza e cercando ad ogni età di far progredire la propria vita sulla base dei principi esposti sopra.

Per far crescere sé stessi attraverso la pratica dello iaido bisogna realizzare l’unione fra spada, spirito/mente e corpo/tecnica. La spada deve essere rivolta verso se stessi in modo da tagliare l’avversario che c’è dentro di me “tagliare il nemico dentro di se”.

Per far crescere sé stessi bisogna avere rispetto degli altri di ogni persona intorno a noi indipendentemente dal carattere. Portando nella propria casa questo atteggiamento di rispetto si può incrementare l’armonia della famiglia e poi anche del Dojo e della Società.

Per esempio una delle prime cose che si insegnano è il saluto, ma se facciamo il saluto in modo tecnicamente perfetto ma senza il contenuto di rispetto che questo deve avere la forma non ha nessun significato. Quando pratichiamo ci sono gradi alti e principianti, è importante creare l’armonia attraverso la pratica del rispetto. Questo si rifletterà nella nostra tecnica. Crescendo nella propria tecnica invece possiamo sviluppare l’orgoglio e dimenticarci del principio base del rispetto. Per un istruttore è importante riflettere bene su questa cosa. 

Un altro esempio che si può fare è relativo al termine “valore”, accrescere il proprio valore senza aver capito il rispetto porta normalmente a creare dei conflitti (delle guerre). Se invece riflettiamo bene sui principi possiamo accrescere il nostro valore e far crescere la Società. A volte si vedono anche delle persone che fanno finta di avere rispetto ma anche questo non crea sviluppo e armonia.

Imparare la tecnica, trovare la propria via di crescita, far progredire la Società dovrebbero essere gli obbiettivi di base di ogni istruttore.

Non bisogna  pensare solo alla tecnica e non bisogna dimenticare di studiare con il “cuore”, perché la sola tecnica non basta. Citando il Maestro Nakayama Hakudo si può specificare che l’allenamento di Iaido non deve mai essere come un gioco e sviluppare la tecnica più veloce o “migliore”.  Non è l’obiettivo ma bisogna praticare tenendo a mente i principi del budo. Un buon insegnante deve riportare l’allievo ai principi del budo.

Un insegnante deve capire che il suo compito è creare un bel gruppo che si diverta facendo Iaido e che studi con serietà.

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